“Volare in Trentino”: reportage nei cieli trentini

Data: 01/06/13

Rivista: giugno 2013

È stata una presentazione intima, accolta nelle sale della Fondazione Caritro di via Calepina a Trento, quella che ha ospitato Valentina Musmeci ed il suo uditorio per inaugurare il suo ultimo lavoro: Volare in Trentino. Si tratta di un reportage, vissuto in prima persona dalla scrittrice, che presenta tre itinerari di volo nei cieli locali, raccontato da chi il brevetto l’ha conseguito soddisfacendo “la sua aspirazione al verticale”.

Il libro è curioso anche per chi non è esperto di montagna: la prima parte è molto esperienziale, ha un taglio narrativo, descrive le emozioni dell’autrice alternandole a concetti orografici mentre il secondo pezzo, curato dal Comandante Paolo Cattani, “corresponsabile” del libro, assume i tratti della manualistica: la sezione tecnica verte sul volo in montagna, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche delle aree di atterraggio in ambiente montano. Consigli preziosi per gli amanti del genere!

Queste schede appassioneranno i più tecnici: riportano dati, informazioni pratiche ed utili su tre itinerari praticabili nei cieli locali.

La vera differenza che ha qualificato l’incontro è stata la presenza di ospiti d’eccezione: il Colonnello Francesco Volpi, ben noto alle cronache locali per le sue imprese e per la sua longeva passione per l’aviazione, ed il Colonnello Fiorenza De Bernardi.

Quest’ultimo personaggio, di una potenza carismatica notevole, è stata una vera sorpresa: una signora “gagliarda”, che riesce a mettere a suo agio l’interlocutore solo rivolgendogli la parola. Un sostrato di toscana umanità, ha origini fiorentine!, che ben si è fuso con la simpatia romanesca, acquisita nel tempo e dalle esperienze, che ha dato vita ad una coinvolgente signora dalla battuta pronta, dalla mente lucida e che diffonde un’energia a stento mascherata dall’età: una facciata innocua che lascia trapelare tutta la vivacità e trasparenza d’una vita invidiabile!

Il Colonnello Francesco Volpi ha approfittato dell’occasione per ricordare l’impegno profuso sul territorio grazie alla fondazione della scuola di volo in montagna che avviò con Pippo Dellai ed Erich Abram, in veste di istruttori, provenienti dall’aeronautica militare. Hanno accompagnato nell’iter scolastico fino a 400 allievi; l’idea di tale percorso formativo la suggerì lo stesso Comandante Volpi prendendo spunto dall’organizzazione francese su tale tipologia di volo.

Le maggiori difficoltà furono quelle burocratiche, anche se Volpi venne favorito dalle autorità romane grazie al fatto d’appartenere alla condizione di piloti reduci di guerra: circostanza che li accomunava. In nome di quell’amicizia arrivò ad ottenere l’autorizzazione ed il nulla osta per i voli in montagna.

Loro, i graduati Volpi e De Bernardi, sono stati i veri protagonisti del convegno. Il tempo è poco per approfondire la loro esposizione, ogni loro racconto cela allusioni, riferimenti ed eventi che meriterebbero più domande e una più ampia contestualizzazione.

Ancora trasmettono un’infantile esaltazione mentre parlano di volo: ci sono scambi di battute, di esperienze, di bonarie prese in giro durante la conferenza.

Colonnello De Bernardi: apripista italiano per il cielo in “rosa”

Fiorenza De Bernardi conseguì il brevetto di volo nel 1967 ed, al tempo, fu la prima donna ad ottenere tale certificazione per i voli di linea e la quarta donna nel mondo a potersi fregiare di tale titolo. Lei stessa citò l’apertura mentale dei genitori che mai contrastarono questo suo desiderio: il padre, Mario De Bernardi, fu uno dei pionieri, uno degli sperimentatori dell’aviazione italiana. Forse più che la passione le ha tramandato la sensibilità per capire l’aereo: dal suo iniziale proposito di comperare una baita e vendere salsicce e birra ben presto si trovò sì sulle Dolomiti, ma librandosi in cielo.

All’inizio, oltre alla partecipazione alle gare, venne svezzata dalla AerAlpi ed in seguito fu affittata all’Alitalia.

Una delle domande più quotate sembra essere come si sia riuscita a relazionare in un ambiente maschile. Ricorda che a Milano, agli esordi della sua avventura con l’AerAlpi l’inizio con i colleghi non fu promettente: si sentiva trasparente, neppure la salutavano, s’erano coalizzati per scandalizzarla e farla retrocedere dal proposito di dedicarsi alla strada dell’aviazione. Ma Fiorenza, il Colonnello, non si diede per vinta facilmente. L’input iniziale lo offrì lei, auto-invitandosi a pranzo e, così facendo, creò le condizioni per rompere il ghiaccio inaugurando un’amicizia salda ancor oggi: «Negli anni Sessanta ero abituata a scalare montagne con una Compagnia di Alpini, ecchè pensavano de scandalizzarmi loro?! Si sono dovuti abituare alla svelta a capire che la professionalità di una donna era uguale a quella di un uomo!»

Scardinare preconcetti ed esigere diritti

Iniziarono poi a diventare piloti anche le americane: il numero delle donne ai comandi degli aerei stava crescendo e divenne impellente l’esigenza di stilare linee comuni ed organizzare assemblee su temi scottanti come la maternità ed i diritti contrattuali.

L’ambiente si presentava difficile sia all’interno, con i colleghi, sia nelle relazioni con i passeggeri. In un periodo in cui le donne iniziavano a guidare l’auto, poteva sembrare azzardato per alcuni affidare un tale apparecchio ad un’esponente della categoria femminile. Fiorenza De Bernardi ha saputo affrontare tali sfide operando scelte senza farsi influenzare da condizionamenti esterni e testimoniando con i suoi racconti e la sua esperienza.

Ha dimostrato d’aver risolto tali confronti a meraviglia contribuendo con il suo esempio, con un gran temperamento e d’aver attivamente collaborato al cambiamento di mentalità, facendosi apprezzare nel suo ambito, dimostrando quindi che il valore di una persona non sia catalogabile in generi.

La sua attività non si fermò qui: fondò l’Associazione Pilote italiane (ora ADA “Associazione Donne dell’Aria”), è vice-presidente della federazione pilote Europee nonché membro ISA (“Associazione Internazionale delle Pilote di Linea”) e membro delle 99. Riguardo a quest’ultima associazione il nome deriva dal numero delle partecipanti, compreso la presidente: Amelia Earhart, aviatrice statunitense famosa per esser stata la prima persona ad attraversare l’Oceano Pacifico, soprattutto per il fatto d’aver tentato di fare il giro del mondo sparendo in circostanze misteriose in zona della Nuova Guinea, vicino all’isola Howland.

Se oggi per le ragazze è un po’più facile intraprendere la professione di pilota civile o militare lo si deve a donne come queste che con tenacia hanno saputo far apprezzare la propria professionalità.

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