Violenze e maltrattamenti in famiglia

Data: 01/02/07

Rivista: febbraio 2007

Il Ministro Rosy Bindi: “Vogliamo scommettere su una società che non lascia mai più sola la famiglia”.

Il tema delle violenze e dei maltrattamenti in famiglia è di attualità sui giornali e nelle notizie di cronaca. Il disegno di legge, approvato dal Governo il 22 dicembre scorso, affronta i problemi con una serie di interventi a tutto campo, affidando all’Istat il compito di monitorare le dinamiche del fenomeno.

Il volume “Violenze e maltrattamenti in famiglia”, elaborato dal centro di ricerca dell’Università di Trento e dell’Università Cattolica di Milano su incarico della Provincia di Trento, tenuto a battesimo dal Ministro della famiglia Rosy Bindi e presentato lunedì 15 gennaio 2007 nella sala conferenze della facoltà di economia di Trento. Il volume costituisce un contributo alla riflessione e al monitoraggio delle violenze in famiglia che parte dalla dimensione internazionale, attraversa quella nazionale ed infine esamina la situazione esistente in Trentino (per quel che riguarda la dimensione locale vengono esaminati sia i fenomeni che la percezione degli operatori).

“Violenze e maltrattamenti in famiglia”: a prima vista questi due termini sembrano costituire una contraddizione. La struttura familiare fatta di amore, condivisione, comprensione e solidarietà dovrebbe essere la forma sociale più lontana dalle forme di violenza delle quali si parla in questo volume: omicidi, abusi sessuali, maltrattamenti fisici e violenze psicologiche. Il testo conferma ampiamente questa contraddizione che attraversa le età, i luoghi, le condizioni socio-economiche e le diverse cittadinanze e va attentamente considerata nelle dinamiche, nei diversi contesti, con i soggetti – autori e vittime – che la esprimono.

La miccia più frequente che innesca violenza tra le pareti domestiche sono l’abuso di alcol e separazione dal coniuge (annunciate o già definitive); nella maggior parte dei casi le vittime sono donne e bambini, ma si assiste anche ad un preoccupante incremento dei casi di maltrattamento degli anziani.

Il rapporto analizza le condizioni sociali, culturali ed economiche delle famiglie in cui si verificano casi di violenza o abuso. Esamina poi nel dettaglio le varie forme di violenza e le conseguenze sul piano psichico e sociale elaborando possibili strategie preventive.

Tra i presenti alla conferenza, di particolare importanza è stato il contributo del Ministro della famiglia Rosy Bindi.

Di seguito ecco alcune parti, secondo me tra le più significative, di quello che il Ministro ha detto riguardo al tema violenze e maltrattamenti in famiglia.

“La violenza, gli abusi e i maltrattamenti nei confronti di chiunque, ma soprattutto delle donne e dei bambini vanno messi al bando, cerando una cultura di condanna ma anche di prevenzione e di presa in carico sia delle vittime che degli aggressori. Il governo ha presentato un disegno di legge che contiene non solo un inasprimento delle pene per questi reati, ma anche un impegno di sensibilizzazione, prevenzione e riabilitazione.”

Il governo sta facendo una vera politica per la famiglia, per i minori, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, perché spesso gli atti di abuso e di violenza si consumano nei nuclei famigliari che hanno difficoltà economiche e fanno fatica ad avere tempo per la cura dei figli e degli anziani.

Il governo si propone di combattere il fenomeno della violenza tra le mura domestiche prendendosi carico della famiglia, sostenendo il peso dell’educazione e della crescita di un contesto culturale positivo, integrando sensibilità e conoscenza per rendere più efficace l’impegno sociale.

Nel suo intervento il Ministro si è dimostrato particolarmente sensibile al problema, rendendo noto a tutti i presenti come la violenza in famiglia sia un capitolo centrale della politica che questo Governo intende promuovere e l’importanza di inserirsi in modo adeguato nel complesso contesto dell’animo umano e delle relazioni sociali. L’attenzione si è poi spostata sull’importanza dello strumento normativo, utile per mettere in campo campagne di sensibilizzazione, promuovere un corretto utilizzo dei media e attuare azioni contro la discriminazione per far emergere situazioni di abuso. Ovviamente il solo strumento normativo non basta.

Nel disegno di legge, oltre a valorizzare e precisare nozioni quali identità di genere e orientamento sessuale, la cui diffusione già di per sé ha una grande valenza anti-discriminatoria, si prevedono otto norme qualitativamente dominanti di sensibilizzazione e di prevenzione, tra le quali si segnalano:

  • un impegno generale di tutte le amministrazioni statali a realizzare interventi di informazione e di sensibilizzazione nel quadro del Piano d’azione nazionale contro la violenza sessuale e di genere previsto dalla legge finanziaria appena approvata;
  • interventi per rimuovere tutte le discriminazioni in ambito scolastico e sanitario e per la formazione del personale;
  • il divieto di utilizzare in modo vessatorio o discriminatorio nella pubblicità l’immagine della donna o i riferimenti all’orientamento sessuale;
  • il monitoraggio costante da parte dell’ ISTAT-Istituto Nazionale di Statistica del fenomeno della violenza e dei maltrattamenti;
  • una carta dei diritti della vittima di violenze, volta a ridefinire il profilo degli interventi di aiuto alle vittime e a garantirne i livelli essenziali;
  • un Registro dei centri anti-violenza presso il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità per lo scambio di informazioni con le istituzioni pubbliche e la gestione condivisa degli interventi.

Sono inoltre previste misure per garantire la certezza della pena, l’efficacia delle indagini sulle violenze domestiche, la celerità dei processi mediante il rito di giudizio immediato, la possibilità per la vittima anche non minorenne di evitare il pubblico dibattimento, la maggiore gravità penale delle violenze commesse dai coniugi o su donne in stato di gravidanza. Vengono introdotte nuove figure di reato: gli atti persecutori lesivi della dignità o salute della vittima, l’adescamento di minori tramite Internet e la sottrazione e trattenimento di minore all’estero. Prevista poi la possibilità per lo Stato di costituirsi parte civile nei processi per atti discriminatori e per violenza nei confronti delle donne potranno intervenire in giudizio gli Enti Locali e i Centri antiviolenza che abbiano prestato assistenza alla donna.

Il Ministro Bindi ha inoltre sottolineato l’importanza di sviluppare un sistema di relazioni sociali e servizi intorno alla famiglia, facendo si che questa non rimanga mai più sola.

Il mese di maggio vedrà l’apertura di una conferenza nella quale sarà presentato il piano programmatico per la famiglia.

Il Ministro, assieme al Governo vuole scommettere su di una società che non lascia mia più sola la famiglia, intende promuovere e sostenere con nuove forme di incentivi il valore della disponibilità della cura della persona all’interno della famiglia, intesa in termini di affetto e di tempo speso per l’educazione e la cura.

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