STERADIODJ

Speaker radiofonico, webmaster, giornalista pubblicista e volontario della Croce Rossa. Sono queste le attività e la passioni che Stefano Pietta – 37 anni di Manerbio (Brescia) – porta avanti ogni giorno da quello che lui stesso definisce scherzosamente «un trono» molto speciale, la carrozzina, sua fedele compagna di viaggio fin dalla nascita a causa della tetraplegia spastica. «Per via della mia disabilità – spiega – mi serve assistenza continuativa h24, faccio fatica a tenere la penna in mano o a mangiare un panino, ma grazie all’aiuto dei miei genitori e al supporto del computer, vivo la mia vita appieno e la amo. La mia condizione non è un limite, ma un nuovo punto di partenza, per mettermi sempre in gioco». E leggendo questa intervista, capirete in quanti modi! 

Stefano, raccontaci qualcosa in più di te, che cosa hai studiato e che lavoro fai.

Ho frequentato normalmente tutte le scuole dell’obbligo e nel 2003 mi sono diplomato tecnico della gestione aziendale. Poi ho seguito un corso di alta formazione per diventare webmaster e oggi mi occupo dell’inserimento dati per una fonderia di acciai speciali, nella modalità del telelavoro. 

Nel 2013 hai fondato una tua emittente radiofonica web, «Steradiodj». Come è nata l’idea e come funziona?

«Steradiodj» è nata per hobby, con tre grandi obiettivi: far conoscere il mondo della disabilità, di cui purtroppo si parla poco, fare nuove amicizie e, infine, partecipare a incontri, eventi e manifestazioni. La gestisco da solo, comodamente da casa, alternando dirette in cui commento le notizie del momento, musica, interviste e varie rubriche, condotte in collaborazione con amici e amiche giornalisti e del settore. E poi ovviamente c’è qualche spazio in programmazione automatica, che permette alla radio di andare in onda ventiquattro ore su ventiquattro, anche di notte.

Ci hai parlato degli obiettivi che ti hanno portato a lanciare la webradio. Quali sono invece quelli per il futuro? 

Tantissimi! Offrire un servizio sempre migliore. Trovare notizie fresche e ospiti curiosi. 

Tu, oltre che speaker, sei anche giornalista pubblicista ad honorem…

Sì, una testata online bresciana ha segnalato il mio canale all’Ordine dei giornalisti della Lombardia che, il 2 ottobre 2020, ha scelto di nominarmi giornalista pubblicista ad honorem per il mio impegno nella divulgazione di messaggi sociali spesso dimenticati. Siccome però eravamo in piena pandemia, ho dovuto aspettare fino al 26 maggio 2021 per andare a ritirare il tesserino. Era una cosa che desideravo da tempo, una grande soddisfazione e un’emozione senza uguali. 

Oltre a scombinarti il ritiro del tesserino, come ha inciso il Covid sulla tua routine? 

Non molto. Già prima, tra telelavoro e radio, stavo spesso in casa. Ciò che più mi è dispiaciuto nell’ultimo anno è stato non poter frequentare la sede del Comitato Croce Rossa di Brescia e non poter andare a conferenze e incontri. Dall’altra parte, però, grazie alla radio ho potuto tenere compagnia a tanta gente, visto che essendo costretti a stare dentro, si era più facilmente connessi online. 

Parliamo di accessibilità e disabilità. Che cosa è cambiato in questi anni in Italia e quanta strada c’è ancora da fare? 

In questi anni è cambiato parecchio. Tante cose sono migliorate, ma tante altre restano ancora da fare per rendere la vita di una persona con disabilità più facile possibile. Penso che il punto su cui bisogna lavorare – e anche il più laborioso – siano le barriere mentali. E credo che anche noi disabili in questo ambito dovremmo aiutare i normodotati, per esempio facendo loro capire che con noi si può discutere, intavolare un discorso, insomma, approcciarsi in modo «normale».

Grazie alla tua radio, sei entrato in contatto con molti vip. Chi ricordi con più affetto? 

Sicuramente Luciano Ligabue, di cui sono un grande fan, ma anche Francesco De Gregori e Malika Ayane. Un altro incontro bellissimo è stato quello con Alex Zanardi, che ho avuto modo di intervistare di persona qualche anno fa dopo una gara. Lui è un guru della disabilità e la sua forza è un ricordo che porterò sempre con me, sperando che possa rimettersi presto. 

E il personaggio che sogni di intervistare?

Vorrei approfondire la conoscenza con Luciano Ligabue. Per ora ha cantato un veloce jingle in radio, ma vorrei proprio intervistarlo. E poi l’attrice Serena Rossi e il conduttore Carlo Conti. 

Hai un motto? Se sì, quale? 

A dire il vero ne ho tanti. Il primo è «vivo la vita, adoro la vita». E poi, non mollare mai, qualsiasi sia la difficoltà. A chi ci sta leggendo, dico: cercate sempre un obiettivo che vi faccia dimenticare e superare i momenti no. E se avete una bella storia da raccontare o una rubrica da proporre, non esitate a contattarmi. Vi aspetto su «Steradiodj»!

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