Per la gran parte dei non autosufficienti, tetraplegici da trauma o malattia, fare un bel bagno in mare aperto resta perlopiù un rimpianto o una fantasticheria. In altre parole, si parte per il mare sicuri di rimanere.. all’asciutto! In realtà, anche questi vacanzieri possono farsi la loro bella nuotata, basta un po’ di programmazione! Per prima cosa serve una carrozzina con cui entrare in acqua senza troppo preoccuparsi dei danni che la salsedine potrebbe causare alle parti metalliche. In vendita se ne trovano di plastica ma è possibile averne una usata all’Azienda Sanitaria locale. Se proprio non si vuol spendere, se ne recupera una vecchia, di quelle che in cantina sono sempre tra i piedi. Ultimo controllo alle gomme: che siano ben gonfie e con un battistrada largo per non sprofondare nella sabbia. E adesso, tutti al mare a mostrar…!
In spiaggia, dopo gli usuali preparativi, arriva il momento del varo. È indispensabile l’intervento di una o, meglio, due persone. Schiena rivolta al mare aperto, il primo trascina la carrozzina e l’altro, spalle alla spiaggia, la guida tenendola in equilibrio (foto 1). Un po’ alla volta l’acqua sale ed ecco all’improvviso, inizierete a galleggiare! Basterà ora sfilare la carrozzina da sotto: il gioco è fatto! Per chi è alla prima esperienza oppure è abituato esclusivamente alla vasca da bagno, il vedersi accerchiato fin dentro il naso da tanta acqua provoca inquietudine, presto però dissolta dal compiacimento.
Stare a galla non è un gran problema! È infatti possibile cullarsi sulle onde anche senza salvagente perché in acqua non si affonda: basta stare supini, ben rilassati e senza fare il minimo movimento, tenendo i polmoni sempre pieni di aria (foto 2). La bocca sporge appena dall’acqua ed anche l’onda più piccola vi passerà sopra ma non temete di colare a picco: qualche istante e tutto torna a posto. La salinità dell’acqua influisce sul galleggiamento: più è salata, meno si sprofonda! L’ideale, in proposito, sarebbe guazzare nel mar Morto ma anche Jesolo o l’isola d’Elba vanno bene. Un modo per galleggiare in sicurezza è quello di infilarsi in un gommone. Per esperienza di chi scrive, però, l’aggeggio è ingombrante, intralcia i movimenti delle braccia ed è facile scivolarvi fuori rischiando anche una bevuta se chi vi accompagna se ne sta a riva impegnatissmo con paletta e secchiello!
Per una nuotata vera e propria, invece, meglio applicare dei piccoli salvagente alle braccia, tra spalla e gomito. Fateli gonfiare bene e altrettanto stringere le cinghie! Garantiscono una notevole libertà di articolazione delle braccia e di ondeggiamento del tronco. È ammesso un solo stile di nuoto: quello “a farfalla rovesciata” ossia sul dorso… non è necessario dar conto del perché!
A questo punto, la nuotata può iniziare! Slanciate contemporaneamente le braccia fin dietro la testa e poi con una rotazione, portatele lungo i fianchi. È una ginnastica utilissima sia per i muscoli di spalle e braccia sia per la gabbia toracica ed i polmoni. Ripetendo ritmicamente il movimento, un po’ alla volta potrete anche prendere il largo! Il corpo resta ben in linea e voi non correte pericolo di capovolgervi sui fianchi o, peggio, a testa in giù! (foto 3). In caso di sosta, estendete le braccia in modo da ridurre il minimo il dondolamento. Non lasciatevi prendere dall’emozione né dalla foga: rischiate di inabissarvi dopo poche bracciate nel primo caso e di sfiatare come un capodoglio spompato, nel secondo.
Anche un bel bagno come un gioco o un sogno, finisce. Procedimento inverso al varo per tornare sulla carrozzina: spostatevi dove l’acqua è meno di un metro, fatevi infilare sotto il corpo la carrozzina inclinandola un po’ in dietro. Qui sono indispensabili due persone, una per tirare la carrozzina, l’altra per tenervici sopra. Mano a mano che uscite, l’acqua vi sosterrà meno finché poggerete con tutto il peso sul sedile. Non fatevi assolutamente rimorchiare fin ad arenarvi sul bagnasciuga perché striscereste sul fondo col rischio di grattugiarvi la pelle. Costringereste poi chi deve sollevarvi ad uno sforzo quadruplo per mettervi in carrozzina. (foto 4). Appena possibile, fate una doccia con acqua dolce perché la salsedine provoca arrossamenti e ulcerazioni alla pelle. Fatela anche alla carrozzina con una particolare attenzione per i perni: lì si annidano salsedine e granelli di sabbia.
Appena fuori, specie al primo bagno, tutti si complimenteranno con voi: Nuoti benissimo! Ma dove hai imparato? Vi sentirete pervasi di autocompiacimento ma evitate di redigere un bollettino degno dell’ammiraglio Nelson dopo Trafalgar.