Social Network Addiction

Data: 01/02/11

Rivista: febbraio 2011

Gli apparentemente innocenti e sempre più popolari Social network (reti sociali), sono oramai un fenomeno di interesse globale, che occupa via via uno spazio di tempo maggiore nella vita di ogni loro fruitore. Purtroppo accanto alle caratteristiche positive, sono comparse anche delle note assai negative, in particolare legate a problemi e, sempre più spesso, veri e propri casi di dipendenza (si stima che circa il 10% degli utenti corra questo rischio).

Tramite internet sempre più gente mantiene i contatti con parenti ed amici, ma forse è più corretto dire che sempre più gente si affeziona all’uso del computer, preferendo osservare la documentazione della vita altrui (video, foto, blog) anziché uscire di casa e vivere la propria. I vantaggi della rete sono innegabili, amici lontani possono comunicare grazie ad una semplice lettera o addirittura una più sofisticata video-chiamata, mantenendo così i rapporti; ma la degenerazione è sempre in agguato, e complice della pigrizia, ci induce passo passo a retrocedere sulla nostra stessa cultura personale.

La possibilità di ottenere facilmente ogni tipo di informazione, avrebbe dovuto portare curiosità e cultura, invece ha condotto gli utenti verso il pettegolezzo ed il qualunquismo.

I siti e le richieste più cliccate sui motori di ricerca riguardano pornografia e frivolezze. I Social Network non sono da meno, i più giovani li usano come trampolino per sfoggiare proprie foto e commenti, tra una malizia ed un ammiccamento, nella speranza magari di essere notati da qualche talent scout di passaggio. Ma il più grave è il problema del tempo. Man mano che ci si addentra nel mondo delle amicizie virtuali, aumentano anche le ore che passiamo davanti allo schermo. Già molte persone mostrano segni seri ed invalidanti di dipendenza, con sintomi di tolleranza (assuefazione), astinenza, ed infine di craving (ovvero la presenza sempre maggiore di pensieri fissi e di forti impulsi verso come e quando connettersi).

Per molti diventa come una droga, non ne possono fare a meno, applicazione sul cellulare, su computer aziendale, a scuola. Diminuisce il dialogo reale, si arriva addirittura a comunicare tramite la rete con il proprio fratello/sorella seduto nella stanza accanto. Muore così la comunicazione verbale, già indebolita dall’avvento degli sms; si impoverisce il linguaggio, che codificato da una tastiera, si ritrova con frasi semplificate o addirittura parole usate in modo abbreviato (una scrittura veloce nata per risparmiare battute).

In inglese queste assuefazioni vengono definite “Social Network addiction” o “Friendship addiction” e sono una sorta di dipendenza da connessione, dal bisogno di aggiornare e controllare la propria pagina web e da amicizia (detta anche amicodipendenza), o meglio la ricerca di nuove amicizie virtuali da poter esibire sul proprio profilo.

Amicizie che spesso nascono senza che i soggetti si conoscano realmente, ne con l’intenzione di conoscersi in un futuro più o meno prossimo.

La rete fornisce agli utenti un forte senso di sicurezza, ma si tratta di un senso di autostima fittizio, presto raggiunto da sintomi di isolamento sociale e menomazione delle sfere vitali (lavorativa, sociale, affettiva e familiare), “l’utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli dei tossicomani in crisi di astinenza” (ricorda lo psichiatra Federico Tonioli).

Per curare simili disturbi stanno nascendo, (in Italia all’interno dei Day hospital psichiatrico del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma) apposite cliniche per la diagnosi esatta del problema e la cura. Esistono infatti cinque sottotipi di dipendenza da Internet: il cyber-sexual addiction (‘stregato’ da sesso virtuale e pornografia), il cyber-relational addiction (‘schiavo’ dei social network), il net-compulsion (gioco d’azzardo, shopping e commercio online), l’information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e il computer addiction (coinvolgimento eccessivo in giochi ‘virtuali’ o ‘di ruolo’).

Riconosciuto se esiste un effettivo problema e a quale tipologia appartiene, la cura prevede una terapia farmacologia ed un inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione, per ‘riattivare’ un contatto “dal vivo con gli altri” e di conseguenza esperienze autentiche di condivisione, senso del limite, capacità di attesa e comunicazione non verbale.

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