L’unità Oculistica dell’ospedale San Raffaele, per la prima volta in Italia, ha impiantato una protesi sottoretinica in una donna non vedente. L’intervento, delicatissimo, è stato portato a termine da un’équipe di specialisti in chirurgia vitreoretinica e oftalmoplastica.
La retina Artificiale
Denominata “Alpha AMS”, questa retina artificiale è prodotta dalla compagnia tedesca Retina Implant. La protesi è destinata a persone che hanno perso la vista durante l’età adulta per colpa di gravi malattia genetiche della retina, per esempio la retinite pigmentosa, questo microchip può riabilitare la percezione delle sagome e della luce di alcuni oggetti e/o persone. E’ il sistemo di visione artificiale più evoluto al mondo e può sostituire i supporti esterni, come telecamere ed occhiali, e restituire una visione indipendente.
Come funziona
Il microchip si basa sulla sostituzione dei fotorecettori della retina, cioè le cellule specializzate a tradurre la luce in segnali bioelettrici che arrivano al cervello attraverso il nervo ottico. I fotorecettori non più funzionanti sono sostituiti dal “fotodiodo”, un apparato elettronico microscopico in grado di trasformare la luce in uno stimolo elettrico. Misura tre millimetri circa e al suo interno si trovano 1600 sensori in grado di sostituire l’attività delle cellule decadute.
L’obiettivo principale dei ricercatori tedeschi è molto ambizioso, creare un dispositivo permanente utile pure per altre malattie retiniche. Di qui a tre anni, quindi, saranno completati altri trial clinici su una cinquantina di pazienti e, se tutto va bene, la retina artificiale potrebbe essere autorizzata dagli organi competenti europei, ed entrare quindi in uno entro i prossimi cinque annil