Quante volte sentiamo o leggiamo testimonianze del genere da parte di amici, conoscenti, vicini di casa di persone apparentemente insospettabili che diventano protagoniste di fatti di cronaca?
Bob Maconel è una di queste: un “semplice” impiegato, solitario e dal carattere riservato, quotidianamente sottomesso e vessato sia in ufficio che fuori. Ma tutti hanno un punto di rottura, tanto che Bob ritiene di averne avuto abbastanza e, di conseguenza, decide che è arrivato il momento di reagire. Medita quotidianamente di fare strage dei colleghi di lavoro ma, proprio quando sembra aver trovato il coraggio di mettere in pratica la sua vendetta, un altro impiegato gli ruba la scena anticipando le sue intenzioni e compiendo un massacro al posto suo.
Ma il destino riserva a Bob una prima sorpresa, trasformandolo da assassino in eroe: è proprio lui ad uccidere l’autore della carneficina. Come spesso accade in situazioni del genere, da una tragedia scaturiscono una serie di combinazioni favorevoli: viene promosso ai “piani alti”, rispettato da coloro che prima lo mortificavano e diventa addirittura il destinatario delle attenzioni della donna dei suoi sogni, Vanessa, una collega sopravvissuta al massacro grazie a lui ma costretta, da quel momento, su una sedia a rotelle. Tutto questo lo condurrà in una spirale di cambiamenti difficili da gestire. Una volta terminata la visione, non è facile commentare con assoluta oggettività una pellicola costruita per lasciare grande spazio alla personale interpretazione dello spettatore.
Il regista, Frank Cappello, ci mostra la vita di una persona come tante, intrappolata in un lavoro monotono e senza prospettive, circondata da persone disposte a tutto per realizzarsi (emblematica una frase di Vanessa che, per argomentare la sua ascesa lavorativa, afferma: “Non ti fai degli amici se li calpesti per arrivare in cima”) e inserita in una società dove l’egoismo e la prepotenza sono le virtù dei forti.
O si è pronti ad adeguarsi, oppure chi ha una coscienza è realmente destinato ad un’esistnza mediocre. Certo, nel film ogni sequenza è estremizzata, come pure certi dialoghi, comportamenti e reazioni; ma siamo sicuri che l’ambiente e la società da cui Bob cerca di sfuggire siano così diversi da ciò che ci circonda tutti i giorni? La critica verso il “sistema” e il suo funzionamento non sono poi così tanto velate: probabilmente i concetti di fondo non spiccano per particolare originalità, tuttavia rendono perfettamente l’idea di quei “valori” che sembrano, purtroppo, dominare la società contemporanea, fatta di egoismo, esibizionismo e volontà di primeggiare sugli altri a qualsiasi costo. Certo, fortunatamente non tutti cedono a determinati compromessi, perché dentro di loro non potrebbero convivere con le conseguenze delle loro azioni; ed è anche il caso di Bob (interpretato da un ispirato Christian Slater), l’uomo qualunque schiacciato dalla routine quotidiana, privo di ambizioni, sottomesso dalle sopracitate meccaniche sociali che, quasi per caso, diventa un eroe e tutto “magicamente” cambia. Ora è un vincente ma, per mantenere tale status, dovrà affrontare dei cambiamenti; e se non fosse questa la sua vera dimensione? Alla fine, in un inusuale epilogo, troverà la forza di prendere la sua strada…