Super Size me

Data: 01/12/09

Rivista: dicembre 2009

Film-documentario girato nel 2004, diretto ed interpretato da Morgan Spurlock, registra americano indipendente. Un progetto ambizioso, ma soprattutto rischioso quello del giovane filmaker, poiché per la durata di un mese si è sottoposto ad una dieta interamente basata alimentandosi nei fastfood, in particolar modo nella nota catena di Ronald McDonald’s, contro cui due ragazze statunitensi, avevano intentato una causa dichiarando responsabile l’azienda della loro obesità.

Il film nasce dalla tesi della difesa, sostenitrice che non esistevano prove che un alimentazione basata su un’alimentazione esclusiva nei fastfood avesse effetti similmente negativi sul fisico umano. In molti hanno anche sollevato al questione del libero arbitrio e di come nessuno sia obbligato a mangiare da McDonald’s, criticando la società americana troppo poco disposta a prendersi responsabilità e facilmente incline alle cause giudiziarie come panacea dai mali. Spurlock invece, ha deciso di sottoporre sé stesso come cavia.

A 33 anni, in salute e magro, 188 centimetri di altezza per 84 kg di peso, prima dell’esperimento; ha guadagnato 11 kg e provato improvvisi e repentini cambi di umore, disfunzioni sessuali, ed al termine della sua particolare dieta ha incrementato la sua massa corporea del 13%.

Durante questi pasti ha inoltre eliminato l’attività fisica, per mettersi nei panni dell’americano medio consumatore di hamburger e poco disposto a camminare, riscontrando un peggioramento di salute che nessuno si sarebbe aspettato.

Tre pasti al giorno tutti i giorni, senza fermasi anche di fronte agli ammonimenti dei medici che lo tenevano senza controllo, lo portano alla fine del mese. Il film fa notare come queste multinazionali incoraggino un’alimentazione basata sul largo uso di zuccheri (presente persino nelle insalate McDonald’s) e grassi allo scopo di massimizzare il proprio profitto.

La discussione si punta sulla mancanza di cibo sano in molte scuole, mostrando come una dieta equilibrata sia fonte di un maggiore rendimento scolastico, ma anche come in molte mense venga fornito moltissimo cibo fritto e snacks (nessun nutrizionista vi direbbe mai di mangiare in un simile modo); il potere negativo della pubblicità sui giovani, le simpatiche mascotte, i cartoni animati, ed i parchi giochi dentro gli stabili lasciano un imprinting di divertimento nei più piccoli mentre i grandi mangiano, il tutto finalizzato a creare nuovi futuri consumatori.

Come se la ricerca del massimo profitto, cancellasse le preoccupazioni delle grandi compagnie dell’industria alimentare riguardo la salute dei propri clienti.

Il film non dà delle effettive risposte.

Mostra un caso ponendosi molte domande. Le due ragazze persero la loro causa non arrivando a dimostrare l’effettiva responsabilità della catena alimentare. Del resto nessuno è obbligato a mangiare tre pasti al giorno nei fastfood, ma allora perché Morgan subiva così frequenti emicrania e sbalzi di umore se rimandava i pasti? Erano davvero i sintomi di una dipendenza quelli che manifestava?

In seguito all’uscita di questo film, McDonald’s ha deciso di ritirare dal mercato l’opzione Super Size per i suoi menu, anche se la compagnia ha negato decisamente che questa scelta fosse legata al documentario.

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