Il 28 e 29 maggio si è tenuto presso la Sala dell’Arco al Palazzo delle Opere Sociali di Vicenza il 37° Convegno del SEAC (Coordinamento Enti ed Associazioni di Volontariato Penitenziario).
La trasferta è stata organizzata da Apas, l’Associazione Provinciale di Aiuto Sociale, che grazie al pulmino di PRODIGIO è riuscita a portare al convegno tutti gli operatori e volontari che avevano piacere di parteciparvi.
Tema centrale delle due giornate di formazione è stato il reinserimento sociale a termine della detenzione, con un titolo conciso ma molto evocativo, “E…se…dopo…?”, a indicare i dubbi che si trova ad affrontare una persona rimessa in libertà dopo una pena detentiva.
Il dopo pena rappresenta per molti un passo difficile ma importantissimo verso il reinserimento, accompagnato dal timore di un ulteriore rifiuto. “SE mi vorranno ancora…SE troverò lavoro…” paure reali che trovano riscontro nell’altissimo tasso di recidiva che colpisce chi non è riuscito a trovare un’alternativa al crimine, in una società che stenta a dare un’altra possibilità a chi ha sbagliato.
Dove finisce una pena ne inizia un’altra; una sfida, quella del rientro in società, che molti sono costretti ad affrontare in solitudine, senza qualcuno che li guidi e li aiuti.
Grazie alla trasferta siamo entrati in contatto con i ragazzi del progetto Jonathan, nato a Vicenza dall’Associazione Nova Terra nel 1989 per accogliere e ospitare detenuti in pena alternativa, affidamento in prova e permessi premio.
Pilastri del progetto Jonathan sono l’assistenza, il sostegno morale e il reinserimento sociale e lavorativo una volta scontata la pena. Una “famiglia allargata”, come la definiscono gli utenti e gli operatori, in cui si sperimentano laboratori, cene e riunioni durante le quali vengono sempre coinvolti tutti, senza escludere nessuno.
Gli operatori e volontari delle diverse realtà associative che hanno partecipato al convegno hanno avuto l’occasione di entrare in contatto tra loro, confrontarsi e scambiare utili considerazioni sul grande tema del reinserimento.
Erano presenti anche diversi ragazzi accolti nel Progetto Jonathan che, oltre ad aver preparato il ricco buffet per il pranzo, hanno condiviso alcuni pensieri e sensazioni sulla loro esperienza e sul percorso che stanno seguendo. Preziose testimonianze che incitano a proseguire verso la strada dell’alternativa al carcere, auspicando un’inversione di tendenza da parte delle istituzioni verso pene meno degradanti e futili.
Al termine della prima giornata abbiamo assistito alla presentazione del libro di Lucio Simonato “Con i loro occhi, con la loro voce – Per parlare di immigrazione in modo diverso”.
Da alcune brevi letture dell’autore si capisce che l’opera è un flusso continuo di pensieri, impressi su carta senza correzioni ortografiche e con pochissima punteggiatura, così come gli eventi e le sensazioni gli sono state narrate dalle persone che si sono raccontate in questo libro. Durante la discussione dei brani proposti siamo stati accompagnati dalla musica di un violino, che ha scandito le letture e fornito adeguate pause per riflettere sui temi sollevati.
La seconda giornata in programma prevedeva l’incontro con diverse figure professionali degli Istituti di pena, tra cui gli educatori, agenti di Polizia Penitenziaria, medici e il cappellano della Casa Circondariale S.Pio X di Vicenza, dove si è svolta la parte conclusiva del Convegno durante il giorno 29. Per il gruppo proveniente da Trento non è stato possibile prolungare la trasferta fino alla conclusione dei lavori, ma gli stimoli positivi e le impressioni raccolte durante la prima giornata hanno permesso di entrare in contatto con altre realtà attive in ambito penitenziario, consentendoci di rincasare con un bagaglio di conoscenze arricchito di idee e iniziative, mutuabili nella realtà associativa trentina.