SailAbility

 

La Cooperativa Sociale Archè, in collaborazione con l’OdfLab, laboratorio di diagnosi dell’Università di Trento, Facoltà di Scienze Cognitive di Rovereto e con il sostegno di un finanziatore privato, Gruppo GPI di Trento, hanno rinnovato l’accordo per la stagione 2018 portando avanti e ampliando gli attori coinvolti nella ricerca denominata “SailAbility”, che è alla seconda edizione.

Quest’anno ha aderito anche “Il Cerchio”, cooperativa Alto Atesina, con sede a Bolzano, che ha selezionato 7 giovani con ASD, disturbi dello Spettro Autistico, che divisi in sottogruppi hanno iniziato a navigare nelle acque del Lago di Garda, sponda trentina, a bordo dell’imbarcazione accessibile “Archè”.

 

Un’esperienza unica nel suo genere che sulla scia dell’esperienza di ricerca dello scorso anno sta evidenziando dati interessanti sulla capacità di questi giovani nell’affrontare dinamiche di gruppo nuove in un contesto a loro completamente estraneo. Lo studio di ricerca vede coinvolti a bordo dell’imbarcazione dai tre ai quattro giovani suddivisi in 4 gruppi selezionati e distinti, che in tutto l’arco temporale della ricerca svolgeranno in media 10 uscite ognuno. Insieme a loro per garantire la sicurezza e un buon livello di coordinamento sono presenti sempre due skipper esperti della Cooperativa Archè, la ricercatrice dlel’Odf Lab, la dott.sa Chiara Cainelli, un tirocinante dell’Università di Trento, della Facoltà di Scienze Cognitive, e un moderatore del gruppo della cooperativa Archè esperto in autismo.

 

Uno degli obiettivi generali di questa ricerca, come ci racconta il promotore, il Presidente della Cooperativa Archè Gianluca Samarelli, riguarda la possibilità di comprendere quanto la pratica sportiva e, in particolare quella della vela, influisca a livello motorio e sociale-relazionale nel percorso di crescita e terapeutico dei giovani con ASD e quanto possa essere un effettivo sostegno ad essi nel migliorare la qualità delle relazioni. << Lo scopo è anche quello di validare la metodologia di lavoro utilizzata sul percorso di Vela e declinarla in altri contesti ludico-sportivi comunque socializzanti, al fine di migliorare l’inclusione e aumentare le opportunità di attività adatte anche ai giovani con ASD.

Con questo progetto vorremmo ampliare e migliorare inoltre la rete regionale di organizzazioni che si occupano di Autismo e Sport perché, come si è rilevato sempre di più negli ultimi anni, per rendere più efficace e funzionale l’intervento educativo dei giovani con ASD ci deve essere una rete di attori che collaborano attivamente, in modo professionale e coordinato su di esso.>>

 

Gli obiettivi generali che il progetto si prefigge sono vari, come ci spiegano, ma sicuramente tendono a creare occasioni di vera inclusione.

Coinvolgere giovani volontari all’interno del percorso di ricerca, ci spiegano, risulta importante per favorire e stimolare la socializzazione e il rapporto che i giovani instaurano con i propri “compagni di avventura”, che siano compagni di classe o giovani del territorio. Per questo motivo i promotori si pongono l’obiettivo di coinvolgere anche dei volontari coetanei, che in modo costante possano partecipare all’interno delle azioni pratiche a bordo.

Offrire alle famiglie un’attività motoria alternativa per i loro figli o figlie è importante perché rappresenta oltre che un benessere per i giovani coinvolti anche un sostegno alla famiglia stessa in un contesto diverso e stimolante.

Comunemente si pensa che per la persona con ASD risulti più difficoltoso praticare sport, e in parte è così. La ricerca in questione vuole proprio individuare contesti facilitanti per offrire occasioni di praticare attività motoria con il piacere che ne deriva e con l’obiettivo di contribuire a ridurre lo stigma a volte presente nei loro confronti.

Al termine dello studio preliminare, continua il Presidente G. Samarelli, non sarà evidentemente possibile svolgere una pubblicazione scientifica ma, i risultati ottenuti, saranno divulgati direttamente tramite il sito web dell’ente capofila e i canali di comunicazione dei partner coinvolti. I riscontri saranno resi disponibili e inviati a richiesta a qualsiasi organizzazione o ente in Italia che, occupandosi di autismo, ritenga di volerne prendere conoscenza ed eventualmente utilizzarne i risultati, così come le buone prassi sviluppate in itinere. Tra gli obiettivi specifici del progetto di ricerca, ricordiamo i seguenti aspetti:

 

  • Valutazione delle funzioni di base e degli aspetti socio-relazionali dei partecipanti

Il percorso intende verificare la presenza o meno di cambiamenti nell’ambito delle aree generalmente compromesse dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e degli eventuali benefici che possono ottenere in ambito sociale e della relazione.

 

  • Valutazione degli aspetti neurologici e del movimento

Il percorso metodologico intende far apprendere con efficacia le specifiche richieste per la vela attraverso la conoscenza della sicurezza, dell’equipaggiamento, delle posizioni da assumere in barca, degli esercizi e manovre da eseguire.

 

  • Realizzazione e valutazione di un sistema di comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) specifico per la  barca a vela

Per rendere il più accessibile possibile il percorso di ricerca, all’inizio dello studio verranno tradotti in simboli PECS (la simbologia più utilizzata in Italia) comandi, strumenti e attrezzature specifici utilizzati in barca a vela. Durante poi tutto l’arco del progetto, in base alle necessità dei partecipanti, verranno dati comandi ed indicazioni utilizzando anche i PECS precedentemente impostati e verrà valutato il loro utilizzo e modificato in base alle necessità.

 

  • Valutazione delle ricadute immediate delle attività pratiche nel contesto parentale e amicale.

Per avere un riscontro sulle ricadute nei diversi contesti esterni all’attività si utilizzeranno dei questionari specifici strutturati ad hoc, che verranno somministrati a famigliari e figure di riferimento dell’utente. Inoltre si cercherà di rilevare tramite osservazioni non strutturate le dinamiche e le interazioni tra gli stessi partecipanti al progetto sia a bordo che in altri contesti.

 

Ho la fortuna di partecipare a questo progetto, prima in qualità di skipper e successivamente di raccontarlo come giornalista e posso confermare quanto sia stimolante e promettente, semplicemente osservando i volti sorridenti e incuriositi dei giovani coinvolti, che ad ogni uscita sembrano diventare sempre più consapevoli e soddisfatti del loro percorso e noi con loro.

 

 

 

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