Sono passati quattro mesi e per i giornali la sua è ormai una storia vecchia, ma per Sergio Veloccia che ne è stato lo sfortunato protagonista, il ricordo di quella spiacevole serata rimane. E voi ricordate cosa gli era capitato? Il signor Veloccia stava tornando tranquillamente a casa con la sua carrozzina, dopo una pizza in compagnia a Gardolo: in via Maccani l’incidente. È stato investito da Walter Guidi, un ventitreenne che, urtandolo a tutta velocità, lo ha mandato all’ospedale con botte varie ed escoriazioni su tutto il corpo. Sergio è dovuto rimanere per qualche giorno sotto osservazione e poi è stato rispedito a casa. Il giovane pirata della strada di Condino se l’è cavata con una notte dietro le sbarre, sei mesi di reclusione con la sospensione della pena in patteggiamento e una multa di 600 Euro. Dovrà scontare poi anche le conseguenze amministrative dell’incidente, cioè la sospensione della patente e la perdita dei punti per guida in stato di ebbrezza: il tasso alcolico riscontrato dopo l’incidente era di 2,20 (il limite fissato per legge è di 0,50 n.d.r.).
Abbiamo ricontattato il signor Veloccia per ripercorrere con lui i momenti dell’incidente: “Non ricordo ancora niente, solo di essermi svegliato in ospedale al momento dell’esame della TAC”. Possiamo solo ricostruire i momenti che precedono il botto: per evitare il buio, Veloccia era partito presto per rincasare e aveva anche acceso le luci di posizione per rendere più visibile la sua carrozzina, che viaggia ad una velocità non superiore ai nove chilometri orari. Ma non è servito a molto perché Walter Guidi non l’ha visto. Forse perché andava troppo in fretta e non ha potuto evitarlo, forse semplicemente aveva i riflessi annebbiati dalle birre di troppo che si era scolato.
E sul fronte giudiziario ci sono novità? “Novità? Non lo so, ho lasciato tutto in mano al mio avvocato. L’unica novità è che non riesco più a camminare.” E non è certo una bella novità. Il signor Veloccia, anni prima, aveva avuto un ictus e per questo era costretto ad usare una carrozzina: “Prima però riuscivo a camminare per brevi tratti. Dopo l’incidente mi hanno mandato ad Arco per aiutarmi nella riabilitazione ma ora che sono tornato a casa non riesco più a fare nemmeno un passo. Non so perché…”
E il suo investitore ha più cercato di contattarla? “Sì, ha cercato di parlarmi quando ero ancora in ospedale ma il mio avvocato mi ha consigliato di lasciar perdere e anche secondo me è la cosa migliore.”
Cronaca vecchia, ormai, diranno alcuni. Di storie brutte come questa se ne sentono tutti i giorni. Però forse vale la pena soffermarsi a riflettere su un caso come questo che coinvolge un disabile e un giovane di soli ventitre anni. E se, come abbiamo visto, la vita per la vittima non è certo cambiata in meglio, anche l’investitore avrà dovuto fare in conti tanto con la giustizia quanto con la sua coscienza.
Allora forse vale proprio la pena di pensarci su prima di salire in macchina soprattutto quando non si è ‘del tutto lucidi’, aspettare un po’ per poter rispettare il codice della strada e ancor più la vita degli altri.