Toc Toc! Chi è? Sono io. Buongiorno ragazze. Volevo raccontarvi di qualche mia poesia. Sapete, al Csm me ne hanno giusto pubblicata una! Aspettate, vi scrivo una dedica…
Toc Toc! Eccovi!!! Ciao bambini! Che bello che anche questa settimana ci siete. Forza, iniziamo col fare qualche compito, così poi ci rimane un po’ di tempo per giocare! E più tardi arriva pure Ciro, l’istruttore di pingpong!!
Toc Toc! Prego entri! Scusatemi, volevo solo curiosare…Vuole una tazza di the? Perché no! Sapete, qui una volta c’era un magazzino. Ma guarda come si è trasformato!
Le nostre giornate, nella saletta-laboratorio del Quartiere Animato, trascorrono con un susseguirsi di volti, sguardi, richieste, osservazioni, saluti, bronci, sorrisi, e chi più ne ha più ne metta… A volte arriva Mamadou, un ragazzo della Guinea che viene a studiare l’italiano. Poi bussa Marina, la nostra madrina di quartiere, che porta sempre con sé una borsa di libri o altri materiali da regalare. Qualche condomino telefona per chiedere del riscaldamento. Un viso conosciuto ci saluta dalla finestra, ci siamo dimenticate il suo nome ma rispondiamo con un sorriso. Poi arriva l’ora di quelli che si fanno incuriosire dalle locandine delle nostre attività. Li salutiamo, spieghiamo chi siamo, li invitiamo a entrare. No, non siamo del Girasole e nemmeno della Casota. E’ un progetto nuovo, si chiama il Quartiere Animato! Ecco il nostro programma. I laboratori si rivolgono ai nonni e ai bambini, ai giovani e ai pensionati, ai disoccupati, alle mamme, a tutti quelli che sono soli, agli annoiati, ai curiosi, ai creativi, a tutti! Ogni tanto si affaccia la signora Paola, chissà se questa volta avrà una lettera da farci tradurre o una storia ‘de sti ani’ da raccontare. E a volte arriva pure qualche fiore, e quella piccola saletta, che fino a luglio non era altro che un deposito impolverato e buio, diventa sempre più accogliente.
Ed è proprio questa la sfida e la scommessa del progetto. Riuscire e rendere vivo e frequentato uno spazio fino ad ora avvolto da pregiudizi e scetticismo, facendo sì che proprio questo luogo diventi invece un punto di riferimento per il quartiere. Un luogo in cui ci si incontri e ci si ascolti, si faccia qualcosa di bello assieme, si condividano le proprie esperienze e i propri saperi. Un luogo in cui se hai bisogno di un po’ di zucchero te lo prestiamo e poi ce lo riporterai. Un luogo in cui proporre idee e darsi da fare per costruire il quartiere che vorremmo. Un luogo in cui sentirsi parte di una comunità.
Un progetto a cura di APPM, in collaborazione con la Fondazione Crosina Sartori Cloch