Ci sono 70 milioni di persone non udenti nel mondo e non possono essere capite da persone che non conoscono il linguaggio dei segni. Un dispositivo indossabile per migliorare la comunicazione esiste! Si chiama Talking Hands l’app, installabile su qualsiasi smartphone, che dialoga con un guanto strumentato e alleggerito capace di leggere le rotazioni i movimenti di una mano e di tradurli in una voce. In poche parole consente di decriptare il linguaggio dei segni e trasformarlo in voce.
Pur essendo un espressione riconosciuta dalla comunità, la lingua dei segni (LIS), è soggetta a piccole personalizzazione, quasi come i dialetti locali. Da qui l’importanza di avere uno strumento universale per il riconoscimento gestuale.
Il software sviluppato da Francesco Pezzuoli, e Dario Corona, due giovani laureati all’università di Camerino, si presenta come una scatola vuota e, man mano che il soggetto sordomuto usa il guanto per fare i segni che gli sono consoni, l’app li codifica: un vero e proprio addestramento, che trasforma i gesti in parole in modo da creare un vocabolario personalizzato e ricco, che consente a chi lo utilizza di dialogare con qualsiasi interlocutore.
L’app inoltre consente anche di tradurre in tempo reale i gesti codificati in parole per tutte le lingue.
L’industrializzazione di Talking Hands è la sfida più grande, verranno messi a disposizione gratuitamente un seria di 500 pezzi per una sperimentazione che consentirà anche di migliorare il prodotto finale.