Il 19 dicembre, presso l’aula magna del collegio Arcivescovile di Trento, la classe 4aA aziendale dell’IPSCT Livia Battisti ha organizzato un’assemblea d’istituto dal titolo “Sesso: Sì! No! Forse… Penetriamo nell’informazione”.
I ragazzi nell’ambito dell’area professionalizzante sono stati coinvolti nel progetto “Comunicare per cooperare” che in particolare trattava la “Partecipazione alla realizzazione di un evento”. La classe aveva l’opportunità di proporre un tema di attualità da analizzare durante le lezioni (due ore alla settimana da settembre a dicembre) con ricerche e l’intervento di esperti. Il fine era apprendere i nodi principali dell’organizzazione del lavoro di gruppo finalizzato alla realizzazione di un progetto. All’unanimità la scelta è ricaduta sulla tematica dell’affettività e della sessualità, con particolare attenzione all’esperienza delle ragazze madri.
La classe, divisa in gruppi, si è data da fare per ricercare materiale, scegliere gli esperti da invitare e pensare alle strategie per coinvolgere i compagni d’istituto nell’assemblea. I ragazzi, coordinati dal professor Kinspergher e da Giuseppe Melchionna dell’Associazione Prodigio, si sono impegnati ed hanno affrontato seriamente il tema scelto. I frutti del lavoro si sono visti nella giornata finale.
Il saluto dei rappresentanti d’istituto ha dato il la all’assemblea iniziata con la “sigla di presentazione”, preparata dalla classe, divertente e apprezzata dalla platea. Le foto con i nomi di tutti i ragazzi e la musica degli Offspring hanno subito catturato l’attenzione e gli applausi del pubblico, incoraggiando i presentatori, Carlo e Francesco, saliti sul palcoscenico subito dopo. I portavoce della 4aA hanno spiegato i motivi che li hanno spinti a scegliere il tema dell’affettività: la voglia e la necessità di saperne di più, di non delegare solo alla superficialità della televisione la conoscenza di certi aspetti così importanti. Per questo la classe, dopo lunga riflessione e con l’aiuto degli esperti del Centro Audiovisivi della provincia di Trento, ha deciso di proporre ai compagni d’istituto la visione del film “The Snapper”, il marmocchio, girato nel 1993 da Frears, ambientato in un sobborgo di Dublino. I dubbi sulla pellicola targata BBC si sono dissolti dopo la proiezione in assemblea, complice forse l’effetto del grande schermo, forse le risate del pubblico indice di coinvolgimento, tanto che anche i più scettici alla fine hanno detto “in fondo non era per niente male”.
Il film ha permesso di far riflettere gli spettatori che si sono mostrati molto attenti alla discussione con gli esperti: il dott.Villotti, medico sessuologo, la dott.ssa Amichetti, psicologa, e la signora Sonia, volontaria del Centro Aiuto alla Vita. La classe li aveva già conosciuti durante le lezioni, invitati dai coordinatori e scelti con l’aiuto dell’Azienda Sanitaria di Trento.
Molte le domande per gli ospiti, scaturite anche grazie agli opuscoli informativi distribuiti durante la pausa e alle diapositive preparate dai ragazzi che ben riassumevano significati e dati degli argomenti trattati a lezione. Il dibattito, condotto da Carlo, Francesco e Lara entrati appieno nel ruolo di conduttori-moderatori, si è rivelato vivace ed istruttivo e vi ha partecipato anche il Preside dell’Istituto.
Alla fine ognuno ha potuto trarre le proprie conclusioni, sicuramente delle informazioni in più sono state trasmesse.
Né fischi né pomodori, ma parecchi applausi ci fanno dire senza dubbi che la giornata è riuscita. Complimenti alla 4a A aziendale!
The Snapper che in italiano significa “Il marmocchio”, è ambientato nella periferia di Dublino, come testimoniano la Guinnes bevuta al pub e alcuni scorci della città. Fu girato da Frears nel 1993, ma forse vestiti ed acconciature ci ricordano di più la fine degli anni ottanta. Prodotto in economia dalla BBC, privo di quei tratti holliwoodiani la cui mancanza ha portato una sorta di “straniamento” nella classe, racconta un pezzettino di vita della numerosa famiglia Curley.
Sharon, la figlia maggiore, un giorno annuncia ai genitori di essere incinta. La ragazza non pensa nemmeno per un istante all’ipotesi di un aborto, forse perché siamo nella cattolica, ma anch’essa secolarizzata, Irlanda, oppure perché Sharon cerca di assumersi la responsabilità di ciò che è successo.
I genitori incoraggiano la ragazza, pur con i dubbi che li accompagnano e Sharon dovrà farsi coraggio ed affrontare molte difficoltà prima del lieto fine. È sempre sostenuta dal padre che scopre il desiderio di voler comprendere la maternità della figlia per poterle stare accanto e che non esita a difenderla dalle malelingue.
Un film che malgrado qualche termine scurrile, ma adatto a caratterizzare i sobborghi della capitale irlandese, mette in luce quanto sia importante la consapevolezza delle scelte, la responsabilità e l’appoggio delle persone alle quali si vuole bene.