Una ignobile ipocrisia!

Data: 01/04/06

Rivista: aprile 2006

Francesco Piscioli, primario di fisioterapia all’ospedale di Rovereto, predilige le concretezze alle declamazioni. Già nel dicembre 2002, di fronte alla totale disattesa di Leggi Provinciali per il superamento delle barriere architettoniche autorizzata con rinvii e proroghe, aveva promosso una marcia definita “Vergogna Day”. Con quella marcia, appoggiata da molte associazioni tra cui l’ANMIL, Piscioli intendeva sollecitare tutti i Comuni in prima persona, come i più diretti interessati, ad opporsi alla richiesta della terza Commissione provinciale di prorogare di altri due anni l’applicazione della legge provinciale del ‘91. Aveva anche inviato una lettera aperta ai consiglieri della terza Commissione Provinciale accusandoli di insensibilità e invitandoli a vergognarsi del proprio operato!!

Ebbene, credete sia servita? Che qualcuno sia rinsavito? Non pare, tanto è vero che nei giorni scorsi ci è pervenuta dallo stesso Francesco un’altra lettera aperta in cui, ancora una volta, contesta le tante iniziative di facciata messe in moto a chiacchiere dall’Ente Pubblico. Eccola qui:


Iniziative di facciata, depliant, opuscoli, convegni dimostrerebbero grande attenzione delle varie istanze istituzionali trentine verso i disabili. Enorme ipocrisia gratuita! La L.P. 07.01.1991 n.1 “Eliminazione delle barriere architettoniche in provincia di Trento” fu accolta con enorme soddisfazione dalle associazioni dei soggetti diversamente abili e collocò nell’opinione pubblica il Trentino all’avanguardia in Italia nella soluzione del principale, ma non unico problema dei disabili: le barriere architettoniche. All’art. 8 tale L.P. prevedeva “Entro 6 anni dall’entrata in vigore della presente legge (31.12.1998) l’eliminazione delle barriere architettoniche dagli edifici pubblici, privati aperti al pubblico e dagli spazi aperti al pubblico esistenti”. Sei anni non erano pochi, ma si doveva tener conto dell’enorme presenza di barriere architettoniche da eliminare. Ma non sono bastati!. La L.P. 11.09.1998 n. 10 all’art. 43, comma 5 ha prorogato tale termine al 31.12.2000. Le speranze dei disabili di poter vedere eliminato almeno uno dei tanti ostacoli alla loro esistenza crollarono, ma la delusione non si arrestò. Con L.P. 10.11.2000 n. 14 fu ulteriormente prorogato al 31.12.2001 lo sbarrieramento ma immediatamente la PAT dimostrò la sua non volontà di risolvere il problema. La L.P. 19.02.2002 recante “Misure collegate con la manovra di finanza pubblica per l’anno 2002 sono state apportate” a seguito delle intese raggiunte con le Associazioni rappresentative dei disabili operanti in provincia e con il Consorzio dei Comuni trentini, apportò rilevanti modifiche alla L.P. 07.1.1991, n. 1 sostituendo integralmente l’art. 8 prima citato nel modo seguente.

1. gli enti pubblici assicurano, nell’ambito di propri programmi, la priorità agli interventi di rimozione delle barriere architettoniche negli edifici di loro proprietà per gli spazi aperti al pubblico. La Giunta provinciale con propria deliberazione definisce le modalità ed i termini per la ricognizione degli edifici pubblici che richiedono la rimozione delle barriere architettoniche.

Si toglie il vincolo della L.P. e si affida piena autonomia agli enti pubblici di pianificare interventi di sbarrieramento nell’ambito della loro programmazione settoriale. I Sindaci hanno sempre dimostrato scarsa sensibilità ai problemi dei disabili. Spesso abbiamo osservato vergognose passeggiate su carrozzine di Sindaci “per imitare” le difficoltà di spostamento dei disabili. Nei bilanci comunali lo sbarrieramento viene finanziato in modo minimale. Ma non termina qui l’ipocrisia dell’ amministrazione provinciale. Con delibera della Giunta provinciale n. 1336 del 14.06.2002 si stabilisce di programmare una ricognizione dopo il 30.06.2006, come termine unico di scadenza per l’ultimazione e la rendicontazione degli interventi inseriti nei programmi di investimento di competenza dei comuni. Siamo partiti il 7 gennaio 1991 per arrivare al giugno 2006 come scadenza per conoscere cosa faranno i comuni sulla eliminazione delle barriere architettoniche, tenendo conto che possono fare quello che vogliono, anche non sbarrierare dato che la provincia non ha alcuna forma di imposizione. La soluzione di uno dei principali problemi dei disabili dopo 16 anni è lasciata alla sensibilità dei sindaci. Non si parla più di sbarrieramento, bensì di ricognizione della volontà dei comuni allo sbarrieramento. Quindici anni di ipocrisia, di presa in giro, di proroga in proroga, di deresponsabilizzazione della Giunta provinciale!. È il Trentino di facciata che nella realtà nasconde uno scarso senso civile verso i problemi delle fasce più deboli, al di là delle dichiarazioni ed iniziative elettorali ipocrite, di cui in questi giorni saremo ancora testimoni.

Francesco Piscioli

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