Tu sei la storia che racconti

Data: 01/06/18

Rivista: giugno 2018

Categoria:Disagio e inclusione

C’era una volta… una persona con la sua unicità, ma si teneva in riga senza osare, per paura di non essere compresa. Tuttavia, un bel giorno, decise di ricostruire con la penna il proprio sè. Lasciò che alcune parole della sua storia finissero sopra le righe, realizzando una sorta di racconto autobiografico positivo. Grazie a questo nuovo modo di raccontarsi, che le permetteva anche di agire più consapevolmente, tutto intorno a lei cambiò.

Molti le videro gli occhi brillare mentre faceva quello che le indicava il cuore e non poterono fare a meno di saperne di più. Ebbe così l’occasione di parlare di sè in modo autentico e si accorse che poteva perfino ispirare gli altri… che emozione!!

Sembra che per inserirsi e distinguersi nella società, sia in ambito relazionale che lavorativo, occorra avere qualcosa di interessante da raccontare.

Tu come ti racconti?

Nel mio caso è come se in questa vita avessi letto molte introduzioni e scritto qualche capitolo della mia storia, senza però giungere al punto cruciale della trama, quello che coivolge e trasporta l’editore invitandolo a proseguire e, magari, infine ad investire… su di te/sul tuo romanzo.

Poi ho capito perché: il punto cruciale non è nel libro, ma dentro di me. Quando mi metto in gioco, ho il diritto di indicare a me stessa dove sono arrivata e grazie a quali decisioni/qualità, anche se non sempre sono state riconosciute. Insomma è compito mio fermare le pagine della mia vita e leggerle come preferisco, sentendomi già a buon punto, pronta comunque a ripartire se necessario, spostandomi qua e là in base ai miei sogni.

In questo modo risulto a tutti gli effetti un utile segnalibro.

Infatti ricordo a me stessa e agli altri dove puntare l’attenzione quando ci si relaziona, perchè qualsiasi persona ha qualcosa di positivo da condividere che aggiunge valore alla vita collettiva. Bisogna solo scovarlo, rileggerlo, aggiustarlo e…

fissarlo nella nostra testa con parole positive, che costruiscano qualcosa intorno a noi, segnando autenticamente il nostro passaggio.

Ricordiamoci che ognuno di noi è un essere umano unico e irrepetibile e, nel suo piccolo, può compiere imprese straordinarie.

Tu, in particolare, svelati al mondo attraverso i tuoi punti di forza, ovvero quelle caratteristiche per cui senti che vivere è una cosa propriamente tua e ti riesce bene. Se riesci a ripercorrere i tuoi passi accedendo al tuo mondo interiore senza giudicarti, occupati di individuare e spendere bene la tua unicità, ovvero il tuo interessante potenziale e… continua così con entusiasmo.

Non importa aver chiaro cosa vuoi diventare: se agisci seguendo il tuo istinto le occasioni di crescita/condivisione busseranno alla tua porta!

Arriverà il giorno in cui i tuoi punti di forza, sparsi come tanti segnalibri nelle pagine della tua vita, ti aiuteranno a formare una nuova storia, dove sogni e realtà coincidono. Occorre andare sempre avanti senza perdere la speranza, come ci suggerisce la canzone “Un altro giorno” di Nesli.

Cit. canzone “Un altro giorno” di Nesli

“… E’ un altro giorno che trasforma e tutto intorno cambia forma
E’ un altro luogo, è un altro modo, è un’altra chance che non ritorna
e non mi chiedo se bisogna o meno aver buona memoria
so soltanto che i ricordi a volte fanno mancar l’aria sono io che costruisco ogni minuto la mia storia almeno fino a stasera perché domani è un altro giorno e si riparte da capo, tutto si azzera
sembra la stessa cosa ma è diversa da com’era
io sono uno di quelli che in fondo ancora ci spera che se in un sogno credi tanto prima o poi si avvera lascio che succeda, lascio che ogni cosa intorno accada mentre vado avanti sempre dritto per la mia strada. …”

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