Un posto al sole

Autori:Redazione

Data: 01/06/04

Rivista: giugno 2004

Caro direttore.

Ti chiedo gentilmente ospitalità in quanto vorrei, a puro titolo personale, che da queste pagine partisse un dibattito ed una riflessione. Ritengo, infatti, utile per tutte le associazioni che si occupano a vario titolo di disabilità nella nostra provincia, chiarire le proprie posizioni.
La domanda che mi pongo, nasce dagli ultimi incontri che si sono svolti, sia in sede PAT, che nelle numerose riunioni svoltesi in ambito associazionistico, sulla eventualità, di poter far parte dei comitati di gestione sul trasporto disabili (porta a porta) e sulla legge 8 settembre 2003, in materia di disposizioni, per l’attuazione delle politiche a favore delle persone in situazione di handicap.

Le domande che mi vengono da fare sono queste:

  • È giusto che solo le associazioni “storiche” siano le interlocutrici della Provincia, a prescindere dal fatto che abbiano partecipato alle discussioni precedentemente fatte su determinati progetti, solo per il fatto che hanno dalla loro parte il D.P.R 23/12/78 e 31/3/79?
  • È normale che delle associazioni che si occupano delle stesse problematiche, non riescano a mettersi d’accordo sul nome di un rappresentante da proporre all’Amministrazione Provinciale?

Deve esserci qualcosa che non va!

Ritengo che, se lo scopo di tutte le associazioni e cooperative sia quello di cercare di risolvere o almeno migliorare i problemi che tutte le persone con disabilità hanno (barriere architettoniche, parcheggi, residenzialità, inserimento nel mondo del lavoro e della scuola, mobilità), sia giusto, a prescindere dal numero degli iscritti, che ogni associazione o cooperativa abbia il diritto di far parte di questi organismi.
In questi ultimi incontri avuti con la PAT, le associazioni, hanno dimostrato, quanto siano divise e quanto poco chiare, se non caotiche nelle loro discussioni.
Tutti vogliamo apparire e farci belli davanti ai politici! Quando si tratta di portare avanti i problemi di tutti, di perdere tempo ed ore di lavoro per andare a discutere con il politico di turno, ci si trova sempre con i soliti “quattro gatti” con solo oneri e nessun onore, con associazioni che delegano altre associazioni a portare avanti i problemi.
Credo che, finché prevarrà questa tendenza, sarà molto difficile riuscire ad ottenere dei risultati utili.
Ultimo esempio, la riunione svoltasi il 19 aprile 2004 nella Sala Verde della Provincia, presenti 32 tra associazioni e cooperative, 14 associazioni candidate per ottenere un posto nel futuro comitato di gestione (1 ogni 2 presenti),molte le associazioni con delega di altre.

Questo mio sfogo è dato dal fatto che anche il sottoscritto, ormai da parecchi anni, lavora in un’associazione e pertanto conosce abbastanza bene queste realtà.
Per quattro anni, fin dal 2000, sono stato impegnato, insieme ad altre quattro associazioni, nel progetto del trasporto disabili (porta a porta), portato a termine con molta fatica. Vedere oggi che questo progetto, ormai svolto e concluso, viene continuamente rinviato, lascia davvero l’amaro in bocca.
Siamo stati uniti per tanti anni, perché credevamo fermamente, in un progetto comune. Ora mi sembra che tutti cerchino di tirare acqua al proprio mulino. Non si può perdere continuamente tempo in riunioni sterili senza riuscire mai a mettersi d’accordo, solo per avere il posto migliore, possibilmente al sole.
Dobbiamo lavorare tutti insieme, alla costruzione di una società dove le barriere sia fisiche che morali siano ridotte al minimo e questo lo possiamo ottenere soltanto se resteremo uniti e con l’unico obiettivo di lavorare per il bene delle persone diversamente abili.

Bonvecchio Silvano

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