Non credo che molti di voi conoscano il “torball”. Il mio amico Luigi ci gioca ed è stato lui ad invitarmi a vedere alcune partite di questo sport. Ora, da “profano”, vorrei provare a descriverlo. Prima essenziale informazione è che si può giocare soltanto essendo completamente ciechi! Non si preoccupino coloro che “più o meno” ci vedono perché è prevista per tutti i giocatori una maschera che toglie completamente la visibilità. Si gioca in palestra, l’ area di gioco misura 14 x 7 m, il fondo campo è delimitato da due porte alte 1,35 m e larghe 7 m. A poca distanza dalle porte sono fissati al pavimento tre tappetini che orientano i giocatori sulla posizione in campo; a metà campo ci sono tre corde con attaccati dei sonagli, sollevate a pochi centimetri dal pavimento e distanti fra loro 2 metri. “Strumento” di gioco è una palla tipo pallavolo realizzata in modo da produrre rumore mentre rotola o sbatte sulle superfici.
Le squadre sono composte da tre elementi, ognuno dei quali gioca il ruolo di attaccante o difensore ruotando con i compagni nella posizione in campo. L’attaccante lancia la palla (solo con le mani) verso la porta avversaria cercando di superare i vari “ostacoli” ovvero tre corde che, se urtate, annullano il tiro, ed i corpi distesi a barriera dei 3 difensori che, appena sentono arrivare la palla, si sdraiano a terra lungo tutta la lunghezza della rete. Il tempo effettivo di gioco è di 10 minuti, suddiviso in due tempi.
A parole, nelle sue linee essenziali questo è il gioco del torball, nei fatti vorrei lasciarvelo scoprire diventando anche voi spettatori. A proposito, al pubblico è concesso gioire o “disperarsi” nel proprio intimo, sottolineando semmai con brevi applausi e acclamazioni le azioni di gioco ben riuscite, poiché l’arbitro ricorderà più volte l’importanza del silenzio durante il gioco, che abbiano visto, si basa solo sul… sentire la palla!
Ormai soltanto in pochi sport non contaminati dai soldi e dalla televisione è possibile ritrovare un genuino spirito sportivo. Così nel torball ho scoperto che uno sport può diventare una sfida con se stessi e non necessariamente con gli altri; che lo spirito di squadra è uscire a “trenino” dal campo, attaccati l’un l’altro mano sulla spalla ad una guida; che per chi è “diverso” esiste una vita diversa ma non per questo peggiore; che non sempre una disabilità diventa handicap.
Se volete partecipare da spettatore ad un incontro di torball, le opportunità non sono molte in quanto le partite si concentrano in tornei di mezza giornata, ma lo spettacolo ben vale un pomeriggio sulle gradinate di una palestra. Se non ci credete venite a vedere!!!