Solidarietà e disabilità

Data: 01/08/12

Rivista: agosto 2012

A novembre dedicheremo due intere giornate al tema Solidarietà e disabilità. Negli ultimi anni sono state decine i progetti di solidarietà internazionale, attuati in collaborazione con le nostre associazioni, in ogni angolo del mondo. Viste le pluralità di esperienze, approcci e metodi si è pensato ad un momento di confronto e arricchimento attraverso due giorni di riflessioni, tavole rotonde, incontri, dibattiti ma anche arte, musica e spettacolo, dove riflettere insieme sulla solidarietà e sulla disabilità in Trentino e nel mondo.

Quando parliamo di disabilità dobbiamo fissare alcuni presupposti. Primo: si intende la tutela della disabilità, non a partire dai bisogni della persona disabile, bensì dai suoi diritti. Il nostro dovere come cittadini è assicurare che questi diritti, alla salute, all’educazione, al lavoro, siano fruiti anche dalle persone disabili.

In secondo luogo si considera la disabilità non come uno ostacolo, ma come un’opportunità e una ricchezza secondo l’approccio di Jean Vanier. Jean Vanier è il fondatore delle comunità dell’Arche che oggi sono 135, in oltre 30 paesi. Da oltre 40 anni si impegna per trasmettere la sua teologia dell’accoglienza. Laddove le organizzazioni che lavorano con i disabili combattono per la tolleranza, il diritto all’integrazione e il rispetto dei diritti, lui ha formulato un sistema che va oltre. Ci esorta a riconoscere nel disabile un valore in termini di insegnamenti che le persone disabili ci possono trasmettere se adeguatamente accolte in seno alle comunità.

Il terzo punto è la riabilitazione su base comunitaria (CBR) riconosciuta e promossa dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa strategia di riabilitazione è basata sul miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, assicurando l’inclusione e la partecipazione alla vita sociale. Questo approccio si è fatto strada a metà degli anni ‘80 diventando una strategia multisettoriale che aiuta le persone con disabilità a trarre benefici dall’educazione, dal mondo del lavoro, della salute e dei servizi sociali. La riabilitazione comunitaria di base è una combinazione di sforzi tra le persone con disabilità, le loro famiglie, le organizzazioni e le comunità, i governi locali, e i servizi sociali, sanitari, le comunità religiose e le associazioni governative.

Sono decine i progetti implementati, nei diversi continenti in questi anni, e più di 15 le associazioni coinvolte. Per questo abbiamo pensato a queste due giornate di riflessione, d’incontro e di scambio.

Sono molti i soggetti trentini impegnati nel settore della disabilità. A titolo di esempio cito tre realtà trentine che incarnano questo impegno a cavallo tra solidarietà e disabilità: La Fondazione Fontana, Cooperativa sociale gruppo 78 e AIFO.

La Fondazione Fontana lavora con la comunità del St. Martin a Nyaruru in Kenya. Prendendo spunto dalla teoria di Jean Vanier, Padre Gabriele Pipinato, il fondatore, ha creato una forte comunità che lavora con i disabili attraverso la riabilitazione comunitaria di base. Negli anni sono stati formati più di 1500 volontari che decidono come spendere le risorse e quali progetti attuare, aiutati e supportati da alcuni dipendenti che ne sono al servizio.

Un’altra associazione che vanta un’esperienza consolidata nel settore è AIFO, che oltre che occuparsi dei malati di lebbra, come il suo ispiratore Raul Follerau, è uno degli attori più impegnati in progetti di riabilitazione e reinserimento sociale per persone con disabilità realizzati proprio attraverso l’approccio della Riabilitazione su Base Comunitaria. Oggi lavora in 22 paesi del mondo, in particolare con il nostro supporto è stato attivato in progetti a favore di persone disabili in Guyana, Mongolia, Pakistan, Liberia, Egitto, Cina, Brasile.

Infine gruppo 78 Gruppo, una cooperativa sociale che progetta e offre servizi socio-assistenziali, sanitari ed educativi a carattere residenziale, semiresidenziale e diurno, a favore di persone in difficoltà, in particolare di coloro che vivono un disturbo mentale. Gruppo 78 nasce come comunità di convivenza a Volano nel 1978 per opera di un gruppo di volontari, di cui alcuni disabili e nel 1981 si trasforma in cooperativa. Gestisce tramite convenzioni dirette con il Servizio per le Politiche Sociali e Abitative della Provincia Autonoma di Trento e su appalti promossi dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari centri e servizi nell’ambito della residenzialità, della formazione al lavoro, degli interventi educativi a domicilio e della socialità. Oltre l’attività in Trentino ha attivato anche interessanti progetti in Brasile, Tanzania, Guatemala, Ecuador.

L’obiettivo delle giornate non sarà solo riflettere sul cammino percorso ma soprattutto fare rete tra le decine di associazioni che in trentino lavorano con i disabili e quelle che attraverso progetti di solidarietà internazionale si occupano di disabilità in Africa, Asia e America Latina. L’idea è proprio quella di far incontrare approcci ed esperienze diverse per essere da stimolo, per trovare soluzioni, nuove idee, contatti e infine per esortare le nostre associazioni a lavorare attraverso il volontariato e la riabilitazione comunitaria di base. Inoltre sarà un’occasione preziosa per far conoscere le associazioni che se ne occupano in Trentino e nel mondo.

Sarà un momento davvero importante non solo per gli addetti ai lavori ma per tutta la comunità trentina, con la quale potremo coltivare una sincera apertura ai desideri dell’altro, e stimolarla ad essere un appoggio costruttivo per il prossimo ponendo la nostra attenzione “all’essere con”, vivendo insieme alle persone disabili e meno fortunate.

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