Tre Ruote. Due Braccia. Una Passione. Questi gli ingredienti indispensabili per viaggiare in Handbike. Da quest’anno una piccola rivoluzione nel mondo dell’agonismo della pedalata “a braccia” italiana: l’apertura del Campionato alle categorie OPEN per i normodotati. Sono quindi entrato nel vivo delle gare, degli allenamenti e delle maratone. Un modo stimolante per partecipare attivamente a questo movimento sportivo in forte crescita. Questo è uno sport per tutti, o meglio per tutte le persone che vogliono faticare, perché percorrere 30 – 40 – 50 km non è paragonabile alla stessa distanza utilizzando gli arti inferiori. Sicuramente uno sport che ha avuto molta visibilità grazie ai grandi della disciplina: Francesca Porcellato, Luca Mazzone, Vittorio Podestà, Paolo Cecchetto, Alex Zanardi. L’Handbike è uno stile di viaggiare, più panoramico e impegnativo. Durante le uscite non competitive, dove quindi non si “viaggia forte”, noto sempre dei dettagli che mi sfuggirebbero con la bici tradizionale. Una cicogna nel campo di mais arso dal sole, un pesce nello stagno verde oliva o una serie di nuvole cumulonembi all’orizzonte che si dissolvono con il vento. E’ abbastanza consueto vedere le persone che
provano per la prima volta l’handbike in atteggiamento da turista con naso sbandierante di qua e di là. Mi raccomando sempre attenti alla strada e a chi incroci. Già nelle poche gare a cui ho preso parte ho visto alcuni incidenti tra atleti, sicuramente perchè le velocità sono elevate ed arrivano a sfi orare i 50 km/h. Anche con qualche auto perchè l’handbike rasenta il terreno e non viene vista, quindi negli allenamenti sono obbligatori il casco, la bandierina e i fanalini.
Ho iniziato seguendo un mio amico. Conosciuto e apprezzato ancora in piedi e ora ritrovato seduto. Penso che per lui l’Handbike sia stata una piccola rinascita. Un mezzo che gli ha ridato il movimento che non c’è più da altre parti. Penso che la sua scelta di iniziare non sia stata data dal voler fuggire dalla situazione, ma dal desiderio di inseguire sfi de che lo mettano alla prova e lo facciano sentire vivo. Diversamente Vivo. Dove Diversamente è solo un modo per dire con un po’ più di fatica, determinazione e anche con un pelo di coraggio in più. Coraggio di vivere la disabilità come una possibilità e non solo come un limite. Ho conosciuto tutto il team inizialmente come accompagnatore nelle varie
gare. Ognuno con la sua storia, la sua voglia di mettersi in gioco, di rimanere in silenzio o di raccontarsi. Lanciarsi nelle discese delle gare e poi sudarsi le salite. Alcuni senza sudare una goccia! Tutti comunque pronti a darmi dei consigli su come migliorare in questo sport nel quale loro sono degli esperti. Una Passione per la velocità. Qui si pedala, non ci si riposa se non dopo aver “Spinto a Tutta”, il sinonimo di disabilità in questo campo non è barriere, immobilità e limiti ma movimento, dinamismo e grinta sull’asfalto. Adesso si parte e ci vediamo alla prossima gara.