Sculture al buio

Data: 01/06/13

Rivista: giugno 2013

Nell’ambito dell’indagine avviata da Prodigio per documentare quello che offre la società in campo sociale, culturale e tecnologico a persone non vedenti o ipovedenti è interessante segnalare una particolare attività culturale nel campo artistico proposta dal gruppo A.M.A “Non vedenti e ipovedenti” di Rovereto.

Il 20 marzo, infatti, nel contesto della mostra allestita presso la Biblioteca Civica di Rovereto dal titolo Il corpo giocato e ritrovato, aperta al pubblico fino al 24 marzo, la scultrice Flaminia Carbonaro ha esposto al tatto in esclusiva per il gruppo alcune sue opere dando loro così la possibilità di toccare con mano quest’ultime.

Non tutti gli artisti sono disposti a lasciare toccare ad estranei le proprie opere e Carbonaro non si è limitata a lasciarle alla mercé delle mani di estranei ma ha spiegato, molto realisticamente rendendo il tutto percettibilmente visibile, la procedura che lei stessa ha seguito per formare le sue opere d’arte sia in terracotta che in argilla per poi trasformarne alcune in bronzo.

La reazione dei partecipanti è stata positiva: con entusiasmo si sono aiutati a vicenda per capire che cosa rappresentasse e quindi hanno avviato un confronto per vedere attraverso le mani l’opera toccata.

Alla fine di ogni esplorazione tattile Carbonaro chiedeva ai partecipanti di descrivere l’opera, stimolando così una discussione molto animata nella quale tutti hanno collaborato in una sorta di visione collettiva.

È stato sorprendente verificare direttamente che la percezione tattile dei non vedenti corrispondeva, tranne piccole insignificanti eccezioni, a quella visiva tanto da farmi quasi invidiare questa abilità.

Il Gruppo A.M.A “Non vedenti e ipovedenti” di Rovereto

Alla fine dell’incontro ho avuto modo di conoscere la storia del gruppo: la sezione A.M.A “Non vedenti e ipovedenti” di Rovereto è nata circa 6 anni fa dall’esigenza di alcune persone con problemi visivi più o meno gravi di incontrarsi, aiutarsi, sostenersi e condividere esperienze e problemi.

Per questo A.M.A li ha sostenuti nel loro percorso di formazione/organizzazione. Il gruppo in seguito non solo è diventato più numeroso, ora sono in 15, ma ha anche acquisito una personalità sociale operativa che è attenta al sostegno psicologico-sociale e cerca di aiutare i membri a passare il tempo in modo attivo e interessante, organizzando uscite tematiche sul territorio.

Infatti, se inizialmente l’unica spinta emotiva di partecipazione era l’esigenza di superare il trauma della perdita della vista, oggi ogni partecipante si sente parte attiva sia nella scelta delle attività che nella partecipazione alle stesse.

Il gruppo lavora insieme anche sul fronte della sensibilizzazione con l’obiettivo di far conoscere le loro problematiche e favorire l’integrazione sociale.

Alcuni componenti partecipano a degli incontri nelle scuole per far conoscere la loro esperienza e insieme all’I.Ri.Fo.R (Istituto per la ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) ed organizza cene e concerti al buio per far capire alle persone vedenti le emozioni che provano e le difficoltà che inontrano nel “mondo dei normodotati” le persone cieche.

Per maggiori informazioni sulle attività proposte dall’I.Ri.Fo.R potete andare sul sito www.irifor.eu.

Flaminia Carbonaro

Siciliana d’origine Flaminia Carbonaro vive a Rovereto, dove lavora come medico specialista. Da suo padre, fotografo di professione, ma anche pittore e scultore-scalpellino, ha ereditato la passione per le arti visive. Nel 1998 inizia a frequentare il gruppo “Quarta Dimensione” di Isera diretto dalla maestra Paola Barlassina Schmitt, coltivando la tecnica del disegno dal vero e partecipando alle esposizioni di Palazzo de Probizer nel 1999, 2000, 2001 e 2002. Dal 2003 al 2010, frequenta i corsi di scultura del Gruppo Arti Visive di Arco sotto la guida del maestro Renato Ischia, partecipando alle collettive del Gruppo presso la galleria Il Transito di Arco. Dal 2011 si divide fra Rovereto e Modica, dove, guidata dalla scultrice Graziella Scivoletto, sta apprendendo la tecnica della ceramica raku. Dal 2012 frequenta il corso di pittura del Gruppo Arti Visive di Arco, sotto la guida del maestro Renato Ischia. Dal 8 al 24 marzo ha esposto la sua mostra dal titolo Il corpo giocato e ritrovato alla Biblioteca Civica di Rovereto.

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