WEGLAD, quando l’accessibilità diventa digitale

“Benvenuti gladiatori” è la traduzione di WeGlad (Welcome Gladiators), il nome dell’app nata per mappare locali, strade, buche e gradini delle città di tutto il mondo, favorendo la circolazione delle persone in carrozzina. «Volevamo un nome che facesse capire a tutti quanto le persone con difficoltà motorie, compiano un’impresa eroica ogni volta che escono di casa», raccontano i fondatori, Paolo Bottiglieri e Pietro Capatina, ragazzi di 28 e 24 anni che hanno stravolto le loro vite per dare alla luce questo progetto. 

Pietro è stato spesso in trasferta, viaggiando in tutta Europa come fotografo, già ai tempi delle superiori, prima dell’università e delle esperienze in azienda come giovane consulente e ambasciatore su temi di innovazione e tecnologie esponenziali. Paolo, invece, si è laureato in Economia lo scorso ottobre, e fino al 2018 ha lavorato in aeroporto come assistente speciale, accogliendo persone con ridotta mobilità: «È lì che ho incontrato per la seconda volta il problema, dopo essermi preso cura di mio nonno nei suoi ultimi anni in carrozzina. Parlando con persone da tutto il mondo, ho riscontrato nuove problematiche: da lì, la raccolta di tutti gli spunti in un’unica app». E, in due anni, l’app è diventata realtà. 

Un lavoro portato avanti giorno e notte nel cuore di Torino, culla di tante startup: «La nostra seconda casa per mesi. Fino a quando siamo usciti in strada per mappare la città, poi ostacolati dall’emergenza sanitaria». Finché non sono scesi in campo i veri gladiatori: 30 donne e uomini, di tutte le età, in carrozzina, che ogni giorno scansionano strade e locali prima del lancio definitivo dell’app: “Ci commuove vedere dei ragazzi che lavorano così tanto per migliorare la nostra vita”, racconta Patrizia Saccà, da 50 anni in sedia a rotelle, consigliere del Comitato Italiano Paralimpico. “Mappo la città ogni volta che sono in giro, perché cittadini e turisti possano scegliere dove andare, senza incontrare sorprese. Senza WeGlad siamo costretti ad andare dove siamo già stati, o chiamare amici per sapere se almeno ci sia un’entrata accessibile. Questo progetto ci rende davvero liberi di vivere la città”. 

I dati sono oggettivi, basandosi tutto su fotografie d’ingresso, interni e bagni. Le recensioni riguardano l’igiene e soprattutto l’accoglienza. Presto arriverà anche una funzione ludica di mappatura: «Un ponte per le nuove generazioni verso una vera inclusione. Mentre si sta giocando, è bello pensare di fare qualcosa di utile, perché il mondo con cui interagirà il gioco dell’app parla di problemi reali, non virtuali».

Un metodo innovativo per sensibilizzare su temi che finora lasciano indifferenti la maggior parte delle persone, sperando di poter creare un futuro migliore.

 

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