Il giorno 25 ottobre 2013 ha avuto luogo nell’aula Kessler della facoltà di Sociologia di Trento un incontro che ha visto come protagonista uno dei maggiori pensatori del nostro tempo. Durante i suoi studi passati e presenti ha offerto spunti e riflessioni che hanno originato una nuova visione del mondo. Filosofo e sociologo, Zygmund Bauman, ha costituito e tutt’ora rappresenta una delle “figure portanti” della letteratura sociologica.
Da mente “impostata” da numerosi studi, ma anche da rivoluzionario, la sua vita e i suoi libri rappresentano con vigore un’interpretazione ai fenomeni più complessi e incontrollati della società. I temi affrontati da Bauman sono stati l’emblema dello studio della complessità, intesa come complesso di eventi che non seguono un preciso ordine e che scaturiscono conseguenze inaspettate e ingestibili. Con questa premessa egli critica e propone nuovi strumenti e nuove soluzioni. Da queste premesse nasce l’incontro che si è tenuto venerdì 25 ottobre. La riflessione che intraprende il sociologo parte dalla lettura di un libro “22 ideas to fix the world: conversations whit the world’s foremost thinkers” scritto da Piotr Dutkiewicz e Richard Sakwa.
Questo lavoro è frutto delle idee condivise di ventidue pensatori che dialogano sulla diversità di culture e tradizioni intellettuali. Tutto ciò in funzione dell’analisi dell’attuale crisi economica. Proprio per questo, il libro si pone delle domande che cercano di rispondere ai dubbi sulla nascita e soluzione della crisi. Ci si chiede come questa crisi non conduca ad un cambiamento e come le idee di soluzione vengano spesso ignorate. Alla questione della crisi il sociologo Z. Bauman interviente attraverso un dibattito che sottolinea come vi è la necessità di “sistemare il mondo” intervenendo sull’incapacità di reagire. È opportuno cambiare le decisioni e le responsabilità che sono state intraprese in passato intervenendo sulla prospettiva futura. Il dialogo che sussiste tra passato e futuro viene definito da Bauman “interregno”. Esso rappresenta una situazione in cui il modo vecchio di intervento non funziona più, ma quello nuovo non è ancora stato definito. È possibile capire il significato di interregno analizzando tre concetti fondamentali.
Il primo punto esplicativo è denominato dal sociologo “l’ignoranza”. All’interno di questo concetto risiede la consapevolezza che non sarà mai possibile trasformare al cento per cento tutta la conoscenza in realtà. Ogni uomo e ogni cosa presenta dei limiti oltre i quali è difficile andare. La presunzione di poter conoscere tutto è solo una mera illusione. Il secondo punto che tocca Bauman è rappresentato dalla “mancanza di fiducia”. Nel mondo d’oggi sembra che manchi la volontà di affrontare le cose. In questo modo, però, è presente uno scoraggiamento ad intraprendere diversi obiettivi. In merito alla crisi, il sociologo sostiene che le idee ci sono, vi sono, anche, soluzioni valide per affrontarla, ma il problema è che vi è un eccesso di queste ultime che porta all’incapacità di fare una scelta su quale via intraprendere.
Il terzo tema che chiarisce la nozione di interregno è IL “divorzio” tra politica e potere. Innanzitutto è opportuno spiegare i due concetti. Il concetto di politica concerne la capacità di decidere su cosa debba essere fatto, mentre il concetto di potere, dipende dalla capacità di intraprendere delle azioni. Dal 1500 queste due capacità sono sempre state unite in quanto chi governava aveva il diritto di decidere. Oggi nella nostra società è presente una seconda formula, si decide in base al “principio di sovranità territoriale”. Questo impedisce a coloro che sono al di fuori del confine di entrare e influenzare le dinamiche dentro i confini stessi. In tale principio risiede la nozione di Stato come colui che possiede gli strumenti per esercitare il potere. La critica presente in questo concetto è che nell’epoca odierna viene a mancare questa caratterizzazione; lo Stato non è più legittimato a compiere le sue funzioni poiché non possiede più la piena fiducia di coloro che dovrebbe amministrare.
Per concludere il suo intervento Z.Bauman riflette su quello che dovrebbe costituire il punto di partenza dell’idea di risoluzione della crisi: -”Nella nostra società risiedono profondi problemi: essi sono globali, ma la soluzione è locale”. L’incipit che proviene dal sociologo esemplifica come è necessario partire e riparare il micro per espandersi al macro sistema.