Il 5 maggio è stata celebrata la Giornata Europea della Vita Indipendente e, con l’occasione, è stata lanciata la Campagna “Stop ai tagli sulle persone disabili” con lo scopo di sensibilizzare le persone sugli effetti e sull’impatto che hanno avuto le misure di austerità sulla condizione delle persone con disabilità.
L’ evento è stato promosso dall’ENIL (European Network on Independent Living), in collaborazione con l’EDF (European Disability Forum) e l’EFC (European Foundation Centre). La giornata è stata festeggiata in tutta Europa, con l’organizzazione di diverse iniziative ed attività.
Per il nostro Paese, l’evento centrale, intitolato la Vita Indipendente delle persone con disabilità: le richieste all’Europa, si è tenuto a Roma a cura dell’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dell’ ECAD (Ebraismo Culturale Arti Drammatiche).
Ad aprire l’incontro è stato Dino Barlaam, presidente della FISH Lazio, il quale ha sottolineato l’importanza della collaborazione con le istituzioni, affinché non siano sempre più i più deboli a pagare, e perché i Fondi Europei abbiano dei vincoli di destinazione e di riparto ben definiti con lo scopo di abbattere una volta per tutte quelle barriere culturali e mentali che impediscono ancora nel 2014 una reale inclusione sociale.
È intervenuta poi, Erica Battaglia, Presidente della Commissione Politiche sociali e della Salute di Roma Capitale, la quale ha esplicato alcuni punti, a suo avviso, fondamentali ai fini di una nuova progettazione per la disabilità.
A seguire, in collegamento da Bruxelles,ha preso la parola Peter Lambreghts, del Direttivo di ENIL Europa, che ha precisato le richieste del movimento europeo delle persone con disabilità, mentre Giampiero Griffo rappresentante del FID (Forum Italiano Disabilità) ha chiarito l’opportunità data dai Fondi Europei Strutturali Europei 2014-2020, sottolineando l’importanza che essi siano accessibili a tutti senza discriminazioni, e auspicando gli stessi si muovano in questa direzione.
Successivamente, Rita Visini, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio ha insistito sulla necessità del coinvolgimento delle parti sociali “con funzione educante”.
Sono poi intervenute, nel corso del convegno, diverse e importanti personalità come Germano Tosi, Presidente dell’ENI Italia, Giampiero Gioffredi, Presidente dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, Furio Panizzi, consigliere dell’Ordine Regionale del Lazio degli Assistenti Sociali, ed infine Silvia Cutrera, Presidente dell’AVI di Roma.
Tali autorità si sono tutte schierate a difesa dei diritti delle persone con disabilità, inneggiando al “Nulla su di Voi, senza di Voi” e rimarcando il ruolo fondamentale di un fronte unito della Disabilità, che non frammenti le proposte e le istanze, rischiando di rendere vani tutti gli sforzi fatti, nel cercare di rendere indipendenti, e consapevoli i disabili e liberi quanto più possibile dall’assistenzialismo.
Se si guarda la realtà, tale obbiettivo è ancora molto distante, molteplici sono infatti sono le testimonianze di vita delle persone con handicap che ogni giorno devono affrontare barriere strutturali e mentali che ancora nel 2014 impediscono quell’ inclusione sociale, che per un Paese sviluppato e con un’economia avanzata dovrebbe costituire la norma.
Ancora oggi ci si trova costretti a difendere dei diritti, che spesso vengono considerati come delle esigenze, dei privilegi, dei “regali”. Ancora oggi c’ è chi è costretto ad umilianti visite di revisione all’ INPS, per difendere il proprio status.
Percorrere le strade dell’inclusione sociale significa sostanzialmente porre la questione della disabilità nella dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto: includere vuol dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Ciò non significa negare il fatto che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità o menomazioni che devono essere trattate in maniera adeguata, ma vuol dire spostare il focus di analisi e di intervento dalla persona al contesto, per individuarne gli ostacoli e operare per le opportune rimozioni.