Giovedì 26 maggio scorso presso il Caffé Città Piazza Cesare Battisti si è tenuto uno degli ultimi incontri della rassegna “Farsi un’Idea”. Lo scopo dell’iniziativa, aperta al pubblico, è stato quello di avvicinare tutti a temi scientifici, giuridici, sociologici attraverso un linguaggio semplice e accessibile. Questi incontri pubblici e gratuiti sono stati accompagnati dalla professionalità ed esperienza di docenti e ricercatori dell’ Università di Trento, che per l’occasione si sono resi disponibili ad analizzare problemi di interesse comune, tematiche concrete e prospettive future. La rassegna ha permesso la partecipazione attiva dei presenti, che tra un intervento e l’altro hanno pure gustato un buon caffé.
L’incontro, al quale abbiamo partecipato, ha analizzato il binomio, spesso controverso, tra lavoro e utilizzo di internet. È stata un’occasione per capire quali siano i limiti alla riservatezza dei lavoratori che navigano nella Rete. Da questo argomento di partenza se ne sono sviluppati altri. Ad esempio si è parlato di Facebook, e di come i social network in generale siano stati talvolta utilizzati per la scelta del personale da assumere oppure come strumento di monitoraggio indiretto. Si è cercato pure di fare chiarezza e trovare risposte in un settore, quello lavorativo sia pubblico che privato, particolarmente delicato nelle sue storiche contrapposizioni, nel quale i recenti modi di comunicare aprono, nuovi scenari. Cosa accade nel momento in cui le aspettative di riservatezza del lavoratore in Rete, si scontrano con quelle di controllo, al fine di evitare abusi, del datore di lavoro? Il diritto deve sforzarsi ancor più in questo settore, adattandosi continuamente ai mutamenti tecnologici. Si deve trovare una soluzione di equilibrio tra i vari interessi in gioco. Ma quando l’interesse economico ha il sopravvento su tutti gli altri, allora vediamo che i diritti che subiscono di più sono proprio quelli personali, come il diritto alla riservatezza. Questi sono temi fondamentali in un mondo del lavoro con sempre meno certezze e che dà poco valore al singolo lavoratore, inteso come individuo caricato, si di obblighi, ma fonte pure di diritti inviolabili.