Come descrivere l’anno trascorso a Prodigio? Ripercorrendo mentalmente la mia esperienza di servizio civile, mi rendo conto di quanto sia stata una continua e formativa messa alla prova.
Fin dall’inizio. Sono partito con molto entusiasmo, ma essendo l’unico civilista ho subito sentito la mancanza di uno scambio con dei pari, di un confronto che giovasse alla mia crescita professionale e umana. Ho fatto di necessità virtù, sviluppando presto autonomia e responsabilità nel lavoro. Non sono mancati momenti di difficoltà e crisi, ma ringrazio ci siano stati: fanno parte del percorso e vanno affrontati e superati. Ne sono uscito ponendomi ancor più in un’ottica di ascolto e servizio. Poco alla volta così ho recuperato tranquillità, forza nella proposta, fiducia nelle mie possibilità.
Una volta conquistata una certa stabilità, è arrivato il lockdown; per quasi due mesi ho lavorato da casa. La sospensione delle attività in presenza mi ha tolto la possibilità della comunicazione diretta (anche se quella a distanza ha funzionato), ma mi ha permesso di sviluppare responsabilità e creatività nel lavoro in autonomia. Rientrare in redazione il 4 maggio è stato strano, ma necessario. Sempre più ho aumentato dimestichezza e sicurezza nel muovermi tra i contenuti cardine dell’associazione e nel tradurli in una linea editoriale coerente.
A giugno sono arrivate due nuove compagne di viaggio con le quali condividere l’ultima parte del percorso. Si è così colmata la richiesta, manifestata fin dal principio, di lavorare in squadra. Ho provato che in team si lavora di più e meglio. Ho assunto un ruolo di coordinamento di attività e rapporti umani che ho applicato in maniera morbida, al fine di favorire un graduale passaggio di consegne e dare risalto alle nuove forze a disposizione. Spero di aver agito nel modo giusto.
Un segno penso di averlo lasciato: sento di aver portato soprattutto una competenza giornalistica accurata e attenta. Prodigio mi ha dato la possibilità e gli strumenti per svilupparla all’interno di una dinamica di redazione.
A volte penso che avrei voluto e potuto fare di più, ma nel complesso sono contento di ciò che ho dato e ricevuto. Questi dodici mesi mi hanno messo alla prova, fatto crescere, riscoprire l’interesse per il sociale, capire che voglio proseguire nella direzione del promuovere e comunicare cultura.
Grazie Prodigio!