Una bellezza autentica

Data: 01/04/07

Rivista: aprile 2007

Indossatrici formato-manichino sulle passerelle, top model pelle e ossa osannate come dive. L’aspetto fisico determina lo status e più magre si è più ci si avvicina alla perfezione o almeno all’ideale di essa. I recenti casi di cronaca sulla morte di modelle ammalate di anoressia riportano tutto ad una realtà meno idilliaca, dove essere belle come la società richiede costa caro.

Luisel e Eliana, modelle brasiliane morte per anoressia negli ultimi mesi. Maiara Galvao Vieira, Machado Brotto, Beatriz Cristina Ferraz: tra i 14 e i 23 anni, tra i 35 e i 42 chili. Nel novembre scorso la morte di Ana Carolina Reston Macan, 40 chili per 174 centimetri; mangiava cocomeri e mele poi li vomitava. Dal suo caso in poi niente più modelle senza visite mediche e sotto la taglia 38. Un codice di autoregolamentazione che dal Brasile si è diffuso in Europa, da Madrid a Londra a Milano.

Mai come ai giorni nostri la ricerca della perfezione estetica ha avuto effetti così dirompenti e preoccupanti. Il tutto diventa ancora più preoccupante se questo confronto con forzati modelli di bellezza comincia in tenera età. Le bambine italiane si sognano magre fin dalle elementari; arrivate alle medie il 60,4% vorrebbe essere più magra, una su quattro ha già sperimentato una dieta e di queste aspiranti “manichini” meno di un terzo si è rivolta ad un medico per farsela prescrivere. Nella maggior parte degli altri casi il regime ipocalorico è fai-da-te, oppure consigliato da amici, riviste, internet o genitori.

Se le ragazzine inseguono fin da piccole questi stereotipi di bellezza pericolosi, le adolescenti crescono con la consapevolezza che il loro aspetto sia molto importante e non avere un corpo perfetto possa essere fonte di preoccupazione.

Bambine, adolescenti, ma anche donne in età matura, spesso madri. Il loro sentirsi inadeguate allo stereotipo di bellezza proposto dai media e dalla società, porta la maggior parte di loro a comunicare messaggi confusi alle figlie, che si sentono perse e non possono far altro che cercare di eguagliare tali modelli qualsiasi ne sia il prezzo. Occorre stare in guardia, avvisano gli esperti, “urgono programmi ad hoc nelle scuole e anche fra i bimbi più piccoli.”

Tra le iniziative c’è ne sono di originali, come il video lanciato da Dove “Evolution” che ha mandato in tilt il server del sito Dove.com e ha fatto registrare oltre 2 milioni di contatti su You Tube (un sito dove gli utenti pubblicano i loro filmati amatoriali o professionali), si è guadagnato un servizio alla Bbc (la televisione pubblica inglese) e un’intera pagina sul tabloid inglese Sun.

“Non c’è da stupirsi se la nostra percezione della bellezza è distorta” recita il video, che mostra come la classica ragazza della porta accanto possa trasformarsi in una super modella.

Truccatori e parrucchieri lavorano su di lei, il risultato è già sorprendente, ma non basta. La tecnologia fa il resto, permette di ritoccare ulteriormente l’immagine: le allungano il collo, le modificano il taglio degli occhi, le snelliscono le spalle.

In breve, la ragazza si trasforma in una modella da copertina, pronta per essere incorniciata in un cartellone pubblicitario.

Il messaggio: tutto è possibile e la bellezza è davvero un valore relativo.

Un primo passo contro i modelli di bellezza, sempre più spesso inseguiti pagando prezzi troppo alti.

Intervista a Laura: “L’anoressia mi ha insegnato la bellezza della vita ed a darle un senso”

Incontro Laura in un pomeriggio al centro ARCA. La prima cosa che mi colpisce è il suo sorriso. Sa che sono li per farle alcune domande sulla sua vita, ci accomodiamo in una saletta e cominciamo l’intervista.

Ti va di raccontarci la tua storia?

Sono una ragazza che è uscita dal tunnel dell’anoressia lungo ben nove anni. Avrei tante cose da dire ma non saprei da dove cominciare. Ti posso dire che durante quel periodo non si vive, non si è. Ti annienti, ti distruggi, vuoi diventare trasparente. Ma dal momento che raggiungi la luce di uscita, inizi a vivere e ringrazi di esistere… scopri la meraviglia di esserci e rimani sorpresa di te stessa e di tutto ciò che ti circonda perché ora non vuoi più perdere nulla: il tempo è veramente prezioso.

Cosa ti ha fatto capire che quello che stavi facendo ti faceva del male?

Quando ho cominciato a guardare dentro di me, a sentirmi, ad accettare anche le sfumature e soprattutto a credere in me. Mi sono accorta che la vita dipende da me, alla fine sono io che mi alzo, che ho voglia di leggere, di correre, di fare.. .di vivere! Scopri che hai una forza immensa dentro e che nel momento che la lasci fluire rimani sorpresa di ciò che puoi raggiungere.

Nella guarigione testa e corpo vanno di pari passo?

Si, è stato un tutt’uno. Sono una sportiva, e come lo sport ho capito che la vita è un gioco e che noi siamo i giocatori, dobbiamo scendere in campo e giocare fino alla fine perché non puoi sapere come è giocare se non giochi. Ci saranno momenti di gioia e di dolore per la fatica di conquistare il risultato ma l’importante e giocare e poi il resto è quello che sarà!

Cosa ti aspetti ora?

Adesso meravigliosamente vivo. Sento dentro di me leggerezza di vita e per me ciò che più conta in questo momento e la serenità d’animo che va conquistata ogni singolo istante. Anche perché i momenti tristi ci saranno e l’importante è non smettere mai di gioire alla vita.

Com’è ora il tuo rapporto con gli altri?

Quando ti ami e ti vuoi bene il rapporto con gli altri cambia: non dai più tanta attenzione al loro giudizio perché prima di loro ci sei tu con i tuoi sentimenti, le tue emozioni, i tuoi desideri e perché tu sai solo la tua verità e impari a dare importanza a ciò e solo alle persone che senti che ti faranno bene e che ti aiuteranno a crescere cercando sempre di migliorarti. Insomma prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro.

Chi sono state le persone più importanti nella malattia?

Sicuramente la mia famiglia, poi le persone di ARCA dalle quali ho capito che cosa vuol dire l’amore incondizionato.

Chi sono ora le persone più importanti?

Sempre la mia famiglia comprese tutte quelle persone meravigliose che ho avuto e ho la fortuna di avere incontrato e di incontrare lungo il mio cammino di vita; e più avanti vado, più capisco quanto è importante il loro appoggio.

Che ruolo hanno avuto i mass media nella tua malattia?

Nel mio caso nessuno. Sono state le delusioni affettive e nello sport che mi hanno indotto a non mangiare più per non affrontare la dura realtà. Ora il mio sorriso è il mio specchio interiore, la mia forza vitale che mi aiuta soprattutto nei momenti difficili da cui nessuno è immune.

Un colore per la malattia e uno per la tua vita ora: quali colori scegli?

Per la malattia il nero. Per la mia vita di adesso il giallo e l’arancione ma posso dire anche l’arcobaleno compreso il nero, che rappresenta la sofferenza e fa parte della vita.

Un libro, un film e una canzone per descriverti.

Il libro scelgo “L’Alchimista”, il film “Forrest Gump”, la canzone “Mi fido di te” di Jovanotti.

I romanzi sull’anoressia/bulimia raccontano sempre la verità? Nei tuoi progetti futuri c’è quello di scrivere un libro?

Non sono mai riuscita a leggere fino in fondo un libro sull’anoressia. Io so come era la mia vita prima e non riesco a leggere anche quella di altre persone che hanno sofferto. Ho voglia di andare avanti, di vivere. Certo che ho pensato di scrivere un libro ma sulla gioia di vivere. Il passato ha determinato il mio presente.

Quanto conta la “Fede” nel tuo percorso?

Tanto. Non so se si chiami “Dio” o cosa, ma sento una forte energia che mi accompagna lungo il mio viaggio di vita e sta a noi essere pronti a cogliere i segnali.

Te la senti di lanciare un messaggio ai ragazzi?

Impara a volerti bene e finché non credi in te stesso la tua esistenza non sarà vita. Accettati, difetti compresi, perché un quadro non è bello se non è pieno, se non è colorato.

Prima di lasciarci Laura mi dice che si sta allenando per partecipare alla maratona di Roma… Noi facciamo il tifo per te! In bocca al lupo!

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