Una guida alle piste ciclabili

Data: 01/04/06

Rivista: aprile 2006

Grazie all’impegno del Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale, la Provincia di Trento ha realizzato, negli ultimi 10 anni, una tra le più belle reti di piste ciclabili d’Europa. Ne dà conto la Kompass con una guida, edita lo scorso marzo, contenente una descrizione generale delle nove ciclabili disponibili ed informazioni dettagliate sui 300 chilometri percorribili dei 400 previsti. Presenta anche 14 itinerari per Mountain Bike, commentati con la collaborazione degli istruttori della Scuola Italiana Mountain Bike. La guida si sofferma sui luoghi da visitare con notizie storico – artistico – culturali evidenziate nello specchietto “da non perdere”.

Ogni itinerario è illustrato con grafici altimetrici e cartine geografiche. Per quanto possibile, nell’allestimento dei profili altimetrici, è stata mantenuta la medesima proporzione in modo che basti un’occhiata per intuire la lunghezza e la difficoltà del percorso.

Parlarne su pro.di.gio. potrebbe sembrare superfluo. In realtà le piste ciclabili, assolutamente prive di barriere architettoniche di qualsiasi genere, offrono a chi si sposta in carrozzina oppure ha difficoltà a camminare, opportunità di comode escursioni con frequenti aree di sosta attrezzata con panchine e tavolini. Basta metterci, come sempre, un po’ di prudenza!!

La guida ha tralasciato di proposito l’aspetto tecnico delle piste privilegiando quello turistico con percorsi sempre ben segnalati. Non dà i tempi di percorrenza per non condizionare il ciclista e dargli modo, se ritiene conveniente una sosta, di resistere ai richiami dell’orologio. Tutte le ciclabili sono state realizzate per consentirne l’utilizzo ad ogni categoria di ciclisti: da quelli impegnati sul piano agonistico ai pedalatori della domenica e, perché no, ai pedoni e, come suggerito sopra, ad escursionisti in carrozzina. Non presentano alcun pericolo: la larghezza è dappertutto sufficiente al transito di ciclisti nelle due direzioni di marcia, il fondo stradale è adatto a qualsiasi tipo di bicicletta ed il tracciato esclude salite ripide per tratti lunghi.

“Completano l’offerta” i “bicigrill”, piazzole dove sarà possibile mettere qualcosa sotto i denti! Per ora ne sono disponibili due, quelli di Nomi (15 km a sud di Trento) e di Novaledo (Valsugana).

Per la maggior parte della loro lunghezza, le piste scorrono sugli argini di fiumi e torrenti, fiancheggiate da paesaggi di grande fascino spesso inavvicinabili dal turista in macchina. Ogni accorgimento è stato preso per evitare tratti in comune con le strade di grande traffico realizzando, nei punti critici, piccoli ponti, sottopassi e sovrappassi. Solo dove ciò non è stato assolutamente possibile, la ciclabile segue la strada e qui, quasi inutile raccomandarsi, occhi ed orecchi aperti!!

Basta sfogliare qualche pagina della guida per farsi prendere dalla voglia di pedali o, nel nostro caso, di farci qualche chilometro in carrozzina accompagnando o accompagnati da qualcuno in bicicletta! Chi scrive, ad esempio, ha percorso la ciclabile di Loppio parlottando con due ciclisti. Una raccomandazione: attenti alla spia delle batterie!!!

Naturalmente, le piste ciclabili sono aperte anche ai pedoni ed, anzi, in certi casi è addirittura consigliabile usare le scarpe, per godersi in tranquillità la straordinaria bellezza di tanti paesaggi attraversati. Una per tutte quella che porta da Torbole a Ceniga (Dro) sempre costeggiando il fiume Sarca. Il microclima della zona la rende percorribile anche nel tardo autunno quando a Trento, tanto per dire, sarebbe facile trovare brina e ghiaccio! Davvero ideale per chi, in carrozzina, vuol trascorrere un paio d’ore all’aperto senza rischiare una bronchite. Per i Mountain Bikers, ecco invece la pista realizzata recuperando la strada del Ponale, abbandonata 10 anni fa, tra i laghi di Garda e Ledro. Si parte da piazza Catena di Riva, il porticciolo d’attracco dei battelli, e si imbocca la gardesana verso Brescia. Alla prima galleria, si prende a destra la ripida salita che si infila nel Canyon del torrente Ponale, tra strapiombi vertiginosi sul Garda e ripide pareti di roccia. Probabili incontri con falchi e poiane e tanti altri animali che nella gola abbandonata hanno trovato un habitat davvero protettivo. Solo per ciclisti esperti, naturalmente ma se qualcuno in carrozzina riuscisse percorrerla ce lo faccia sapere: lo metteremo in prima pagina!!

Buon viaggio tutti.

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