Corriere della Sera, 21 agosto. Titolo: Piraha, il popolo che sa contare solo fino a due. I Piraha sono poche centinaia, ma non lo sanno. Perché non sanno dirlo. I ricercatori della Columbia University si sono spinti nel cuore dell’Amazzonia per studiare questo popolo che parla la lingua più semplice del mondo: ha 7 consonanti e 3 vocali, può essere parlata o fischiata e non ha parole per esprimere numeri, quantità e colori. Secondo una ricerca pubblicato da «Science»: non sanno contare perché non hanno parole né per farlo né per dirlo.
L’antropologo Peter Everett ha vissuto con loro 27 anni e ne ha descritto la vita: non usano la scrittura, la loro memoria collettiva dura al massimo due generazioni, non dormono mai più di due ore alla volta e non sanno tracciare segni, nonostante abbiano contatti da due secoli con le tribù circostanti. A Everett si è ora affiancato Peter Gordon della Columbia University, che si è concentrato sull’incapacità di contare. Dopo mesi di tentativi, gli adulti continuano a confondere i numeri. Secondo Everett, i Piraha non saprebbero contare per motivi culturali: nella loro vita l’astrazione e la qualificazione non sono utili. Il loro sarebbe un estremo tentativo di salvare la propria individualità. Per Gordon invece è il linguaggio a determinare il modo di pensare: ai Piraha mancano le parole per dire i numeri, quindi non sanno agire di conseguenza.
Punto Informatico, 31 agosto. Titolo: Spray al pepe contro i cellulari al cinema. Una coppia di non più giovanissimi signori di St. Petersburg in Florida è finita in questura e poi in gattabuia per una intera serata. La loro colpa: essersi armati di cellulare ed aver conversato mentre partivano i titoli di testa di una pellicola proiettata in un cinema locale. L’uso screanzato del telefonino è da anni un problema generale che non ha fin qui trovato soluzione a causa della fascinazione di massa e dell’inazione dei nostri politici, troppo attenti a compiacere per tentare la via di un’educazione possibile all’utilizzo di questa nuova tecnologia. Basta trovarsi in una sala d’aspetto, in un autobus e persino in un cinema per riconoscere, nei sempre più rumorosi trilli, melodie d’autore certo degne di un altro destino.
Le maschere in sala hanno chiesto con ferma gentilezza ai due di chiudere la conversazione. Non avendo eseguito, la stessa domanda è stata posta loro poco dopo da due poliziotti ai quali quei due facinorosi hanno avuto l’ardire di rispondere spiegando dove avrebbero dovuto riporre i loro manganelli. Insomma è finita con una mezza zuffa, con uno spray al pepe che ha consentito di immobilizzarli e portarli fuori dal cinema tra gli applausi dei presenti. Uno dei due, a posteriori, si è difeso dicendo che parlava di una cosa urgente con la sua mamma. Un figlio d’oro!
Dagospia, 6 settembre. Titolo: Bill si opera nell’ospedale col più alto tasso di mortalità di New York. Non vogliamo dire che la stanno tirando al povero Bill Clinton. Ma alzi la mano chi vuole entrare in sala operatoria per un quadruplo bypass leggendo sul “New York Times” che l’ospedale nel quale si è ricoverati ha il più alto tasso di mortalità sotto i bisturi del chirurgo di tutto lo Stato. Pare infatti che al Columbia-Presbyterian Center del New York-Presbyterian Hospital, sia passato a miglior vita proprio durante l’operazione, il 3.93 % dei malati di cuore ai quali doveva essere impiantato un bypass. La media dello stato di New York, che comprende altri 35 ospedali è del 2.18, quasi la metà del Presbyterian.
Corriere della Sera, 6 settembre. Titolo: Camminano sui carboni ardenti, 7 in ospedale. Piedi roventi in Austria. Sette partecipanti a un seminario di motivazione sono finiti in ospedale con bruciature ai piedi per avere cercato di camminare su uno strato di carboni ardenti. L’incidente è avvenuto sabato scorso a Rohrbach, in Alta Austria, durante la prova organizzata dall’esperto di naturopatia Wolfgang Müller per dare ai partecipanti «la carica giusta». Spesso questo tipo di prova viene affrontato durante i corsi per manager organizzati dalle ditte. Durante «la passeggiata», un partecipante è caduto mentre camminava sulle braci – ha spiegato Müller – facendo perdere la concentrazione ad altri due uomini e quattro donne che lo seguivano. La temperatura delle braci oscillava tra 200 e 400 ° centigradi.
Adige, 8 settembre. Titolo: Vietato a due madri musulmane di entrare in acqua con la tunica. A due donne musulmane è stato vietato di fare il bagno completamente vestite in una piscina del sempre affollatissimo lido di Bolzano. Erano arrivate al Lido con un uomo ed un paio di bambini. Mentre uomo e bambini si sono messi in costume, le due donne sono rimaste vestite dalla testa ai piedi con lunghe tuniche. E in questo modo hanno anche cercato di entrare in piscina. C’è stata la protesta di qualche bagnante, per ragioni igieniche, e le due donne sono state fatte uscire dalla vasca.
Il responsabile della comunità islamica del Trentino Alto Adige Aboulkheir Breigheche non ne fa un dramma. «Il mio parere è che bisogna rispettare il regolamento e se in piscina non si può entrare vestiti, allora non si deve fare». Per lui, volendo consentire alle donne musulmane di rispettare i loro dettami religiosi, un’altra soluzione ci sarebbe. «Nei paesi musulmani ci sono piscine miste, ma anche piscine riservate solo agli uomini e solo alle donne. Se anche in Italia si può introdurre questo sistema, perché no? A quanto mi risulta non sarebbe contro la legge». Il sindaco di Bolzano Giovanni Salghetti si è detto perplesso per la decisione di far uscire le donne dalla vasca. «Ho visto donne fare il bagno vestite anche al Lido di Venezia e non ci sono stati problemi. Se non ci fossero questioni di carattere igienico in linea di principio sarei per non introdurre divieti di questo tipo».
Il Mattino, 3 settembre. Titolo: Guerra a zanzare, mosche e vespe. Una nuova generazione di repellenti per insetti basata sulla scoperta del loro gene dell’olfatto, tramite il quale raggiungono la nostra pelle per infilarci la loro fastidiosa proboscide. Questa la rosea prospettiva delineata da alcuni scienziati Usa. Zanzare, tafani, mosche e vespe usano infatti un solo gene per orientarsi e annusare l’ambiente, compresa la pelle umana. I ricercatori si sono focalizzati sul gene Or83b e lo hanno studiato a partire dai moscerini della frutta. Gli stessi recettori si trovano però anche nelle più fastidiose zanzare oltre che nelle fameliche locuste. Creando in laboratorio moscerini senza il gene, si è visto che anche in presenza del loro cibo preferito gli insetti continuavano a ignorare il facile pasto. NdR: Dateci dentro ricercatori! Quest’estate al mare, per le punture, mi pareva di avere la varicella!!
La Gazzetta del Mezzogiorno, 8 settembre. Titolo: Militare in licenza salva disabile. Due ragazzi, di 14 e 15 anni, sono stati formalmente arrestati con l’accusa di rapina aggravata e subito riaffidati ai loro genitori; un terzo complice, appena dodicenne, non è invece imputabile mentre un quarto minorenne è fuggito. Nonostante sia stato aggredito in strada con calci e pugni dinanzi a numerosi passanti, nessuno avrebbe mosso un dito tranne un ventenne, militare dell’Esercito in ferma breve, che è intervenuto riuscendo a bloccare uno dei quattro aggressori.
Il militare ha subito dato l’allarme al 113 ed in breve tempo gli investigatori sono riusciti ad identificare gli altri presunti responsabili dell’aggressione, tutti ragazzini.
Il questore di Taranto, Eugenio Introcaso, e i suoi funzionari hanno compiuto oggi un gesto di solidarietà acquistando a proprie spese un orologio che hanno donato al disabile vittima della rapina.
Il mattino, 10 settembre. Titolo: La «Gioconda» di Leonardo da Vinci è realmente esistita. Monna Lisa, alias la Gioconda, sarebbe dunque stata una persona in carne ed ossa originarie del Chianti e appartenente ad una famiglia della piccola nobiltà rurale in Toscana. È il risultato di una ricerca basata su documenti dell’archivio di Stato di Firenze condotta da uno studioso, Giuseppe Pallanti e ora pubblicata in un libro. Oltre ad evidenziare i luoghi in cui visse la donna, dando in questo modo prova della sua reale esistenza, lo studio conferma le testimonianze del Vasari secondo il quale la Gioconda visse davvero ed era in effetti monna Lisa Gherardini, andata in sposa al ricco setaiolo fiorentino Francesco Del Giocondo (da cui l’appellativo) come seconda moglie.
Il mattino, 9 settembre. Titolo: Crotone, neonata venduta per 10.000 euro. Un reato «turpe», come lo ha definito il procuratore di Crotone, Franco Tricoli, dettato da una condizione di «estrema povertà», di degrado e di incertezza per il futuro. È quello commesso da una coppia di bulgari, genitori già di cinque figli, che con l’aiuto di un’intermediaria hanno venduto la loro neonata in cambio di 10mila euro ad una donna di 59 anni di Crotone, spinta a questo gesto dalla voglia di soddisfare l’ esigenza di maternità.
È stata una voce, giunta alla questura di Catanzaro, a segnalare che nell’ ospedale di Crotone, alla fine dello scorso giugno, una donna bulgara aveva partorito una bimba di 3 chili e 750 grammi, poi venduta. Gli accertamenti compiuti nell’ospedale hanno permesso agli investigatori crotonesi e catanzaresi di verificare che il parto era avvenuto, ma che la bambina era stata registrata all’anagrafe con un altro nome. La polizia è riuscita a risalire al luogo di residenza della puerpera. Quando gli agenti si sono presentati per raccogliere la sua versione hanno potuto constatare lo stato di degrado in cui la vicenda era maturata. Marito e moglie, 36 e 31 anni, vivevano in una roulotte insieme ai cinque figli di età compresa tra i 3 ed i 12 anni in una sorta di accampamento vicino a Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. La neonata è stata tolta ai nuovi genitori e portata nell’ ospedale di Crotone, mentre gli altri cinque figli della coppia sono stati ricoverati in alcuni istituti.
Corriere della Sera, 14 settembre. Titolo: Vigilessa musulmana si rifiuta di togliere il velo. A Parigi una vigilessa di religione musulmana si è rifiutata di togliere il velo che portava sotto il «caschetto di ordinanza» giallo e blu, come richiesto da un suo superiore. Nora C., agente di sorveglianza a Parigi, ha disobbedito a un ordine perché «contrario alla mia religione», ha dichiarato la donna. Il fatto è accaduto alla fine di agosto ma è stato reso noto soltanto stamattina da fonti sindacali. Da allora la vigilessa, divorziata, con due figli, è in malattia: dovrebbe rientrare in servizio sabato prossimo. La poliziotta aveva ribadito la sua posizione anche davanti a un commissario rifiutandosi tra l’altro di dare la mano in segno di saluto al suo superiore. Ed esprimendo il desiderio di non portare più il manganello di cui questi agenti sono dotati. Chissà che l’Islam non vieti anche di dare multe!
Corriere della Sera, 15 settembre. Titolo: Il robot che si autoalimenta mangiando mosche. Per ora bisogna nutrirlo manualmente ma gli inventori del robot che genera energia mangiando insetti confidano che tra non molto sarà in grado di procacciarsi il cibo da solo. Si chiama EcoBot II, ed è stato progettato e messo a punto da un team di scienziati dell’università “West England” di Bristol, guidato da Chris Melhuish.
L’energia grazie alla quale l’EcoBot II “vive” si genera grazie alla rielaborazione degli zuccheri contenuti negli insetti. Il sistema per renderlo totalmente autonomo è semplice: il robot è stato pensato per produrre un odore che ricorda molto da vicino quello degli escrementi.
Le mosche, che come è noto sono attratte da questa puzza, dovrebbero posarsi sul robot “killer”. Al resto pensa lui: mangia, digerisce e si autoalimenta. La sue dieta è abbastanza contenuta: con otto mosche ricava “benzina” sufficiente per restare in attività cinque giorni.