L’ennesimo schianto nella notte, una giovane vita interrotta in un incidente stradale, l’amico in gravi condizioni in ospedale. Fatalità? Irresponsabilità? Sull’onda emotiva ci si interroga perchè succede quella morte, che non è giusto il destino con una persona giovane, per poi passare il tutto nella accettazione, normalità e nell’indifferenza.
Personalmente penso che si faccia ancora poco per sensibilizzare ed educare i giovani riguardo la prevenzione degli incidenti stradali.
Sono coinvolto in prima persona, sia perchè sono disabile a causa di un incidente stradale, sia perchè mi occupo di prevenzione sugli incidenti alcol-correralati. Incontro tanti giovani nelle scuole, cerco di trasmettere con la mia testimonianza il rispetto, il valore della vita e il rispetto delle regole stradali. Ciò che osservo, al di là dell’attenzione nell’ascoltarmi, è il fatalismo che spesso emerge dai ragazzi, l’ncidente dovuto al caso, l’incidente succede agli altri, a loro no. In questo periodo ho avuto diversi appuntamenti in un istituto, e l’altro giorno in una classe che, come altre del trentino, ha purtroppo perso studenti a causa di incidenti stradali, come quello di Caterina. Le statististiche parlano chiaro: migliaia di morti l’anno e numerosi feriti. Non dobbiamo rassegnarci a questa guerra silenziosa. Le istituzioni, le varie agenzie educative, la famiglia in primis devono moltiplicare le energie per fermare queste stragi di giovani. Utopia?