Università sbarrierata: via libera agli studenti disabili

Data: 01/12/08

Rivista: dicembre 2008

Dall’ottobre 1999 l’Opera Universitaria di Trento gestisce il Servizio Disabilità istituito per dare appoggio agli studenti con handicap. Questa l’autopresentazione che abbiamo trovato in Internet ma noi, non soddisfatti, per saperne di più abbiamo cercato ed intervistato il responsabile alla disabilità dell’Opera Universitaria, anch’egli disabile, Gianni Morelli. “Oltre all’accoglienza, Universabili (così è stato chiamato il piano di interventi) offre su richiesta l’accompagnamento e il trasporto personalizzato. Il primo, ad opera di volontari del Servizio Civile Nazionale, del Volontariato europeo e di studenti universitari che scelgono di effettuare le 150 ore lavorative predisposte dalla facoltà di Trento,” ci spiega Morelli “mentre del secondo se ne occupa il Servizio MuoverSi gestito dal Servizio Politiche Sociali ed Abitative della PAT e dalle Cooperative Sociali; un servizio non indifferente previsto nella sola provincia di Trento”. L’anno scorso hanno usufruito del servizio dell’Opera Universitaria 129 disabili di cui 56 con disabilità motorie, 53 con gravi patologie, 15 disabilità visiva e 7 uditiva. Anche le attrezzature offerte sono adeguate. Morelli ci mostra un’aula lettura totalmente sbarrierata dove i disabili, oltre a studiare, si incontrano e socializzano. Accanto a questa un’altra sala con videoregistratore per ipovedenti e una postazione tiflotecnica (fornita cioè di apparecchiature Hardware e Software per i disabili visivi, come sintesi vocale e barra Braille).

Le agevolazioni economiche, inoltre, non sono un particolare da trascurare: sopra al 65% di disabilità gli studenti sono completamente esonerati dalle tasse. “In realtà” continua il nostro interlocutore “il Servizio Disabili concede altri vantaggi non indifferenti; uno di questi riguarda lo stretto rapporto di collaborazione con l’università.” Il presidente dell’Opera Universitaria Fulvio Tuelle infatti è anche il delegato alla disabilità. All’università sono presenti poi sette docenti delegati ai quali si può fare riferimento per programmare un piano di studi adeguato ed eventualmente modificare la modalità di un esame o usufruire di un’intermediazione per la prova scritta. ”Mi sembra importante menzionare” conclude Morelli “il servizio gratuito di consulenza psicologica dell’Opera offerta a tutti gli studenti dell’università che manifestano del disagio, hanno difficoltà a socializzare o non sono in grado di superare gli esami.”

La settimana successiva ritorniamo in sede per intervistare due giovani del Servizio Civile Nazionale che si occupano dell’accompagnamento: Davide ed Emanuele. Ci accolgono nel loro ufficio e si rendono subito disponibili a rispondere ai nostri quesiti.

Perché avete scelto di fare il servizio civile e perché proprio all’Opera Universitaria?

Emanuele: “Per vivere la vita universitaria da un altro punto di vista”

Davide: “Conoscevo già un ragazzo che operava qui e conoscevo questo tipo di servizio. Mi piaceva.”

In che cosa consiste la vostra attività?

“Ci occupiamo di accompagnare i disabili in mensa in biblioteca o alle lezioni, sostenerli e aiutarli a soddisfare tutte le loro richieste.”

Cosa vi aspettavate? Sapevate che sarebbe stato così?

Davide: “Me lo aspettavo. Ho avuto a che fare con i disabili sin dall’infanzia in campo scolastico”

Emanuele: “Pensavo che mi desse molto di meno umanamente. Mi ha cambiato la vita. Stare con i disabili ti fa vedere il mondo in maniera differente,mi ha portato a relazionarmi in modo diverso anche con le altre persone. Rallentare il tuo ritmo di vita ti fa rendere conto che c’è poco spazio per chi va piano, per chi è socialmente escluso, per i disabili o semplicemente per fermarsi a pensare”

Avete avuto difficoltà inizialmente?

Davide: ”No perchè, come dicevo prima, ho già avuto amici disabili.”

Emanuele: ”Non ho mai avuto a che fare con disabili prima d’ora quindi si perché non sai come relazionarti ma poi capisci che la cosa più importante per capirsi è chiedere quello che vogliono senza avere timore. Le persone non sanno rapportarsi ai disabili ma solo perchè hanno paura dato che non conoscono questa realtà. “In effetti il 90% delle persone non ha mai avuto a che fare con disabili” conclude Davide.

Secondo te c’è abbastanza sensibilità da parte della società nei riguardi dei disabili?

Davide: “No assolutamente. La gente dovrebbe farci più caso ed essere maggiormente informata. Inoltre non sopporto quelli che provano pietà per i disabili. Sono delle persone come le altre solo con qualche difficoltà fisica ma hanno servizi a loro disposizione per essere in grado di gestirsi. Possono vivere una vita tale e quale alla nostra; quando accompagno un disabile e incontro qualcuno che conosco non dico mai lui è un ragazzo disabile che accompagno… ecc. no! dico invece: ti presento un mio amico… e in realtà è proprio così. Noi stessi costruiamo qui dentro forti rapporti di amicizia”.

Vi piacerebbe in futuro continuare ad occuparvi di disabilità?

“Perché no?!”

Credete che l’Opera Universitaria offra un servizio efficiente?

“Il servizio non potrebbe migliorare. si potrebbe sempre fare di più ma per ora non manca davvero niente. Le strutture sono sufficienti il servizio efficiente e i “clienti” soddisfatti.”

Emanuele: “Ah ora vi presento Luca il nostro master: Lucaaaaaaa!”. Luca: ”arrivoooo!”. Luca è uno studente disabile che frequenta la facoltà di giurisprudenza e usufruisce del servizio disabili dell’Opera universitaria. Approfittiamo della sua presenza per fare qualche domanda anche a lui:

Ti senti soddisfatto del servizio?

“Assolutamente si”.

Quindi non credi che il servizio potrebbe migliorare?

“Per ora no, però vorrei dire una cosa molto importante: perché il servizio sia naturale e non si trasformi in assistenzialismo dobbiamo prendere in considerazione anche il comportamento del disabile. È lui il primo che deve rendersi disponibile ad un contatto con gli altri piuttosto che chiudersi in se stesso e rifiutare l’aiuto. Il rapporto tra normodotato e disabile è costituito da tutti i due componenti.”

Quanto pensi sia stato decisivo questo servizio per la tua iscrizione all’università? L’avresti frquentata comunque?

“Io l’avrei fatta in ogni caso ma conosco molti ragazzi che non si sarebbero iscritti e non sarebbero stati in grado di frequentare senza questo servizio e non posso comunque negare il fatto che sia di grande aiuto anche per me”.

Ti senti sullo stesso piano degli altri universitari? ti senti integrato?

“Certo”.

Questa è la risposta più importante perché ci convince definitivamente dell’efficienza del servizio in questione.

Dopo l’intervista chiediamo ai ragazzi se possiamo accompagnarli durante la loro attività per poter vedere sul campo come si svolge la pratica dell’accompagnamento.

Proprio in quel momento cominciano a suonare le campane: mezzogiorno. Ci avviamo quindi verso la mensa assieme a Davide, Emanuele, Luca e Marco (un altro ragazzo che usufruisce del servizio). I due ragazzi disabili sono simpatici quindi ci troviamo subito a nostro agio e loro ancor di più visto che ci confidano tranquillamente che conoscono il nostro giornale ma non lo leggono mai… Emanuele e Davide prendono i vassoi per loro e per Luca e Marco e io e Franchesca non facciamo nemmeno in tempo a girarci che gli altri sono già spariti e sono andati a sedersi al tavolo. In mensa incontriamo anche Gianni Morelli che ci saluta con allegria; mentre mangiamo finiamo per parlare di cucina internazionale.

Alla fine del pranzo Franchesca ed io ci guardiamo e dal nostro sguardo capiamo che stiamo pensando la stessa cosa: “Disabili? Ma dove!?”

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