Trentino, 2 su 5 sono grassi

Data: 01/12/04

Rivista: dicembre 2004

Nel numero scorso avevamo parlato di una sentenza della Cassazione (settembre 2004) che dichiarava non più vincolanti le tabelle in uso per determinare il punteggio di invalidità ai sofferenti di obesità, anche grave. Ai primi di ottobre si è poi tenuto, a livello nazionale, il “Obesity day”, la quarta giornata dell’obesità contro le patologie legate al peso eccessivo, organizzata dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, l’ADI. Qui da noi, quasi cento persone si sono date appuntamento nell’angusto atrio dell’ospedale S. Chiara di Trento per celebrare la giornata.

Medici e dietiste del servizio di Dietetica di Trento hanno informato, con grande cortesia, sui modi di alimentarsi in maniera corretta e mantenere il corpo in forma. Grande rilevanza alla lettura ed alla comprensione delle etichette presenti sui prodotti alimentari. Un opuscolo in distribuzione consigliava come “leggere” correttamente le informazioni nutrizionali ed a scegliere prodotti con un apporto energetico adeguato al proprio peso e alla propria attività fisica.

Tra i consigli: controllare le calorie e preferire alimenti con pochi grassi saturi, abbondanti in burro, panna, strutto, grassi vegetali o idrogenati. Assumere tre porzioni di verdura e due di frutta al giorno e limitare gli alcolici che, oltre a danni alla salute, contengono 7 calorie per grammo. Leggere attentamente i valori delle calorie e preferire prodotti con etichette informative con dati esaurienti.

Alcuni dati sull’obesità in Trentino: i soggetti sovrappeso sono attorno al 40% della popolazione mentre quelli obesi oscillano tra il 10 e 15% (10 anni fa erano la metà). Un dato allarmante in prospettiva: i bambini italiani, in peso, battono tutti i coetanei europei. Qualcuno cerca rimedio: in Inghilterra hanno deciso di mettere una tassa su hamburgher, Fish & Chips e altro poiché i ragazzini sono sempre piu’ grassi e si muore troppo spesso di infarto.

L’obesità patologica non è, come si potrebbe credere, un problema di auto-immagine e di vita sociale ma ben di più un rischio per la salute: l’obeso, altre patologie a parte, ha una spettanza di vita ridotta di un quarto, vive cioè in media 20 anni di meno.

È possibile sapere se abbiamo problemi di obesità? Sì, ed è anche molto semplice da calcolare: si divide il proprio peso in chili per il quadrato della propria altezza in metri e si ottiene l’indice di massa corporea. Esempio: peso 80 chili; altezza 1,60 metri. Indice di massa corporea: 80: (1,60 x 1,60) = 31. A questo punto basta consultare la tabella: se il valore è compreso tra 18 e 24 siete in forma, tra 24 e 30 indica sovrappeso mentre superiore a 30 indica uno stato di obesità. Oltre 40 si entra nell’obesità patologica e si apre la porta della sala operatoria.

Secondo dati della Società italiana di chirurgia, lo scorso anno sono state 3 mila le persone sottoposte ad intervento chirurgico. Un numero certamente destinato a salire nei prossimi anni, vista la piega! Il 68 per cento dei pazienti è stato operato con la laparoscopia, il rimanente con la chirurgia a cielo aperto. Come detto, l’intervento va limitato a chi raggiunge o supera l’indice di massa corporea di 40 o di 35 se il paziente soffre di un’altra patologia a rischio, correlata con l’obesità. Il 20%, uno su cinque, degli obesi è così grasso da aver bisogno del bisturi.

La chirurgia, però, resta l’ultima spiaggia di un percorso che deve iniziare con campagne di educazione alimentare già nelle mense scolastiche, attraverso la scelta di diete equilibrate ma che tengano conto anche del palato dei bambini.

In conclusione, ecco un efficace motto contro un certo modo di ingurgitare cibo guidati solo dalla gola e dalla fretta: Un’alimentazione disordinata fa male come il fumo, l’alcol e la droga… Chi vuol intendere…

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