SOS Villaggio del Fanciullo

Data: 01/08/19

Rivista: agosto 2019

Conoscere l’associazione:

Ci raccontate come nasce e chi ne fa parte?
Il Villaggio ha iniziato la sua attività nel 1963, quando per rispondere ai bisogni di bambini orfani o che non avevano un sufficiente sostegno da parte della propria famiglia si ricorreva agli istituti. Zita Lorenzi, che in quel momento era assessora regionale alle politiche sociali e germanofona, sapeva dell’esistenza del primo Villaggio SOS sorto ad Imst, in Austria, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e ne aveva frequentato l’ideatore e fondatore, il dott. Hermann Gmeiner. L’idea di Gmeiner era molto semplice, basata sulla sua stessa esperienza di vita. Egli infatti era rimasto orfano di madre in una famiglia numerosa, ed era stata la sorella maggiore ad assumersi questa funzione. Il modello si basava su quattro principi: la mamma (una donna che si impegnava a crescere figli non suoi e che veniva a vivere con loro nel Villaggio); la fratellanza (nella casa del Villaggio tutti i bambini erano “come fratelli”, non solo i fratelli di sangue); la casa (non gli ambienti grandi e impersonali dell’istituto, ma un immobile a misura di una famiglia numerosa); il Villaggio (come comunità allargata, rampa di lancio verso la vita nella società). A differenza degli istituti il Villaggio non aveva e non ha al suo interno asili, scuole, gruppi sportivi o altro in quanto i bambini accolti devono fare la vita normale dei coetanei nel quartiere.
Zita Lorenzi trovò a Trento dei sostenitori di questo progetto, primo fra i quali Nilo Piccoli, allora sindaco della città, e costituì un gruppo promotore all’insegna di una nuova e vincente idea: quella di unire risorse pubbliche e private. Così il Villaggio sorge su terreno del Comune, le sue case sono state in parte finanziate da Enti pubblici in parte da privati: la proprietà degli immobili è rimasta al Comune che la mette a disposizione del Villaggio per le sue attività.

Chi collabora con voi?
Il Villaggio è una Cooperativa di solidarietà sociale, da una parte ha un proprio organigramma di personale dipendente, dall’altra per l’attività che svolge riceve sostegno finanziario dagli Enti gestori, principalmente dalla Provincia. Parlando di collaborazione si possono distinguere tre ambiti: 1. L’accoglienza di bambini e ragazzi, che viene effettuata all’interno della cosiddetta rete formale: servizi sociali, sanitari, Tribunale per i minorenni, scuole, ecc.; 2. Le varie attività, per cui il Villaggio si avvale della collaborazione di persone volontarie e/o di gruppi strutturati o spontanei; 3. Attività particolari, coprogettate e realizzate assieme ad altri soggetti del Terzo settore.

Qual è la vostra mission?
Considerata l’attività mutualistica della Società, la Cooperativa ha come oggetto:
– dare accoglienza, nel mantenimento, nella formazione, educazione ed istruzione, mediante la frequenza della scuola d’obbligo, secondaria o professionale ai bambini e giovani privi temporaneamente di una adeguata assistenza da parte dei genitori;
– dare sostegno alla loro famiglia, accompagnandola nell’acquisizione di competenze genitoriali e nello sviluppo di una rete di riferimento, per contrastare il rischio che il bambino ne perda l’assistenza o, dove questo sia accaduto, al fine di recuperare quanto necessario per assicurargliela nuovamente;
– rispondere ai bisogni delle donne in situazioni di emergenza, in cui sono vittime di maltrattamenti e violenze famigliari, in particolare garantendo loro e ai loro figli l’accoglienza residenziale, l’ospitalità, la protezione e la sicurezza individuale, la cura, l’attenzione, il sostegno emotivo e materiale, l’accompagnamento psicologico ed educativo necessari per l’elaborazione positiva dei traumi, in prospettiva del recupero della piena dignità, delle risorse personali e delle potenzialità anche genitoriali;
– fornire servizi che, nel momento della crisi di coppia, consentano a ciascun genitore di esercitare le proprie funzioni a vantaggio dei figli e di relazionarsi con loro.

 

Conoscere l’attività:

Quali sono le vostre attività?
Il Villaggio gestisce:

  • 7 comunità residenziali in cui vengono accolti temporaneamente bambini e ragazzi allontanati dalla propria famiglia con decreto del Tribunale per i minorenni: i ragazzi vengono accolti dentro un progetto di rete in cui vengono messe in campo risorse affinché la situazione di criticità familiare venga superata ed il figlio possa fare rientro a casa;
  • 1 centro diurno in cui vengono fatte attività di supporto a bambini e ai loro genitori, che sono in una situazione critica ma tale da non compromettere la vita in famiglia
  • Accoglienza di mamme con i loro bambini in una fase di forte criticità, legata sempre alla separazione di coppia, in cui devono riprendere in mano un po’ tutta la loro vita (lavoro, casa, ma soprattutto relazione educativa con i figli): si tratta di progetti diversi perché diverse sono le situazioni, ma complessivamente supportano una decina di questi nuclei familiari all’anno 
  • Accoglienza di donne e madri richiedenti asilo: tre appartamenti sono messi a disposizione per questo tipo di intervento
  • Ragazzi maggiorenni in uscita dalle comunità residenziali: quando non è possibile per loro il rientro in famiglia vengono supportati nel raggiungimento dell’autosufficienza e autonomia
  • Progetti di educativa domiciliare
  • Borse di studio universitarie per ragazzi in uscita dai progetti del Villaggio
  • Servizio lavoro: sportello per tutte le persone accolte al Villaggio che le accompagna supporta nella ricerca del posto di lavoro.

Come si può partecipare ai vostri progetti?
Ci sono due modi di partecipare ai nostri progetti:

  1. Sostenerli materialmente (con offerta in denaro o in natura: alimentari, attrezzature sportive, vestiario, giochi, ecc.: materiale usato ma in buono stato)
  2.  Facendo attività di volontariato, tendenzialmente nell’ambito del sostegno scolastico o delle attività di tempo libero dei bambini/ragazzi.

Quali altre associazioni collaborano o hanno collaborato con voi?
Nel tempo le associazioni con cui abbiamo collaborato sono state tante e sono anche cambiate: diciamo che il pensiero è quello che, soprattutto nel momento in cui ci si muove sul territorio, è bene farlo assieme ad altri.
Il Villaggio è poi parte di SOS Kinderdorf International, organizzazione internazionale che ha sviluppato nel mondo l’idea di Gmeiner e presente anche in Italia.
Il Villaggio aderisce al CNCA Regionale.

In futuro

Quali progetti avete in mente di realizzare?
I prossimi anni ci vedranno impegnati nello stabilizzare forme di accoglienza per i migranti: stiamo aderendo al progetto promosso dalla Diocesi di Trento e da Astalli proprio con questa finalità.
Vorremmo consolidare i servizi di rafforzamento della genitorialità: diciamo che il tentativo è sempre quello di sostenere le persone nell’uscire da situazioni critiche, ma magari anche di anticipare queste criticità prendendo tempestivamente in considerazione le fragilità presenti. Passare quindi anche ad interventi di prevenzione.

Che messaggio vorreste lasciare ai nostri lettori riguardo la vostra associazione?
Il Villaggio è una piccola realtà del sociale che diventa grande grazie all’attenzione ed alla partecipazione dei suoi cittadini. Il Villaggio si sente parte della collettività dentro cui opera e suo obiettivo è di crescere insieme con essa.

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