15 ore di autobus, viole, violini, contrabbassi, trombe, flauti traversi, clarinetti, tanti altri strumenti e 45 giovani musicisti per valorizzare il tema dell’emigrazione e perché non si dimentichi il grande sacrificio, nelle miniere del Belgio, dei tanti italiani e trentini che qui costruirono una nuova vita.
Questo è stato il risultato di un’iniziativa voluta e curata dal direttore dell’orchestra giovanile di Martignano, Massimiliano Rizzoli, e dal presidente Fausto Dauriz.
Ore 4.30 di giovedì 25 agosto, la piazza centrale del piccolo borgo di Martignano è gremita di giovani musicisti carichi di valige, strumenti e tante aspettative da un viaggio che regalerà loro forti emozioni.
”Sì sono le “forti emozioni”che questa orchestra riesce a regalare e che fondano il suo punto di forza” – queste le parole che il Direttore M. Rizzoli si concede dopo mesi di preparativi, giunti finalmente a conclusione.
L’emigrazione dei tanti lavoratori che nel secondo dopoguerra dalle montagne del Trentino cominciarono a scendere nelle viscere della terra a chilometri di distanza da casa, è stata ripercorsa e reinterpretata dall’orchestra “Fuoritempo” secondo il linguaggio della musica.
”Non esiste niente più della musica riesca ad unire e far incontrare culture diverse” – questo il pensiero che il presidente Fausto Dauriz esprime con soddisfazione dopo due ore di prove congiunte tra l’orchestra “Fuoritempo” e l’orchestra locale Amadeus, presso la scuola musicale di Marcinelle.
Marcinelle ricordiamo è stata teatro nell’agosto del 1957 di un gravissimo incidente minerario che causò la morte di ben 262 lavoratori di cui 139 italiani. Proprio per non dimenticare quanto accaduto e per ricordare le gesta dei tanti minatori che, per un modesto salario si calavano fino a 1500 metri sotto il suolo con una temperatura di 40 gradi, l’orchestra ha voluto essere presente al 55° anniversario.
Per l’occasione, infatti, ha suonato all’interno di quella che un tempo fu miniera mangiatrice di uomini e che oggi è monumento alla memoria degli stessi. Luogo, questo, che mai prima aveva accolto un concerto musicale di questo tipo e che dal 26 agosto scorso grazie alla tenacia e alla bravura dei tanti giovani artisti e degli organizzatori, ha fatto rivivere quegli spazi vuoti e ha donato loro il giusto rispetto.
Il viaggio ha costituito sicuramente l’occasione di percepire nel profondo cosa significhi allontanarsi da casa per contribuire insieme a qualcosa di grandioso. Grandioso come la volontà di questi piccoli musicisti di mettersi in gioco, di condividere un medesimo obbiettivo e di riflettere sul senso di un’ esperienza migratoria dalle mille sfaccettature, come mille erano le anime che l’hanno tinta.
Ci ricorda Giuseppe Filippi, ex presidente del circolo locale di Charleroi “Trentini nel mondo”, nonché attualmente Consultore per la Provincia di Trento: ”i minatori potevano percepire vivamente di essere tutti uguali durante la doccia comune, momento questo, dove l’altro diventava tuo fratello e ti aiutava a lavarti la schiena (unico punto arduo da pulire dalla polvere di carbone) e lo stesso facevi tu.”
Questo estratto di vita in miniera, ci fa capire che ci sono dei momenti, durante i quali, le diversità di ognuno sbiadiscono e questo è stato il meraviglioso effetto messo in scena dalle due orchestre. L’armonia musicale è un esempio calzante di unione culturale e di condivisione di medesime sensazioni. È proprio questa la sfida ambita e vinta da tutti coloro che hanno creduto fino in fondo in questo viaggio, superando pregiudizi e difficoltà, e regalando alla fine intense emozioni.
Di questo viaggio sono stato l’occhio e la voce narrante anche grazie all’indispensabile aiuto dei miei due compagni cameraman: Nicolò e Anna dell’istituto Depero di Rovereto, che hanno eseguito delle ottime riprese video di questa esperienza. Presto potrete vedrete il frutto del nostro lavoro, tra interviste ai protagonisti e video dei momenti più intensi, in un servizio su Telepace. A quel punto apprezzerete ancora meglio il valore di questa trasferta all’insegna della musica, della memoria e sicuramente dell’amicizia.
Colgo giusto appunto l’occasione per ringraziare dell’opportunità Maurizio Mellarini, capo redattore di Telepace -Trento che da quest’anno sta seguendo noi volontari del servizio civile di Prodigio nell’apprendimento del mestiere di giornalista. Con lui si è instaurato un ottimo rapporto di collaborazione e seguiranno sicuramente tante altre belle iniziative. Ovviamente non posso non ringraziare l’orchestra “Fuoritempo” per avermi dato la possibilità di vivere le emozioni che un concerto come quello svoltosi a Marcinelle possono regalare. La loro organizzazione è stata impeccabile e il supporto al nostro lavoro di reporter è stato preziosissimo.