Volontarie eque e solidali

Data: 01/04/04

Rivista: aprile 2004

Lunedì 8 marzo, festa della donna, siamo stati negli uffici della Cooperativa Mandacarù per cercare di conoscere meglio il mercato equo (eravamo state incuriosite dall’argomento dopo la manifestazione dell’ACCRI, v. articolo). La nostra attenzione, però, è stata attirata anche da altro. Lì abbiamo avuto l’opportunità di fare conversazione davanti ad una tazza di buon tè (ovviamente del Ctm) con due delle ragazze che stanno svolgendo Servizio Civile Volontario presso questa cooperativa.

Chiara e Maria Chiara sono persone molto gradevoli: superato un primo momento di comprensibile imbarazzo, parlano di sé stesse senza eccessivi problemi, raccontandoci la loro esperienza “civile”.

Chiara è studentessa presso la Facoltà di Lettere di Trieste, dove segue un interessante percorso sull’interculturalità. “Le mie coinquiline, dice, mi hanno sensibilizzato al mercato equo”. Poi continua affermando di essersi presa “un anno di riposo dagli studi… per dedicarmi ad un’attività socialmente utile!”. Nonostante Trento sia la sua città, “finito il Servizio Civile penso di tornare a Trieste”, una città che sembra averla letteralmente conquistata. La storia di Maria Chiara è diversa: “Io ero già socia della cooperativa” dice. “Anche i miei genitori lo sono. La mia iscrizione è stata dettata dalla volontà di aprire un libretto di deposito”. Poi ci spiega che “la Finanza Etica del Mandacarù consiste nell’utilizzare tutti o parte degli interessi di questi libretti per finanziare dei progetti”.

Entrambe sono molto sensibili al discorso del mercato equo, un po’ per una questione di coerenza, molto per indole personale. Chiara ci illustra alcune delle sue letture sull’argomento: “Un libro molto interessante è quello di Tonino Perna: Fair Trade La sfida etica al mercato mondiale. Un testo un po’ tecnico – ammette. – Più discorsivo, se vuoi saperne di più sul mercato equo, è quello di Nico Raozen e Franz van der Hoff, quest’ultimo missionario in Messico. Il titolo è… – si ferma un attimo a pensarci su e infine va a prendere il libro: – Max Havelar L’avventura del commercio equo e solidale” e ci mostra i due volumi.

Maria Chiara ci racconta un po’ di questi otto mesi di servizio: “A luglio sono stata in bottega. Un esperienza costruttiva: il rapporto con le persone mi ha dato molto. Ad agosto mi sono fermata (è stata un mese in Africa, ndr) e da settembre mi occupo della parte più amministrativa”. E continua dicendoci che “ognuna di noi ha delle mansioni specifiche: una sta in bottega a Rovereto, Chiara si occupa del progetto di educazione e formazione nelle scuole”.

Tirando le conclusioni dopo aver finito il tè e aver attraversato quasi tutti i continenti (abbiamo parlato dell’Africa e dell’America sud equatoriale per quanto riguarda i prodotti del Mercato Equo, siamo state in Olanda alle origini di questo commercio, Chiara ci ha svelato di voler andare a vivere nella Pampas) ringraziamo le nostre volontarie “eque e solidali” per averci resi partecipi della loro esperienza “civile”.

Legenda del Mercato Equo

Nella ricerca sul mercato equo ho trovato molte sigle e parole, dietro alle quali si nascondono informazioni preziose. Credo che sia giusto inserirle, cosicché se qualcuno, come spero, sarà incuriosito da questo argomento, potrà intraprendere una ricerca personale nell’infinità di materiale che si può trovare.

Mandacarù: nome di una specie di cactus che cresce in Brasile, preso come simbolo per la resistenza all’oppressione.

Ctm: significa Commercio col Terzo Mondo, e indica il consorzio Altromercato.

COMes: con questa parola, che è in realtà una sigla, si designa il COMmercio Equo e Solidale. (Le maiuscole sono nostre per far meglio intendere la composizione della sigla.)

Ctm Altromercato: è il maggior consorzio italiano che lavora nel settore dello sviluppo e della distribuzione dei prodotti del mercato equo.

Max Havelar: marchio nato nel 1986 nella Repubblica Domenicana. Prende spunto dal romanzo autobiografico dello scrittore Multatuli, che nei Paesi Bassi è il simbolo della resistenza non violenta agli abusi dell’imperialismo.

Fair Trade: è il nome inglese che designa il commercio equo. Se vi capita di visitare siti internet sull’argomento lo trovato spesso usato come sinonimo del nome italiano.

World Shop o Bottega del Mondo: sono i negozi che vendono al dettaglio i prodotti del commercio equo o comes.

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