Rosetta

Data: 01/05/00

Rivista: maggio 2000

Questo film pluripremiato narra la storia di Rosetta, una giovane ragazza in lotta per la sopravvivenza.

Vive in una roulotte con la madre alcolizzata, in un camping del Belgio, va spesso a pesca con un’attrezzatura rudimentale per procurarsi del cibo gratuito. Licenziata da un lavoro precario, viene assunta per pochi giorni da un fornaio. Per un attimo lei sembra felice, sembra realizzare il suo sogno di una vita normale, ha anche fatto amicizia con un ragazzo che cucina crêpes in un chiosco e che la corteggia.

Ma lo spiraglio di luce nella triste vita di Rosetta dura poco: il fornaio, infatti, la licenzia per dar lavoro al proprio figlio, anche se incapace. Rosetta è disperata e, in questo quadro poco idilliaco di lotta tra poveri, tradisce l’amico del cuore per prenderne il posto nella crêperie.

Questo film “neorealista” non è certo allegro, ci mostra infatti la misera vita di una emarginata, la cui madre alcolizzata si prostituisce per una bottiglia in più, in uno squallido camping di periferia.

Ecco perché la “Palma d’oro” è un gesto importante, come dice Irene Bignardi, perché aiuta un film “fuori moda” e riconosce al cinema il suo ruolo etico.

Claudio Carabba, in un suo articolo, scrive: “Il male di vivere abita qui, in un mondo desolato dove neppure i poveri possono essere buoni.
Siamo nel Belgio di oggi, non nella Milano dei barboni zavattiniani: nessun miracolo è previsto o prevedibile.

Questo ritratto di ragazza in fuga (Rosetta nel film va sempre di corsa) ha una forza notevole, ben rispecchiata nel volto della protagonista, Emile Dequenne.”

Se avrete la possibilità di vedere questo film, ammesso che qualche coraggioso gestore lo tenga per più giorni in programmazione, capirete che è importante dare spazio anche al disagio, non solo ai sogni di gloria e agli effetti speciali hollywoodiani, visto che la realtà purtroppo non è tutta rose e fiori, anzi, in futuro, si assisterà al moltiplicarsi di situazioni simili a quelle di Rosetta.

“ROSETTA” di Luc e Jean Pierre Dardenne. Palma d’oro e premio per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes 1999.

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