Trisomia 21, nessun problema

Si è tenuta sabato 21 ottobre 2017 la presentazione del libro Anna che sorride alla pioggia presso il Grand Hotel di Trento in una piccola saletta allestita da sedie color rosso acceso e con le rifiniture d’orate e ornata da innumerevoli lampadari e specchi di prestigio (Sala Depero). La presentazione del libro è stata introdotta da Riccardo Lucatti, collaboratore di associazioni culturali, e successivamente si è sviluppata con un dibattito tra Donatella Conzatti, e Guido Marangoni, l’autore del libro stesso che racconta in esso tutto il percorso con la figlia Anna.

Da subito si riesci a cogliere lo spirito di Guido che, oltre ad essere un ingegnere informatico, è un ottimo comico, infatti ci presenta un video introduttivo divertente di lui e Anna, sua figlia, mentre devono decidere a chi spetta scrivere il libro. Guido alza due fogli, uno con la faccia di Leopardi e uno con quella di Dante, ma Anna gli scarta entrambi, a quel punto la casa editrice chiama a casa Marangoni e chiede alla protagonista chi sarà lo scrittore del libro e lei rispose senza ogni aspettativa il padre che al termine della telefonata gli racconta i suoi scarsi precedenti scolastici con l’italiano, ma non si tira indietro. Un piccolo video sfumato dalla comicità di Guido che ha portato un sorriso a tutti gli ascoltatori in aula.

Durante il dibattito Guido spiega tutta la storia che lo ha spinto a scrivere il libro, sin dal giorno in cui la dottoressa convocò lui e la moglie Daniela e disse che si tratta della trisomia 21 (sindrome di down). Daniela chiese:«È maschio o femmina?» lasciando Guido a bocca aperta ancora una volta. Perché l’unica cosa che contava era sapere chi sarebbe arrivato nella loro famiglia. Era Anna la buona notizia che stavano aspettando e non la sua patologia.

Un’emozione che Guido sottolinea molto è l’imbarazzo, quel momento che si interpone tra noi e un’altra persona quando dobbiamo conoscerla, o quando la vediamo la prima volta. Dice ciò per sensibilizzare e chiarire la situazione che si crea quando si incontra una persona con evidenti disagi, come può essere una carrozzina, o in questo caso la sindrome di down, sottolineando anche che tutti nel proprio piccolo abbiamo dei problemi magari meno rilevanti e meno visivi.

Il chiaro messaggio che Guido vuole trasmettere è che dietro a tutto questo c’è una persona e di imparare a stare bene in quel momento di imbarazzo, poiché se riusciamo a superare alcuni pregiudizi, riusciamo e vedere di più la persona e non il disagio che si porta dietro e dentro.

 

“È più facile scindere un atomo che un pregiudizio” Citazione di Albert Einstein

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