La scorsa estate e per la precisione il 31 agosto 2012, ha aperto al pubblico nei pressi del Giardino Botanico delle Viote sul Monte Bondone il percorso dal titolo “La geologia a portata di mano” che oltre ad essere “informativo”, “espositivo” e con finalità di “divulgazione scientifica” ha la particolare caratteristica di essere un percorso “tattile” rivolto quindi anche e/o soprattutto a chi ha difficoltà visive o uditive.
Questa dimensione sensoriale dà al percorso un dato oggettivo in più per i cosiddetti normali e nello stesso tempo permette a chi ha difficoltà visive o uditive di accedere direttamente alle informazioni anche scientifiche e condividere le proprie conoscenze con tutte le tipologie di pubblico.
Tutte le montagne trentine: Piccole Dolomiti e Pasubio, Altopiano di Lavarone, Cima d’Asta, Alta Valsugana, Bondone, Lagorai, Monte Baldo, Dolomiti di Brenta, Presanella, Dolomiti di Fassa e Maddalene sono rappresentate con le rocce tipiche del posto in una sorta di “mini Trentino sulle rocce”.
Il percorso è uno strumento di “conoscenza” permanente immerso nel contesto naturalistico del posto e inserito all’interno del nuovo parco adiacente al Giardino Botanico Alpino delle Viote è composto da una ventina di blocchi di roccia di grandi dimensioni che assieme formano una mappa geologica semplificata del Trentino.
Da anni il Museo delle Scienze di Trento cerca di investire sulla comunicazione scientifica sperimentando nuove forme di coinvolgimento del pubblico attraverso metodologie innovative, sperimentali ma soprattutto mettendo in campo argomenti scientifici e tematiche di attualità che spesso sono di difficile accesso.
Questo percorso fa parte di quei progetti che cercano di andare al di là della “normalità”, e che si spingono a cercare di organizzare percorsi, visite guidate e sistemi di orientamento utili a rendere i musei e la cultura in genere il più possibile inclusivi e aperti a tutti con l’utilizzo di: didascalie in braille, mappe tridimensionali delle sale, audio guide, iniziative dedicate ecc…
Il percorso fa parte del progetto “Percorsi museali, valorizzazione e fruizione del patrimonio geologico della Provincia di Trento per persone con disabilità visiva e uditiva” cofinanziato dalla Fondazione Caritro e coordinato dal Museo delle Scienze in collaborazione con l’Unione Ciechi di Trento, la cooperativa sociale I.Ri.Fo.R, l’Associazione Progresso Ciechi Onlus e l’Azienda Forestale di Trento Sopramonte.
Il sentiero è stato sviluppato seguendo le indicazioni del Museo delle Scienze per la scelta degli oggetti geologici più significativi e quelle dei rappresentanti di I.Ri.Fo.R. e UIC per lo sviluppo di modalità e tecniche di mediazione. La creazione di supporti tecnologici (smart-guide) è stata affidata a Fabrica Ludens e la realizzazione delle strutture del percorso all’Azienda Forestale di Trento Sopramonte e al Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale della Provincia Autonoma di Trento.
Partendo da contenuti scientifici molto vicini alla quotidianità quali possono essere le montagne e le rocce che le compongono gli ideatori hanno cercato proprio attraverso la costruzione di un percorso rivolto ai ciechi, ipovedenti e sordi di raggiungere più categorie di visitatori possibili per dare la possibilità di creare un tessuto di integrazione culturale che permetta anche ad una fascia non privilegiata della popolazione di interagire e comunicare all’interno del mondo della cultura.
Per progettare il percorso in modo adeguato per le persone con “deficit” visivo grave si è tenuto conto di quanto il “deficit” influenzi la mobilità e l’orientamento, l’autonomia e non ultima la comprensione delle informazioni che arrivano dall’esterno. E’ stato necessario, quindi, per riuscire a capire e ad approfondire le tematiche che una persona con “deficit” visivo possa avere nel comprendere ed apprendere delle informazioni, confrontarsi con personale qualificato direttamente sul campo, ponderando attentamente non solo l’età dei soggetti ma anche l’insorgenza della cecità o dell’ipovisione.
Per riuscire a rendere agibile il percorso ai disabili visivi gli ideatori hanno quindi scelto di:
Di seguito riporto la dichiarazione della dott.ssa Rossana Todesco referente del progetto assieme al dott. Christian Casarotto per il Museo delle Scienze che ben inquadra sia il contesto scientifico che l’obbiettivo specifico del percorso:
“La nostra esperienza ha coinvolto ciechi e ipovedenti di un’ampia fascia d’età dai 5 agli 80 anni: persone che presentano deficit visivo dalla nascita e persone con deficit acquisito in tenera o tarda età a causa di differenti patologie. Gli argomenti trattati hanno determinato interesse nelle persone coinvolte e sono stati di stimolo nell’incrementare le capacità di manipolazione tattile e di mobilità in ambienti diversi dal contesto quotidiano. All’interno del progetto la geologia è stata il veicolo per aiutare a superare le barriere fisiche, psicologiche, ambientali e cognitive che il deficit visivo grave comporta, diminuendo la disabilità e favorendo l’integrazione sociale”.
Ora non ci resta che andare a vedere, scusate, toccare e vedere di persona magari assieme ad alcuni amici ciechi o ipovedenti per conoscere e imparare condividere il percorso ed è quello che noi di Prodigio faremo appena la neve si sarà sciolta dalla primavere e nel prossimo numero vi racconteremo tutto.