I dati Istat riguardanti il 2008 parlano chiaro: l’Italia è uno tra i paesi europei che presentano un tragico bilancio degli incidenti stradali. Nella classifica delle nazioni con il numero maggiore di decessi sulla strada, il nostro Stato si presenta secondo solo alla Polonia. Solo nell’anno 2008 si parla di 4.731 morti e 310.739 feriti con lesioni di diversa gravità, con una media di 13 vittime al giorno e 849 feriti. Una vera e propria carneficina giornaliera. Gli incidenti che si verificano quotidianamente sono in media 589: 218.963 quelli rilevati durante tutto l’anno. Il 76,8% degli incidenti totali sono avvenuti sulle strade urbane: questi hanno causato circa il 73,5% dei feriti e il 43,9% delle vittime. Sulle autostrade si sono verificati il 5,7% degli incidenti con il 6,6% dei feriti e il 9,6%dei decessi. Sono dati che fanno rabbrividire qualsiasi lettore. La situazione, per quanto sia ancora tragica, se si pone a confronto con gli anni precedenti al 2008, sembra essere in miglioramento. Si è calcolato, infatti, che dal 2000 vi è stato un calo del 14% per quanto riguarda il numero degli incidenti, del 13,7% per i feriti e del 33,0% per il numero di morti nelle collusioni. Sempre nello stesso periodo è stata registrata una costante riduzione della gravità degli incidenti provata sia dall’indice di mortalità (passato da un 2,8% del 2000 ad un 2,2% nel 2008) sia dall’indice di gravità (da 1.9 a 1.5 decessi ogni 100 infortunati). Un po’ alla volta, grazie all’ educazione stradale, ai controlli, alla severità delle pene, alla manutenzione maggiore delle strade, alla divulgazione delle “statistiche nere” e a molto altro si stanno progressivamente riducendo gli incidenti. Ma non è abbastanza. La strada da percorrere per arrivare al traguardo della piena sicurezza è ancora lunga. In Francia la maggior parte degli incidenti vengono chiamati: violenze stradali. Con questo termine si vuole eliminare la fatalità che viene indicata come la causa principale delle collisioni ma che, spesso, non è la protagonista tra le spiegazioni di esse. Eccesso di velocità, incoscienza, distrazione e abuso di sostanze, sono solo alcune delle cause che ci fanno capire quanto il termine “fatalità” possa risultare inappropriato. Sono illuminanti i dati che testimoniano la maggiore concentrazione degli incidenti soprattutto alle porte e nel week-end (venerdì e sabato): ironicamente si potrebbe dire che in pochi corrono per arrivare in ufficio. Non ci sono dubbi: l’educazione stradale ma soprattutto l’educazione alla sicurezza, alla responsabilità, alla sensibilità e la consapevolezza della fragilità della vita sono le fondamentali nozioni sulle quali basare la determinazione del rispetto stradale.