Nello scorso numero abbiamo parlato di MuoverSì, il servizio di trasporto delle persone disabili offerto da alcuni enti convenzionati con la provincia. L’occasione era data dal cambiamento dei regolamenti per l’utilizzo del servizio, illustrati dal responsabile, il dott. Massimo Cunial. Vista l’attualità del tema abbiamo chiesto al dott. Vanni Ceola, presidente di Trentino Trasporti S.p.a., come sta andando il trasporto pubblico per disabili (autobus urbani, corriere e treni della linea Trento-Malè).
- Secondo quali criteri sono state scelte le linee sbarrierate e si pensa di estendere il servizio ad altre?
- Partiamo dal 2000, quando non c’era nulla. Per realizzare delle fermate sbarrierate bisogna creare un luogo sul marciapiede, in prossimità di dove ferma l’autobus, dell’altezza di circa 18 cm (stiamo parlando degli autobus urbani). Questa altezza è la migliore per permettere alla lama di uscire, di appoggiarsi e di creare una pendenza adatta alla carrozzella che sale sull’autobus.
I problemi sono due: uno è realizzare queste fermate, cosa che noi facciamo insieme al Comune; l’altro è dato dalle macchine che sostano nello spazio riservato agli autobus, impedendo di entrare ed effettuare l’incarrozzamento.
Oggi 79 fermate su 550 sono sbarrierate. Abbiamo inteso, in accordo con le associazioni di disabili, di non sbarrierare tutte le fermate, ma una sì e una no: ogni 500 m c’è una fermata accessibile.
Siamo partiti dalle linee che toccavano i luoghi più frequentati dai portatori di handicap. Se c’è la necessità, si riescono a fare incarrozzamenti anche sulle altre linee, ai capolinea, come a Sopramonte, e vogliamo arrivare a sbarrierare tutte le linee. - Ha dei dati sulla frequenza dei viaggi?
- La media delle persone trasportate è di 40 al mese, con delle punte di 80-88 nel febbraio di quest’anno (le approssimazioni sono per difetto).
La linea 7 (Gocciadoro- Piazza Dante- Melta- Canova) ha visto su otto mesi del 2005 più di 150 passaggi e si sta confermando la linea più frequentata, mantenendo il primo posto già suo nel 2004. La seconda per frequenza è la 2 (Vela– Piazza Dante- Osp. S. Chiara) seguita dalla 4 (Madonna Bianca-Via Degasperi-Piazza Dante) e dalla 17 (Piazza Dante-Via Bolzano-Lavis). La frequenza c’è, anche se non è altissima. - Secondo Lei, quali sono le ragioni?
- I disabili o si muovono con loro mezzi o con le cooperative del servizio MuoverSì, perché è più comodo. Il trasporto su mezzo pubblico è ancora poco promosso, poco conosciuto, anche se si nota un aumento. A volte ci sono degli intoppi, ad esempio si blocca la lama e questo può disincentivare. Le lame sono sempre provate al mattino, prima della partenza dell’autobus, è davvero raro che questi inconvenienti si verifichino.
- E l’ancoraggio all’interno dell’autobus?
- L’ancoraggio è standard, secondo le indicazioni date dalle case costruttrici e l’abbiamo adattato a fronte delle esigenze notate. Il 60% degli autobus è idoneo a trasportare disabili. Nei prossimi tempi quelli che acquisteremo saranno tutti realizzati con queste caratteristiche.
- I tempi impiegati nella salita e discesa comportano dei ritardi sulla linea?
Il tempo d’incarrozzamento comporta dei ritardi di un minuto- un minuto e mezzo per ogni salita e discesa; piuttosto sono gli altri clienti che si lamentano con l’autista perché perdono tempo.- Sono stati segnalati autisti che abbiano saltato la fermata quando c’era il disabile?
- Abbiamo avuto una decina di telefonate, da persone che non avevano potuto usufruire della pedana, ma per lo più si è trattato di persone che si erano recate in fermate non sbarrierate, per le quali era impossibile fare la fermata, oppure persone con girello che non possono essere ancorate. Noi continuiamo a monitorare per vedere quali fermate sbarrierare, dove ci sono più richieste.
- I disabili segnalano i disagi?
- Ci siamo accorti che non tutti segnalano i problemi e quelli che lo fanno sono sempre gli stessi, i più “combattivi”, attenti. Sarebbe utile se ci fossero segnalazioni anche da parte di altri.
- E per i mezzi sbarrierati del servizio extra urbano?
- In questo momento ci sono 44 corriere con la piattaforma per caricare persone disabili. Abbiamo pensato ad un servizio ad hoc: alcune sono destinate a chi tutti i giorni sappiamo prende il pullman ad una certa ora, ad una determinata fermata e ritorna ad un’ora precisa. Il pullman è destinato a questo servizio, è quasi prenotato.
Se abbiamo la segnalazione da parte del disabile che tutti i giorni o in certi giorni utilizza il pullman per fare una determinata corsa, noi destiniamo a quella corsa un mezzo idoneo al suo trasporto. - Vi occupate anche della linea ferroviaria Trento-Malè, come funzionano i nuovi treni?
Ora abbiamo cinque nuovi treni (elettrici, del gruppo Coradia, simili ai Minuetto della Valsugana, ndr) ma entro l’estate prossima saranno 14. I treni sono tutti sbarrierati. L’ingresso è a livello del marciapiede, l’incarrozzamento è rapidissimo e ci sono due posti riservati alle persone disabili con possibilità di ancoraggio.- Per viaggiare nei treni si deve sempre avvertire, come per quelli delle Ferrovie dello Stato?
- Li stiamo ancora “rodando”, siamo all’inizio ed è opportuno telefonare per chiedere se il giorno che si intende viaggiare il mezzo è idoneo o meno ad effettuare l’incarrozzamento, ma dall’estate prossima non ci saranno problemi.
- Se in un futuro la Provincia di Trento aprisse ad altre compagnie, gli standard qualitativi che sono stati raggiunti sarebbero un punto a vostro favore?
- Non so se ci siano situazioni migliori o peggiori della nostra. So che veniamo riconosciuti unanimemente nel resto d’Italia come una delle società più efficienti sotto vari parametri, uno dei quali è quello di dare la possibilità ai disabili di usare i mezzi pubblici.
Sicuramente il giorno che ci sarà una gara e parteciperanno altre società nasceranno dei problemi. Chi vincerà la gara, se mai ci sarà, avrà i nostri mezzi, assumerà i nostri dipendenti, quindi da questo punto di vista non potrà cambiare molto. Dipenderà, invece, da come sarà gestita l’impresa, nel senso che noi cerchiamo in ogni modo di allargare lo spazio aumentando le linee per disabili. In cinque anni abbiamo sbarrierato sette linee e stiamo cercando di rendere accessibili le altre; lo stesso vale per Rovereto. Stiamo lavorando intensamente. Magari se qualcuno pensa solo al profitto certe cose non si fanno, perché sicuramente questa attività è un costo, non si trae vantaggio: se devo rispettare i tempi, incarrozzare un disabile mi fa perdere un po’ di tempo; se devo comprare un mezzo, mi costa di più; se devo fare la manutenzione alle lame o ai sollevatori, ho altri costi.
Non è che non guardiamo i costi, stiamo attenti anche a quelli, non possiamo buttar via denaro di tutti, però credo ci sia in questa società una sensibilità particolare rispetto ad altre realtà. - Ci sono agevolazione per altri utenti economicamente deboli?
- Gli abbonamenti sono stabiliti dalla provincia. Le tariffe della provincia di Trento sono fra le più basse in Italia. Chi ha invalidità superiore al 74%, oppure sordomuti, invalidi di guerra, inabili al lavoro, usufruiscono di tariffe agevolate stabilite dalla provincia.
- Il dott. Cunial, responsabile del servizio MuoverSì, auspicava una collaborazione e una pubblicizzazione del servizio offerto dalle cooperative in sinergia con il servizio che date voi.
- Siamo pronti a discutere di queste cose, a trovare forme di sinergia. Dove possibile cerchiamo di arrivare noi, non possiamo arrivare dappertutto, quindi la collaborazione tra soggetti che hanno obiettivi simili e comuni è sempre positiva.
Rispetto a cooperative che fanno trasporto mirato per disabili, lo svantaggio del servizio pubblico è quello di essere generalizzato e non si possono fare cose specifiche per il singolo. Vi è però il vantaggio di far sentire la persona disabile uguale agli altri. Credo sia importante dargli la possibilità di viaggiare su un mezzo dove può chiacchierare, dialogare, confrontarsi con altre persone, alla pari, anche sotto il profilo motorio, non solo sotto gli altri profili. Ovviamente il costo è più basso rispetto ad un servizio personalizzato.
Inoltre, abbiamo anche 2 pullman granturismo che ci consentono di portare fino a quattro persone disabili in viaggi di tipo turistico. - Per quanto riguarda la frequenza delle persone anziane?
- Lo usano molto. L’aver creato fermate che facilitano l’accesso rende gli autobus più fruibili. Stiamo cercando di fare autobus sempre più bassi, perché le persone incontrino meno ostacoli e se si riesce a parcheggiare vicino al marciapiede, si facilita l’accesso. Serve un minimo di senso civico degli automobilisti, in modo tale da non causare difficoltà agli anziani e alle donne che devono salire con il passeggino.
La testimonianza di Graziella

Graziella Anesi, presidente della cooperativa HandiCREA, utilizza quotidianamente la corriera della linea Baselga di Pinè-Trento, per recarsi dal luogo dove abita in città.
Graziella ci ha detto che per lei poter usufruire di questo servizio è stata una grande conquista. Questa è un’opportunità per sentirsi ancor più indipendente e per poter conoscere quei giovani che magari incrocia per le vie del suo paese, per far conoscere anche a loro il suo modo di vivere la disabilità o semplicemente per scambiare due chiacchiere.
Graziella sostiene che sempre più i disabili dovrebbero avvicinarsi a questa tipologia di servizio che può dare l’opportunità di stare insieme a più persone, condividendone i pro e i contro, ma soprattutto può essere un’occasione da cogliere in un momento come questo dove il servizio MuoverSì ha visto l’introduzione della compartecipazione al pagamento in una percentuale calibrata sul reddito.