Rassegna stampa, giugno 2003

Autori:Redazione

Data: 01/06/03

Rivista: giugno 2003

Notizie curiose, allegre, serie e no, verità, mezze verità, mezze falsità e false verità, pettegolezzi, insinuazioni, maldicenze, dubbi, allusioni, illusioni, fregature, critiche, malignità, inchini, riverenze, ossequi, slecchinate e salamelecchi spigolati qui e là, in edicola oppure on line, dalla stampa locale e nazionale e commentati in redazione.

L’Adige, 8 aprile

Titolo: Accusa di omicidio per i maltrattamenti nella casa di riposo. Abbandono di incapace e maltrattamenti ai danni di sei anziani e soprattutto omicidio colposo, per la morte di Gemma Boschetto, 81 anni, avvenuta il 20 febbraio del 2002. Con queste accuse la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di due “signori” gestori della residenza S.Vendemmiano. Le accuse fanno riferimento ai presunti maltrattamenti subiti da sei ospiti della residenza, ma soprattutto alla morte di Gemma Boschetto, ricoverata a Villa Agnedo appena tre giorni prima del decesso. I Florio – scrive l’accusa – avrebbero consentito che la donna si alzasse dal letto e cadesse per terra ferendosi alla fronte. Inoltre, nel tentativo di calmare l’anziana, avrebbero usato le maniere forti procurandole un ematoma al collo e la frattura della settima vertebra. Un trauma che causò un arresto cardiocircolatorio e la morte della donna. Per la morte di Gemma la procura ha chiesto il processo anche a carico di Edoardo De Bellis, 46 anni di Spera, responsabile sanitario della struttura e Frevonia Triboi, infermiera moldava di 41 anni.

I Pubblici Ministeri hanno messo sotto accusa Fabio Florio anche per esercizio abusivo della professione. Secondo l’accusa avrebbe esercitato senza averne titoli la professione dispensando medicinali e applicando flebo agli anziani ospiti senza la prescritta abilitazione professionale.

La Repubblica, 15 aprile

Titolo: Dana Blake è morto per far rispettare la legge anti-fumo. Ucciso da una coltellata che gli ha bucato l’arteria. E solo perché aveva chiesto a due ragazzi di non fumare nel locale. Blake faceva il buttafuori al Guernica, un elegante bar di New York. Forte di una stazza imponente, Blake era davanti alla porta del bar alle due e mezzo di notte tra sabato e domenica scorsi quando ha visto due clienti, i fratelli Jonathan e Chiang Chan, che fumavano in barba alla nuova legge anti-fumo. Secondo alcuni testimoni, Blake li ha spinti verso la porta, afferrandone uno per il collo. L’altro fratello ha reagito, e a lui si sono uniti alcuni amici, tra cui una donna. Tutti addosso a Dana. E a un certo punto, qualcuno ha tirato fuori un coltello. Il buttafuori si è accasciato al suolo in una pozza di sangue. Gli aggressori sono fuggiti, inseguiti dalla polizia. La loro fuga è stata breve. I fratelli Chan sono stati arrestati a qualche isolato di distanza.

La legge anti-fumo è in vigore dal 30 marzo. Impedisce di fumare sigari, sigarette e pipe in ogni tipo di locale pubblico per proteggere i dipendenti dai danni da fumo passivo. Ma non ha certo protetto Dana Blake, ucciso mentre cercava di far rispettare il bando.

Alto Adige, 23 aprile

Titolo: Bimba cerebrolesa, causa da due milioni. Un parto d’emergenza, forse la superficialità dei medici, e la vita di una famiglia è stata rovinata per sempre. Era il 1998 quando Anna (nome di fantasia) venne alla luce coi sintomi di asfissia neonatale a causa della posizione anomala della placenta e riportò gravi danni al cervello.

I gravi problemi della bambina furono subito evidenti, tanto che già in sala parto fu necessario un intervento di rianimazione. La bambina presenta oggi difficoltà di alimentazione e notevole ritardo nella crescita, gravi problemi fisici e psichici e bisogno di assistenza continua. I genitori si sono affidati ad un avvocato per citare a giudizio l’azienda sanitaria a tutela della figlia. La prima udienza della causa civile si è già tenuta di fronte al giudice Dino Erlicher e la richiesta di risarcimento è molto alta: 2 milioni e 300 mila euro (oltre quattro miliardi di lire) di cui un milione e mezzo di euro per i danni riportati dalla bambina e 800 mila euro per risarcire i genitori della disgrazia.

Corriere, 17 aprile

Titolo: Saddam si era fatto fare 3860. Nei suoi 25 anni di potere Saddam Hussein si era fatto fare 3.860 statue e decine di migliaia di ritratti, che aveva fatto poi collocare in tutte le città del paese. È quanto sostiene l’agenzia del Kuwait «Kuna», citando fonti irachene. Con la caduta del regime, come hanno mostrato le televisioni occidentali, parecchie statue sono state smantellate e l’abbattimento di quella situata nei pressi dell’Hotel Palestine a Baghdad è diventato il simbolo della fine dell’era Saddam. Secondo le fonti citate dalla Kuna, in Iraq restano ancora molte statue e parecchi ritratti del deposto leader. Al momento però è impossibile stabilire quanti.

Il Messaggero, 23 aprile

Titolo: Manda una e-mail alla tv e smaschera le bugie del Governo. Un vecchio medico eroe popolare e una donna politica volitiva sono le persone chiave della vicenda che ha portato alla cacciata del ministro della Sanità cinese e del sindaco di Pechino, colpevoli di aver sottovalutato l’epidemia di Sars. Il vecchio medico aveva scritto una e-mail indignata alla tv di Stato quando questa aveva trasmesso le irresponsabili dichiarazioni del ministro della Sanità sull’epidemia, con la ridicola cifra di 12 contagiati.. La tv non l’ha mai resa pubblica, ma qualcuno l’ha fatta avere al quotidiano finanziario americano Wall Street Journal che ne ha pubblicato le informazioni principali. Grazie a queste, gli ispettori dell’Oms hanno chiesto di visitare altri ospedali a Pechino e in Cina. A quel punto è entrata in gioco la “dama di ferro”, Wu Yi, 63 anni, vicepremier e unica donna del governo. È stata lei a ricevere gli ispettori dell’Oms e ad autorizzarli, dopo due settimane di resistenza da parte del ministero della Sanità, a visitare gli ospedali. Le dimensioni reali dell’epidemia, a quel punto, erano sotto gli occhi di testimoni internazionali e il governo cinese ha dovuto dire la verità e, inevitabilmente, far cadere le teste.

Messaggero, 23 aprile

Titolo: Iran, attrice condannata a 74 frustate per un bacio sulla fronte. La legge islamica ha fatto un’altra vittima illustre in Iran. Un’attrice, Gohar Kheyr Andish, è stata condannata a 74 frustate per avere baciato sulla fronte un giovane regista mentre lo premiava in un festival. Pena sospesa perché, scrive la stampa iraniana, la donna si è detta «pentita» del suo atto immorale.

Gohar Kheyr Andish, che ha 49 anni, è famosa come interprete di teatro, cinema e televisione. Lo scorso anno, quindi, gli organizzatori di un festival per cortometraggi a Yazd, nell’Iran centrale, avevano pensato di aver fatto un bell’affare assicurandosela come madrina per la cerimonia finale. Ma così non è stato.

Al momento di consegnare il premio al vincitore, un regista di 24 anni allievo del suo defunto marito, l’attrice si è lasciata andare a un gesto materno, facendo i complimenti al giovane con un bacio sulla fronte. La stampa conservatrice è subito insorta, non risparmiando commenti poco cavallereschi sull’età matura e la bellezza sfiorita della signora Kheyr Andish, in contrapposizione al suo giovane partner. La magistratura non ha perdonato l’oltraggio alla moralità islamica e ha inflitto all’attrice la pena corporale, poi sospesa.

La Stampa, 27 aprile

Titolo: Percorre 1200 chilometri per tornare a casa. Un gatto, degno successore della favola il «Il gatto con gli stivali», ha percorso oltre 700 chilometri attraversando confini, valli e fiumi, sotto la neve e sotto il sole, per ritrovare infine la propria padrona nella città meridionale russa di Volgodonsk, circa 1200 chilometri da Mosca. Il gatto si era perso nella città ucraina di Dnepropetrovsk nel 2001 durante una visita della sua padrona, Valentina Tiscenko, alla figlia là risiedente. Dopo lunghe quanto inutili ricerche, disperata, la donna era dovuta tornare in Russia senza il suo amato Marchese, questo il nome del gatto. Ma due anni dopo, mentre usciva da un negozio vicino alla sua abitazione dove era andata a fare la spesa, si è accorta che un felino si strusciava con insistenza ai suoi piedi. E grandissima è stata la sua sorpresa nel riconoscere il gatto scomparso, un bell’animale bianco e nero, irrobustito a quanto pare dalle lunghe traversie. La parte più straordinaria dell’avventura del «gatto con gli stivali», come lo chiama ormai la stampa, è l’attraversamento del Dniepr, il terzo fiume più grande d’Europa dopo il Volga e il Danubio, lungo 2.200 chilometri.

Alto Adige, 29 aprile

Titolo: Sigarette vietate, «Picaro» nei guai. A fine Aprile in molti si saranno chiesti perché mai il bar «Picaro» di via San Giovanni, noto locale della città dove si possono gustare ottime tisane e thè di ogni genere a Trento fosse rimasto chiuso ormai 5 giorni. Non c’entrano né feste, né ponti né periodi di riposo dei titolari bensì la guardia di finanza. Niente di grave, solo qualche pacchetto di sigarette che dietro il bancone del bar non avrebbe dovuto esserci. E invece c’era.

In realtà il controllo delle fiamme gialle è molto datato nel tempo e risale al marzo dell’anno scorso. Era l’otto marzo, per essere precisi, quando i finanzieri hanno bussato alle porte del locale. Forse sapevano già cosa cercare o forse è stato solo un caso. Sta di fatto che gli agenti hanno scoperto alcuni pacchetti di sigarette. In tutto si parla di 1 etto e 40 di tabacchi lavorati destinati alla vendita illecita all’interno del locale. Cinque giorni di chiusura invece di una contravvenzione in denaro che in realtà ha chiari effetti di tipo economico per le tasche dei titolari.

Il Messaggero, 27 aprile

Titolo: Un calcio al pallone e uno alla malattia. Giuseppe si mette le corna posticce, con gli indici appoggiati alla fronte, come fa il torinista Ferrante dopo il gol: è il toro nell’arena fatto una volta anche lo juventino Maresca. C’è chi al gol vola, come l’aeroplanino Montella che ha fatto scuola di volo, e chi, come Delvecchio o Vieri, appizza le orecchie con le mani, volendo ascoltare l’urlo della folla.

È il calcio dei disabili mentali, quello di Giuseppe e degli altri imitatori dei campioni: bisognerebbe stare bene attenti quando si parla delle follie del calcio, perché invece il pallone dei disabili mentali è tutt’altro che “pazzo”. È il pallone delle origini, il gioco che il calcio è fin dai primi passi e dai primi calci, e poi lo dopiamo di mille nefandezze. Quei ragazzi, giovani e meno, che tutti ragazzi sono, età minima 8 anni massima senza limite, che hanno riempito in questi giorni i campi del Queen’s, un circolo di Roma. Un esempio ed un suggerimento per altre città.

Il messaggero, 9 maggio

Titolo: Niger, la schiavitù è diventata un crimine. Secondo il nuovo codice penale del Niger, la schiavitù in questo Paese è divenuta un «crimine» punibile dai 10 ai 30 anni di prigione. La nuova norma è stata approvata lunedì scorso dal Parlamento del Niger. Timidria, una organizzazione non governativa (Ong) che si batte in Niger per la abolizione della schiavitù, ha censito 870.364 casi di schiavitù in sei delle otto regioni del Niger. A poter essere puniti dalla nuova legge, sempre secondo questo studio, sono 580 mila “padroni”. Ma in Niger nessuno ha avuto modo negli ultimi 100anni il libro “La capanna dello zio Tom”.

La Repubblica, 14 maggio

Titolo: Pena di morte per chi fugge dalla quarantena diffondendo colpevolmente il virus. La severissima misura, cui si affianca quella dell’ergastolo, scatta da oggi in Cina dove la Corte Suprema ha deciso, in base alle leggi esistenti, di ricorrere alla pena di morte nel tentativo di porre una barriera alla diffusione della polmonite atipica nel Paese. In Cina oggi un altro pesante bilancio di morti e nuovi contagi: quattro vittime e 52 nuovi casi di infezione, di cui 27 a Pechino. Con i dati diffusi oggi dal ministero della sanità il totale delle vittime della Sars in Cina sale a 271 mentre si sono registrati 5.163 casi di infezione. Tra i pazienti 1.858 sono completamente guariti.

Messaggero, 22 maggio

Titolo: A scuola non si può mostrare l’ombelico. È successo. Alla fine l’ombelico che sporge sfacciatamente dai pancini femminili, obbligato dai dicktat della moda a prendere sole, vento e pioggia, è finito sul banco degli imputati.

Sui banchi c’era già, questo ombelico provocatore, ma erano i banchi di scuola, un istituto tecnico per il turismo a Rimini, dove il caldo che imperversa da un mese aveva fatto credere a tutti di essere già in estate. Succede in particolare di questi tempi, quando ragazzotte alla moda non possono rinunciare ai pantaloni calati sui fianchi, ai toppini che si fermano tre dita sotto il seno o alle camicine che si aprono proprio lì sulla pancia, lasciando all’aria un triangolino di sensualità.

Ma sui banchi dell’istituto Marco Polo di Rimini da oggi gli ombelichi scoperti non potranno più entrare. Il vicepreside, che ha un cognome che alle ragazze dovrebbe piacere (si chiama Di Caprio), ieri ha letto una circolare che impone “pance coperte” a scuola. Da quando è arrivato il caldo il vicepreside Di Caprio ha visto sbocciare pancini nudi in tutte le classi. Ci ha provato prima con parole gentili a stoppare quella fioritura, ma non c’è stata risposta. E così è intervenuto con l’editto letto ad alta voce, classe per classe. Ora si aspetta l’obbedienza.

La Repubblica, 23 maggio

Titolo: Unabomber, medico ottimista su recupero occhio bimba ferita. Le probabilità che la bambina, ultima vittima di Una bomber non perda l’occhio destro “sono intorno al 70-80 per cento”, mentre per sapere con esattezza se e in che misura tornerà a vedere almeno ombre bisognerà aspettare “due o tre mesi”, anche se dopo l’ operazione di oggi “ci sono buoni motivi per essere ottimisti”. Lo ha detto all’Ansa la dottoressa Grazia Pertile, che oggi ad Anversa ha sottoposto la piccola vittima dello stupido bombarolo ad una serie di controlli e ad un delicato intervento chirurgico durati complessivamente più di cinque ore.

Il Mattino, 23 maggio

Titolo: L’inchiesta sugli abusi sessuali. Sono stati tutti prosciolti dal Gup di Roma Paolo Colella i nove giornalisti e i poliziotti nei confronti dei quali la Procura di Roma aprì un inchiesta nel settembre del 2000 per aver mandato in onda nel corso dei telegiornali immagini di bambini coinvolti in una inchiesta sulla pedofilia. Tra i prosciolti ci sono Gad Lerner e Nino Rizzo Nervo (all’epoca direttori di Tg1 e Tg3), David Sassoli, del Tg1, Rita Mattei e Riccardo Chartroux del Tg3. I poliziotti coinvolti nella vicenda sono stati prosciolti dal reato di rivelazione di segreto d’ufficio e per quanto riguarda invece il reato di pubblicazione di atti coperti dal segreto hanno pagato un’oblazione. Insomma, secondo il Giudice delle indagini preliminari, per i giornalisti mostrare al pubblico visi di bimbi molestati da pedofili e per i poliziotti rivelarne nomi ed indirizzi è lecito… Ma la privacy, la tutela dei minori sottoposti ad abusi, il rischio per i piccoli di essere additati come “quelli della TV” sono bazzecole e pinzillacchere?

Alto Adige, 30 maggio

Titolo: Venezia, letame contro De Stefani. Cinque secchi di letame sono stati gettati contro il primario di psichiatria Renzo De Stefani mentre ieri sera stava tenendo un convegno sulla salute mentale a Venezia. Ad agire quattro giovani, con in testa un cappellino e il volto mascherato da un fazzoletto scuro, che hanno fatto irruzione nella sala alle 18.30. Uscendo uno di loro ha accecato con dello spray urticante un consigliere di quartiere. De Stefani non ha trovato alcuna spiegazione per il gesto. Il primario partecipa spesso a convegni per illustrare il suo stile di lavoro, basato sull’auto aiuto, sulla collaborazione dei familiari e valorizzazione degli utenti. Dopo l’aggressione ha dichiarato: «La nostra è una testimonianza costruttiva. Non ci mettiamo a litigare su Basaglia e la legge 180». A lui, per l’impegno profuso in questo complesso e gravoso settore della medicina, la solidarietà di pro.di.gio.

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