L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento ha organizzato presso il proprio auditorium, un incontro con le associazioni dei cittadini per parlare del modello organizzativo di funzionamento delle Unità di Valutazione Multidisciplinare che sono entrate in vigore a partite dal 1 gennaio di quest’anno.
Presenti al convegno il Direttore Generale dell’Azienda sanitaria, dottor Luciano Flor, la dottoressa Paola Maccani, Direttore per l’integrazione socio-sanitaria e Giancarlo Sciascia della fondazione <Ahref di Trento.
Gli argomenti centrali del convegno sono stati:
Per quanto riguarda il contesto normativo, la legge provinciale n. 16/ 2010 prevede che la Provincia promuova l’integrazione socio-sanitaria dei servizi finalizzati a soddisfare i bisogni di salute della persona che necessita dell’erogazione congiunta di prestazioni sanitarie e di azioni di protezione sociale, allo scopo di garantire la continuità curativa e assistenziale nelle aree: materno infantile/età evolutiva; anziani; disabilità; salute mentale; dipendenze.
Inoltre assicura:
Ad aprire l’incontro è stata la dottoressa Maccani, la quale ha esposto le nuove direttive dell’organizzazione dell’A.P.S.S., mettendo in luce le funzioni esercitate dalla Direzione per l’Integrazione socio-sanitaria, che svolge un ruolo di coordinatore e facilitatore del sistema di assistenza al fine di garantire la continuità assistenziale nelle aree materno-infantile, anziani, disabilità, salute mentale e dipendenze.
Oltre a ciò, svolge un ruolo di gestione delle relazioni con gli enti locali, le strutture accreditate e altri soggetti (volontariato, terzo settore, ecc.) che producono o interagiscono nel sistema di erogazione dei servizi socio-sanitari.
Il modello organizzativo è incentrato su determinati punti: informazione e orientamento; presa in carico dei bisogni socio-sanitari con un’elevata integrazione sanitaria e delle persone, anche attraverso l’attivazione dell’Unità di Valutazione Multidisciplinare.
I destinatari del progetto sono i soggetti che necessitano prestazioni sanitarie ad elevata integrazione, per le quali i servizi interessati non riescono a dare risposte efficaci con i normali strumenti di integrazione.
I criteri di inclusione dell’UVM sono decisi in base alla complessità della situazione del cittadino (sistemi famigliari, gravità, incertezza, presenza di più diagnosi, multiproblematicità, fasi di transizione).
Per quanto riguarda la composizione dell’UVM, i soggetti in primo piano sono: medico; infermiere/TERP/educatore; assistente sociale; medico generale/pediatra; persona interessata e famiglia; operatori di provato sociale/enti gestori/strutture, in relazione al progetto ed eventuali altre figure coinvolte in modo significativo.
É senza dubbio importante ricordare che i fattori determinanti per l’attuazione dei processi dell’UVM sono la comunicazione, la condivisione e la formazione.
Dopo la presentazione della dottoressa Maccani, il dottor Flor ha esposto la finalità del progetto proponendo di superare le barriere, al fine di creare una struttura ospedaliera unita, sciogliendo le autonomie tra le singole strutture già esistenti. Trasformare l’idea dell’ospedale legato al territorio, un’organizzazione chiusa, in un sistema a rete, aperto alle collaborazioni al fine di semplificare la vita ai cittadini adattando la risposta ai diversi livelli di esigenza. Un servizio che va visto come disponibilità verso i cittadini portatori di diritti, ma anche di doveri; infatti è richiesta la collaborazione da parte di tutti verso questi cambiamenti. Rivolgendosi al pubblico in sala il dott. Flor ha esclamato: “Cittadini, siate esigenti, ma collaborate con le istituzioni”, e dirigendo l’attenzione verso gli operatori dei centri ha continuato dicendo: “quando pensate all’utente, pensate a voi stessi, mettetevi nei panni di chi avete davanti.”
In seguito all’intervento del dott. Flor, ha parlato Giancarlo Sciascia di <Ahref che ha illustrato esaurientemente come sia utile, se non indispensabile, procedere all’informatizzazione del Servizio al fine di tenerlo aggiornato ai tempi correnti, “modernizzando” e velocizzando l’organizzazione sanitaria della Regione.
Alle associazioni resta il ruolo di diffusori delle informazioni, del coinvolgimento nelle azioni di monitoraggio sugli esiti dei cambiamenti e sull’attività di feed back su eventuali criticità e proposte di miglioramento. Resta in programma un successivo incontro che si terrà nella medesima sede, entro giugno 2012.