Marco Dal Bò (24 anni) e Luigi Bressan (26 anni) sono i componenti del duo veneto che si esibisce orami da diversi mesi nei locali bianchi del Veneto.
Ciao ragazzi, la prima domanda è d’obbligo: come mai avete scelto un nome così particolare?
Marco: È stata una scelta spiritosa, sia io che Luigi abbiamo deciso di fare a meno di bevande alcoliche da alcuni anni, onestamente in passato forse abbiamo alzato un po’ troppo il gomito. Siamo cresciuti, abbiamo conquistato nuovi valori ed alcuni amici hanno iniziato a rivolgersi a noi chiamandoci “analcolici” anziché “astemi”… si trattava di un gioco naturalmente, ma a noi è piaciuto e ci siamo tenuti il nome. L’humor è alla base della nostra musica.
E infatti è di musica che vorrei mi parlaste. Prima di tutto, che genere di musica realizzate? Quali sono i vostri riferimenti musicali?
Luigi: Abbiamo deciso di suonare entrambi la chitarra. Io l’acustica e Marco l’elettrica, e di ricreare il sound caldo dei primi bluesman. All’inizio ci sarebbe piaciuto avere una formazione più completa, includere anche una batteria e un basso per esempio, ma poi si sarebbe complicato tutto: innanzi tutto trovare musicisti con i nostri stessi gusti e capaci di non associare la musica al bere non è così scontato. Ma il vero motivo è che è molto più facile ed economico spostarsi in due con le chitarre. Con una macchina possiamo andare a far visita ad ogni locale del veneto con poca spesa. Cosa che per gruppi più numerosi risulta complicato. Quanto riguarda le influenze direi che i grandi nomi che devo assolutamente citare sono Robert Johnson, B.B. King, John Lee Hooker e Howlin Wolf.
Marco: Condivido la risposta di Luigi, in più trovare gente con cui essere in ottima sintonia è una ricerca non da poco. Il blues ha bisogno di questa empatia per risultare corposo. Tra i miei artisti di riferimento vorrei aggiungere qualche nome più elettrico: Jack White e Beck sono due personaggi molto talentuosi per mio avviso. Certo non fanno un blues canonico, ma c’è molto da imparare anche da loro.
Dunque il vostro progetto in cosa si propone?
Marco: È semplice. Vogliamo scuotere un po’ il torpore che aleggia attorno ai bar bianchi di Padova. Per chi non lo sapesse si tratta di bar che servono bevande esclusivamente analcoliche. La cultura del bere è forte in veneto, e spesso si tende ad associare questi luoghi come “noiosi”, il nostro proposito è quello di animarli con serate musicali. Vogliamo dimostrare che ci si può divertire anche con un’aranciata!
Luigi: I primi tempi ci esibivamo soprattutto con un repertorio di cover, soprattutto degli artisti prima citati, ma anche cose più conosciute come Beatles e Kinks. Versioni riadattate a due chitarre ovviamente. Ora che abbiamo preso un buon lancio stiamo iniziando a proporre anche pezzi nostri. La gente pare apprezzare.
E se i nostri lettori volessero ascoltarvi, dove possono trovarvi?
Marco: Al momento abbiamo due serate per febbraio: l’ 11 al Ritrovo dove siamo stati invitati a suonare con alcuni amici di Padova, e il 18 al B House, un bar bianco vicino Conegliano. Ci stiamo organizzando per avere anche un sito dove poter caricare foto degli eventi e un poca della musica che suoniamo. Speriamo di averlo pronto a breve, purtroppo la tecnologia non è mai stata il nostro asso nella manica, ma se tra qualche tempo cercherete “Analcolici Blues Band” su internet, di certo ci troverete!!
Allora grazie! E speriamo di vedervi presto qui a Trento!!
Luigi: Grazie a te! Magari questa primavera faremo un salto a salutarvi!!