È difficile alle volte trovare le parole, soprattutto se si è stati protagonisti dell’evento oggetto della propria “cronaca”. La nuova sede di via Gramsci è il risultato di anni di lavoro e trattative.
Il presidente dell’associazione Prodigio, Giuseppe Melchionna, non ha mai smesso di crederci, anche quando la cosa era rimandata di mese in mese, lasciando spazio solo alle speranze.
La redazione era incredula quando ci è arrivata la telefonata del geometra Trentini, dall’ITEA, il quale ci confermava che la domanda aveva ottenuto il placet del Comune e dell’Istituto Trentino dell’Edilizia Abitativa: la sala di via Gramsci, 46 A/B era stata assegnata all’associazione Prodigio a tutti gli effetti.
In poco tempo il locale è stato sistemato con degli arredi da ufficio donati in parte dalla Provincia, in parte dalla S.A.D. (la cooperativa sociale che ci ha ospitato dall’inizio del corso di formazione, fino allo scorso settembre) e da amici e parenti. Così abbiamo visto cambiare questo stanzone di giorno in giorno, l’abbiamo pulito, lustrato e fatto un po’ più nostro… Tutto fino al 15 ottobre.
Era una mattina di sole e io me ne stavo tranquillo in bella mostra nella rivisteria messa nel mezzo della stanza. Li ho visti arrivare uno dietro l’altro, autorità e gente normale, amici e curiosi. Entrando guardavano le pareti tappezzate dalle ragazze del civile, i tavoli imbanditi dalla vivande preparate dalle nostre amiche, la disposizione del mobilio. In poco tempo la stanza si è riempita, l’atmosfera che fino a un poco prima era un misto di attesa e trepidazione si è rilassata ed è cominciata la festa.
Sono intervenuti, oltre al presidente Melchionna, l’assessore comunale Letizia De Torre, la presidente dell’ITEA Elena Rebecchi Defant, il vicesindaco di Trento Andreatta, il presidente della provincia Dellai (in amicizia), il presidente dell’ITAS volley Diego Mosna, il presidente di Trentino Trasporti Vanni Ceola, il presidente della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine Luigi Baldo e tanti altri. Non saprei da dove iniziare a ringraziare, troppi sono i nomi di quelli che ci hanno sostenuto in questi anni di gavetta.
Il nostro Pino è stato il centro catartico della manifestazione. Tallonato da giornalisti e telecamere, ha presentato l’associazione nel suo essere e nel suo agire concretamente all’interno della comunità. Quando tutti hanno trovato posto all’interno della sede ha preso la parola e ha descritto che cos’è Prodigio, come è nata e come si è sviluppata nel tempo, con la collaborazione di molte persone. Ha illustrato brillantemente i progetti di maggior peso che l’associazione segue in prima linea, in particolare il Progetto di Vita Indipendente. Il palazzo dell’ITEA che ci ospita, è lo stesso in cui verranno a vivere in autonomia quattro persone disabili. Gli appartamenti saranno attrezzati con le più avanzate tecnologie della domotica, grazie alla collaborazione combinata del Comune di Trento con l’ITEA e la nostra associazione. Sull’argomento fanno eco gli interventi della Defant e della De Torre che ne puntualizzano l’importanza. Le iniziative trentine nel campo della strutturazione degli alloggi per i diversamente abili infatti sono state segnalate dalla Commissione Europea come i migliori interventi nell’Anno Europeo del Disabile. Segno importante anche per la nostra piccola realtà che si fa sentire e vedere come elemento su cui puntare. Il nostro lavoro sempre in prima linea ci fa onore anche in realtà molto più grandi.
Vengono poi presentate le ragazze che da luglio partecipano alla vita della nostra associazione. Anna, Elisa, Maria e Marina sono entrate attraverso l’inserimento di Prodigio, con il Progetto di Giornale, nel mondo del servizio civile volontario. Loro sono la risorsa umana su cui puntare per il futuro.
Ci sono anche Carlo e Ugo, che stanno lì a metà tra soggezione e timidezza, parlano con i conoscenti, ma non amano i riflettori. Il primo è il vicepresidente dell’associazione, nonché il nostro esperto d’informatica. Impagina il giornale, cura il sito e si occupa di tutto ciò che è tecnologia (chiamatelo poco!) Ugo invece è il “responsabile” della redazione: grazie alla sua esperienza di pubblicista egli fa di pro.di.gio. un giornale degno di questo nome. Tra i fondatori Ugo e Carlo, con il presidente, sono gli unici a non aver mai lasciato la barca, ma oggi ci sono tanti altri, che hanno iniziato con noi nel 1999 e che per varie ragioni si sono un po’ allontanati. La loro presenza dimostra che Prodigio per loro conta ancora qualcosa.
Tra le tante iniziative che Prodigio realizza vorrei anche citare la sensibilizzazione alla prevenzione degli incidenti stradali nelle scuole e l’organizzazione di eventi musicali.
La festa di Prodigio è la mia festa: io, pro.di.gio., sono una delle creature di questo insieme di persone che ha deciso di trasformare il loro handicap in un missione attiva verso il prossimo. Avere una casa è un punto di arrivo importante, non è stato l’unico e non sarà di certo l’ultimo.