Questo articolo è dedicato a tutti quelli che hanno qualche giorno libero durante le prossime vacanze di Natale, a tutti quelli che hanno messo da parte un bel gruzzoletto risparmiando per tutto l’anno e non vedono l’ora di spenderlo per farsi un bel viaggio. Se non avete idea di quale sia la meta migliore da scegliere, se avete voglia di prendere un aereo, sorvolare l’Atlantico e atterrare negli States ma siete anche un po’ preoccupati di non trovare le condizioni di accessibilità adatte alla vostra situazione, ecco, allora, forse posso aiutarvi. Ma se non siete tra i pochi fortunati che possono fare progetti di questo genere e vi accontentereste anche di un volo low-cost oltre Manica, allora continuate a leggere. E se proprio non avete una lira, avete paura dell’aereo e queste vacanze le passerete a Trento, beh non smettete di leggere, anche solo per saperne qualcosa di più o per sognare un po’.
San Francisco. Cosa vi viene in mente? Salite, discese e tram. Effettivamente non il posto più adatto ad un turista disabile…e invece vi sbagliate perché questa meravigliosa città è famosa proprio per il suo altissimo livello di accessibilità. Forse non sapevate che negli Stati Uniti esiste una legge, che risale al 1990 e si chiama American Disabilities Act, che obbliga tutte le imprese di trasporto pubblico a rendere accessibili tutti i loro mezzi e servizi. Non c’è da stupirsi, quindi, quando si scopre che in America un grandissimo – specie se confrontato con le cifre europee o italiane – numero di disabili usa regolarmente i mezzi pubblici.
San Francisco è l’esempio perfetto di questo aspetto della società a stelle e strisce. La San Francisco Bay Area Rapid Transit (conosciuta come Bart), e cioè la metropolitana della città, ci dimostra cosa sia possibile ottenere in termini di accessibilità con pochi accorgimenti e con un’architettura progettata con un minimo di coscienza sociale. L’impegno dell’amministrazione pubblica verso le difficoltà dei cittadini disabili si vede in tanti piccoli particolari, che poi tanto piccoli non sono se nelle città italiane ancora non se ne vede traccia: stiamo parlando di biglietterie automatiche ad altezza di sedia a rotelle, di personale fornito di manuali per imparare ad utilizzare il linguaggio dei segni e poter comunicare così anche con chi non può sentire, di ascensori per tutti i livelli e per tutte le stazioni della metro, di gap minimi tra la piattaforma e il treno, in modo da facilitare l’accesso ai mezzi, di segnaletica a caratteri grandi per chi ha problemi di vista.
Non poco se si pensa che l’intera rete fu terminata nel 1972, ben prima che il Disabilities Act venisse emanato. Fin da allora a San Francisco si era fatto tutto il possibile per assicurare un viaggio confortevole a tutti, e ripeto, proprio a tutti. L’accessibilità è garantita dall’esterno delle stazioni, alle biglietterie, dalle piattaforme all’interno dei vagoni, dove gli spazi sono ampi per permettere le manovre di chi si muove in sedia a rotelle.
Per capire come questa situazione sia, purtroppo, ancora un’eccezione basta fare un rapido confronto con un’altra grande metropoli europea, Londra, dove i disabili sono comunque tenuti in grande considerazione e hanno ampia libertà di movimento per le strade della città. I bus londinesi sono tutti accessibili, tranne naturalmente gli antichi e intramontabili double-decker. Ma per la famosa Tube il discorso è più complicato. In Inghilterra non esiste nessuna legge specifica sull’argomento e la difficoltà maggiore da affrontare è l’età della rete metropolitana di Londra. Le linee più recenti (come la Jubilee Line) sono totalmente accessibili ma per quelle più antiche (come la Bakerloo Line) sono necessari interventi davvero sostanziali per migliorare il livello di accessibilità, interventi costosi che potrebbero anche compromettere il patrimonio storico che alcune stazioni rappresentano.
Rimane il fatto che muoversi in Gran Bretagna con i mezzi pubblici per i disabili non risulta davvero facile e si stima che le persone con disabilità viaggino meno di un terzo dei normodotati.
Insomma adesso ne sapete un po’ di più su due grandi metropoli che potrebbero diventare la meta ideale di un viaggio: a voi la scelta!