Un Terzo Settore che cambia

Data: 01/02/18

Rivista: febbraio 2018

Categoria:Sostenibilità e innovazione

Annunciata da tempo, acclamata da alcuni e criticata da molti, la Riforma del Terzo settore segnerà sicuramente uno spartiacque tra il passato e un futuro che, sebbene incerto, si preannuncia pieno di novità e opportunità per una realtà che percepiva da tempo il bisogno di un profondo cambiamento.

Gli abitanti di intervento di questa trasformazione coinvolgono molti aspetti diversi, dal volontariato alle donazioni, dalla froma giuridica degli enti al Servizio Civile; un percorso iniziato nel 2014 con il disegno di legge poi approvato dalle Camere nel 2016, delegandone i lavori al Governo. Durante il 2018 è invece previsto il termine ultimo per la proposta di modifiche ai decreti attuativi, in vista dell’entrata in funzione del Registro Unico prevista per gennaio 2019.

I dati Istat riguardanti l’ultimo censimento delle organizzazioni non profit ci mostravano un settore in rapida crescita, ben 336 mila enti attivi, l’11,6% in più rispetto all 2011, che complessivamente impiegano 5 milioni e mezzo di volontari e quasi un milione di dipendenti.

Rispetto al Censimento del 2011, sia il numero dei volontari si quello dei dipendenti è cresciuto del 16%, grazie soprattutto al bienno 2014/2015 che ha segnato una netta ripresa rispetto alla fase recessiva rappresentata dagli anni dal 2011 al 2013.

Una prima importante novità della Riforma riguarda il Registro Unico nazionale del TerzoSettore, che andrà a sostituire gli attuali registri e albi, divenuti ormai centinaia in tutta Italia. Sarà di pubblico dominio e accessibile dal web, gestito su base territoriale dalle Regioni e comprenderà ODV (Organizzazioni di Volontariato), APS (Associazioni di Promozione Sociale), imprese sociali come cooperative sociali, società di Mutuo Soccorso e altri ETS (Enti del Terzo Settore).

Il Registro raccoglierà i dati oggi presenti nei vari registri regionali, che non saranno più in vigore. A seguito del superamento delle Onlus verrà di conseguenza cancellata l’anafrage oggi esistene, ricoprendendo tutti gli enti sotto la dicitura ETS.

Sarà possibile accedere al Registro Unico attraverso il web per poter trovare tutte le informazioni che identificano gli enti, come la forma giuridica, le sedi, l’oggetto statuitario, il patrimonio minimo, il codice fiscale e molti altri dati.

Un’altra novità introdotta dalla Riformaè la Fondazione Italia Sociale, l’organizzazione che si occuperàdei finanziamenti agli enti del terzo settore, di sviluppare interventi innovaivi ed essere di supporto nella gestione delle risorse.

Attraverso l’approvazione del bando da 60 milioni del Fondo per i progetti innovativisi intende finanziare unicamente gli enti associativi e non invece le imprese sociali.

Anche il Servizio Civile passerà attraverso la Riforma con un volto nuovo, diventando Servizio Civile Universale; da 8 a 12 mesi di attività, con il compenso che resta invariato ma con un riduzione dell’orario, da 30 a 25 ore settimanali, e un maggior numero di settori in cui poter svolgere servizio. Il tentativo è quello di coinvolgere un maggior numero di giovani, dando a tutti la possibilità di svolgere l’esperienza.

Un altro fondamentale punto della riforma riguarda il rinnovamento dei CSV (Centri Servizi Volontariato) che il Codice del Terzo settore prevede non siano più solo al servizio delle Odv, ma del volontariato in generale nell’ambito di tutte le diverse tipologie di Ets.

Diverse novità hanno visto protagonista anche il sitema del 5×1000, uno dei primi passi intrapresi verso il compimento della Riforma. A luglio 2017 infatti è stata approvata la legge che introduce le soglie minime al di sotto delle quali gli enti non riceveranno alcun contributo. Viene meno anche la ripartizione proporzionale dell’inoptato in vigore precedentemente. Pur avendo il pregio di non disperdere i fondi come nel sistema attuale, porre delle soglie minime alle quali non viene ricevuto il contributo rischia di far mancare ai piccoli enti quello che fino a ieri per molti era un grande sostegno.

Sembra chiaro che le innumerevoli novità introdotte dalla riforma andranno a modificare la maggior parte degli aspetti organizzativi oggi in vigore nel Terzo Settore, ma si dovrà aspettare la piena entrata in vigore di tutto il pacchetto di norme per poterne giudicare il valore.

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