Marciapiedi a norma, parcheggi ed entrate riservate, attrezzature adeguate nei musei, semafori a suono per i non vedenti, spiagge accessibili, autobus metro e servizi speciali di trasporto oltre a multe salate per chi discrimina i diversamente abili: questo è ciò che offre la civilistica spagnola per coloro che lì venivano inizialmente chiamati “minusvalidos”(invalidi) e ora grazie alla crescente sensibilità verso questa tematica “discapacitado”(disabile) o talvolta anche “personas especiales” cioè persone speciali. Ecco quello che ho potuto vedere spesso e volentieri in occasione di un viaggio programmato da tempo su invito di un’ amica che possiede gli zii a Murcia. Con volo da Bergamo siamo arrivate ad Alicante(regione di Valenzia). Ritrovo con il cugino di Silvia(la mia amica) che ci ospiterà per qualche giorno a Murcia; in seguito partenza per Madrid,ricerca di un alloggio lì e gita a Toledo mezz’ora da Madrid. Questo viaggio in Spagna, terra ricca di storia e tradizioni, oltre ad offrirmi un periodo di svago, mi ha permesso di poter vedere una realtà diversa da quella italiana riguardo alla disabilità. Ho potuto così raccogliere in questo articolo brevi impressioni corredate da prove fotografiche che mostrano le agevolazioni per i disabili incontrate nel percorso.
Appena fuori dall’aeroporto di Alicante noto già vari parcheggi per i disabili proprio accanto all’entrata, una grande insegna che recita “areopuerto sin barreras” e una ragazza dello staff che sta per entrare nell’aeroporto con due carrozzine e che riesco a fotografare all’ultimo minuto.
Inoltre impossibile non notare i semafori tutti rigorosamente dotati di segnaletica sonora per i non vedenti… A Toledo persino con l’avviso dei secondi a disposizione per attraversare la strada (tanto per dimostrare quanto ci tengono alla sicurezza). Un provvedimento sui semafori si potrebbe adottare anche in Italia, anzi sembra strano non sia già stato adottato visto che sarebbe di facile applicazione e quindi di accordo generale. Mi sembra sciocco in questo caso parlare di inquinamento acustico dato che il rumore dei motori delle auto supera abbondantemente quello dei semafori; personalmente la ritengo quindi una scusa per non attuare quello che sarebbe un più che significativo passo avanti per i non vedenti i quali si sentirebbero senza dubbio più sicuri ad uscire soprattutto quando devono attraversare il traffico caotico della città.
Per le strade molti parcheggi e passaggi riservati ai disabili e marciapiedi a norma e facilitati.
Nei musei e nelle strutture turistiche attrezzature apposite.
Alla metro e nelle stazioni non mancano indicazioni specifiche per i disabili.
Leggo poi sul sito internet della Camera dei Deputati spagnola che è stato approvato un progetto di legge che stabilisce sanzioni per quanti discriminano le persone diversamente abili. La legge integra quella già esistente per “l’uguaglianza di opportunità, non discriminazione e accessibilità delle persone con disabilità”. Anche il “Comitato Spagnolo Rappresentanti Persone Disabili” (CERMI) e il “Consiglio Nazionale per la Disabilitá” hanno partecipato all’”elaborazione della normativa che crea un sistema di sanzioni in caso di violazione della giá esistente “Legge per l’uguaglianza di opportunità, non discriminazione e accessibilitá delle persone con disabilitá”, in vigore dal 2003.
Inoltre dalla fine del 2007 sono previste multe da 301 euro a un milione di euro, a seconda del grado di infrazione (lieve, grave e molto grave): da irregolarità formali a discriminazioni dirette e indirette. Sono sanzionabili il mancato rispetto delle esigenze di accessibilità e il rifiuto di realizzare riforme architettoniche. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di mettere a disposizione un milione di euro per adattare i mezzi di trasporto pubblici per i disabili; ha inoltre approvato un decreto (Real Decreto) per stabilire i criteri tecnici di accessibilità che dovranno rispettare taxi, autobus, metropolitane, tram, navi ed aerei e anche le rispettive stazioni. A favore del disabile spagnolo il sito www.discapnet.es che offre le ultime novità sulle leggi e convenzioni correlate.
Allorché un europeo su dieci è affetto da un handicap più o meno pronunciato, la collettività deve prendere coscienza del fatto che sta a lei adattarsi ai bisogni delle persone disabili, e non più il contrario. Speriamo dunque in un’Europa sempre più sensibile al tema della disabilità perché i passi da fare sono ancora molti. Non basta che il disabile si senta accettato ma anche sostenuto e agevolato nella direzione di un affievolimento delle differenze tra la vita di un normodotato e quella da disabile.