Una gita in alta quota alle Odle

Data: 01/10/04

Rivista: ottobre 2004

L’idea di una gita in alta montagna prima dell’arrivo della neve era saltata fuori quasi per caso. La meta ce la suggerisce Elfriede, un’amica di Bronzolo: il gruppo delle Odle – Geisler Gruppe, in cima alla valle di Funes – Villnoesstal! Ottenuta in pochi giorni dalla provincia di Bolzano l’autorizzazione a percorrere la strada forestale che porta fin lassù, partiamo domenica 22 agosto da Trento verso nord. Infilata a Bolzano la valle dell’Isarco, la percorriamo fin poco dopo Chiusa – Klausen dove un grande svincolo ci instrada senza possibilità di sbagliare lungo la valle di Funes.

All’inizio un po’ stretta, la valle si allarga poi in un susseguirsi di prati verdissimi falciati di fresco e boschi di un verde cupo. Non si attraversano veri e propri paesi perché qui nelle vallate del Sudtirolo l’agricoltura è ancora vitale e la popolazione vive sparsa sui pendii delle montagne in piccoli agglomerati di case con accanto stalla e fienile. Mezzora d’auto e siamo alla stazione demaniale di Funes dove ecco pronta, a nostro nome, la chiave per aprire la stanga di accesso alla strada forestale.

Altri sei chilometri di una ripida stradina infilata tra abeti altissimi e percorsa avanti e indietro da numerosissimi turisti ed eccoci alla Gschnagenhardt Alm, una malga in mezzo ad un pianoro erboso a 2006 metri di altitudine. Sullo sfondo le Odle, una serie di torri dolomitiche culminanti nel Sass Rigais, 3025 metri. Lo spettacolo è davvero straordinario nonostante un viavai di nuvoloni ci tolga di tanto in tanto la vista delle cime e ci nasconda il sole, quasi indispensabile vista l’aria frizzante di quassù!

Un signore di Ortisei con tanto di cappello piumato, ci orienta spiegandoci che di là delle Odle c’è la Val Badia mentre, verso sud, c’è la Gardena col monte Seceda e a nord Cima Plose. Là in fondo, sfumata da una leggerissima foschia o forse smog, la fin troppo urbanizzata valle dell’Adige.

I prati attorno sono tenuti come un tappeto da biliardo, senza buche o sassi, tanto che in carrozzina è facile spostarsi avanti e indietro in ogni direzione. Ne approfitto per dar un’occhiata ad un laghetto e per infilarmi in mezzo ad un centinaio di mucche placidamente al pascolo di là di una lunga staccionata. I miei sguardi di curiosità, sono anni che non ne vedo così tante, vengono presto contraccambiati da quelli di alcune mucche che si avvicinano, probabilmente incuriosite da un tale che cammina… seduto! Scambio di opinioni impossibile e così do la scalata ad un piccolo dosso da dove arriva l’eco di note musicali: alcuni musicisti infatti, nel tradizionale costume tirolese, suonano melodie valligiane circondati da escursionisti plaudenti.

Come si sa, l’aria di montagna raddoppia la fame e così, verso l’una, ci sediamo attorno ad un tavolo all’aperto del piccolo ristorante annesso alla malga. Naturalmente largo al menù locale: Spiegeleier, Keiserschworm, Kaffè e qualche Schnappsele… tanto per digerire! Conto ragionevolissimo: otto euro a testa!

Fatta un po’ di digestione, nuova “camminata” sui prati attorno alla malga ma la batteria fa presto sentire il suo scocciante bip bip: prima di rischiare una notte all’aperto a quota 2006, meglio rientrare!

Verso le cinque l’aria si fa così pungente da far quasi rimpianger l’afa di città! Non resta che prendere la strada di casa non prima però di aver restituito le chiavi ai forestali che ci dicono grazie e arrivederci. Beh… grazie a voi e a noi arrivederci!

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