Una lunga maratona di lettura

Data: 01/02/09

Rivista: febbraio 2009

Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali per dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

L’occhiello sopra riporta il primo articolo della dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU, che a 60 anni dalla sua sottoscrizione è stata celebrata in Provincia da diversi eventi. Uno di questi la maratona di lettura promossa dall’Ufficio per il Servizio Civile “ESSERCI” con il progetto “se questo è un uomo”.

Più di 300 persone di tutte le età e professioni: impiegati, casalinghe, professori, artisti, autorità e bambini si sono alternati nella lettura senza sosta, tra le ore dieci del 22 novembre 2008 e le ore dieci del giorno successivo, di testi, più o meno noti legati in qualche modo ai diritti dell’uomo. Tutto questo all’interno della Sala Depero della P.A.T. e in diretta televisiva. L’intento era quello di celebrare l’importanza di questa dichiarazione che dovrebbe garantire a tutti pari dignità e diritti. Usiamo il condizionale perché purtroppo, ancora oggi, in molti casi questa dichiarazione non solo viene presa in scarsa considerazione ma viene violata nelle sue componenti più importanti. Di questo si è parlato in particolare durante la serata conclusiva, il 17 dicembre, presso il Centro Sportivo di Gardolo, ornato per l’occasione da una lunga tela disegnata dai ragazzi di 80 scuole diverse e raffigurante i loro pensieri sui diritti umani.

Durante questa serata sono intervenuti personaggi di spicco tra i quali il cabarettista Alberto Patrucco, che ha esordito con una frase di incitamento a sperare sempre: “se solo uno di noi sogna non succede niente. Se siamo in tanti a sognare insieme possiamo costruire la realtà”.

Ospiti d’eccezione i Tets de Bois, gruppo pop che attraverso il loro progetto “Avanti Pop”, non esclusivamente incentrato sulla musica, ha coinvolto il pubblico con canzoni, testi e immagini. Il gruppo ha voluto in particolare ricordare i tanti schiavi ghanesi che per 10€ al giorno coltivano tutto l’anno, in campi salernitani, i pomodori e gli ortaggi che finiscono nei piatti di tutta Italia e di mezza Europa. Le loro condizioni sono spesso disperate e dormono in case senza acqua né finestre. ”Non occorre andare tanto lontano per trovare qualcuno che è privato della sua dignità. Purtroppo gli imprenditori fanno finta di non sapere e quindi anche in Italia ci si abitua agli orrori più grandi.”

Altri interventi importanti sono stati quello di Elena Mazzarano, testimonial di Emergency, e quello di Moni Ovadia, cantante, musicista e attore teatrale milanese di origine bulgara e religione ebraica, personaggio in continua lotta con le discriminazioni razziali e la disuguaglianza sociale. La sua testimonianza, presentata attraverso un video registrato, ha voluto affermare quanto siamo lontani dalla concreta applicazione della difesa dei diritti umani: siamo anzi in continua regressione; l’incessante incorrere al capitalismo ci porta all’autodistruzione e può essere definito come sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ovadia ha puntato poi l’attenzione sulla forte discriminazione verso il popolo Rom (unico popolo che non ha mai fatto guerra a nessuno), in particolare nei confronti dei bambini.

A rappresentanza di un’attuale violazione dei diritti umani, è intervenuto in diretta telefonica Omar Mih, ambasciatore della Rasd (Repubblica Araba Saharawi Democratica), testimone della tragedia compiuta nei confronti del popolo Saharawi, il quale è profugo tutt’ora in Algeria da 17 anni.

Grazie all’Onu negli ultimi anni qualcosa è sembrato muoversi nella direzione di un trattato di pace con il Marocco, anche se questo Paese per ora non sembra accettare l’autodeterminazione del popolo in questione e la conseguente concessione dei territori del Sahara occidentale (territori che il Marocco continua ad occupare abusivamente). La serata è continuata poi con altri ospiti e in particolare con la musica folk della Orient Balkan Orchestra.

Violare la dichiarazione dei diritti umani non significa solo violare una legge ma, in senso più profondo, il codice per una vita sociale serena per tutti, quindi ciò che per tanti da un senso alla vita. Come sostiene Papa Benedetto XVI: “Alla base di questi diritti non c’è una concezione legalistica, ma la dignità stessa dell’uomo, la verità, la tolleranza e la libertà di religione” ;

La Carta dei Diritti Umani, che ha dato forza e legittimazione alla lotta contro l’apartheid e la segregazione razziale, è tutt’oggi davvero in grado di tutelare l’Umanità? Si fa fatica a crederlo se si pensa alla situazione del momento: guerre, violenza, disuguaglianza sociale, problemi ambientali in continuo aumento.

Le parole di Giovanni Kessler, presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, riassumono bene lo stato attuale delle cose a proposito di queste tristi tematiche: “oltre un miliardo e mezzo di persone non hanno acceso al bene essenziale per la vita umana, l’acqua; che in ogni continente sono decine le nazioni governate da regimi autoritari che inculcano la libertà e non consentono la libera espressione di opinione, pensiero e parola; che negli ordinamenti giuridici di decine di nazioni è prevista la pena di morte, sanzione che questi governi esercitano con continuità; che milioni di bambini si vedono ogni giorno rubato il diritto all’infanzia; che milioni di persone non hanno la possibilità di esercitare il diritto al lavoro; che il diritto all’istruzione resta una miraggio per alcuni miliardi di giovani etc… A pensarci bene, si tratta di diritti che riteniamo scontati e il cui esercizio appartiene alla nostra esperienza quotidiana. Ma nel mondo c’è chi, per difendere questi principi essenziali viene perseguito, privato della libertà personale e, in non pochi casi, anche della vita…”

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