Edizione anno 2018

Ogni giorno è un giorno speciale

Ogni giorno è un giorno speciale

Sempre più spesso,presi dalla frenesia della nostra società, dimentichiamo quanto la nostra quotidianità sia unica e speciale. Questa seconda edizione è dunque dedicata ai piccoli gesti che, nelle loro più diverse sfaccettature, rendono ogni giornata preziona e degna di essere vissuta.

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Giuria

Graziella Anesi

Graziella Anesi

Presidente Cooperativa Handicrea

Flavia Castelli

Flavia Castelli

Responsabile ufficio Qualità dei Servizi (Politiche Sociali) della Provincia di Trento

Antonia Dalpiaz

Antonia Dalpiaz

Scrittrice, critico teatrale per il quotidiano L’Adige

Massimo Occello

Massimo Occello

Presidente Cooperativa FAI

Fabio Pipinato

Fabio Pipinato

Past President Mandacarù Direttore Unimondo

Anna Pasquini

Vincitore sezione "racconto": Anna Pasquini

Anniversario

Ad Ada piaceva il vino rosso, perché diceva che oltre ad essere migliore faceva bene alla circolazione sanguigna e allietava gli occhi. Lei amava giustificare con espedienti medico-estetici quelli che erano i suoi gusti. Quando andavamo a cena fuori, ordinava vino rosso indipendentemente dal cibo che sceglieva. Io la riprendevo, dicevo che il pesce richiede il bianco e la carne, il rosso, che non si poteva fare altrimenti, ma lei rideva e mi afferrava la mano facendo scivolare la sua sul tavolo: «Zuccone, ma sarò padrona di bere ciò che voglio?» ribadiva, e il suo sorriso dolcemente innocente mi annientava e azzittiva. Aveva ragione Ada. Perché non lo capivo?
Oggi è il nostro anniversario, sono al ristorante che più ami ed ho ordinato una bottiglia del tuo vino rosso preferito. Fuori piove, la pioggia tamburella sul vetro come una musica costante ed io mi sento come una qualunque foglia cadente là fuori, mortificata dal vento e dalla pioggia, incapace di potermi proteggere, fatalmente vulnerabile. Arriva il cameriere e mi chiede se sia pronto a ordinare o se stia aspettando qualcuno. Dico che può prendere le ordinazioni, che tu stai arrivando. Ordino per te il solito: sauté di cozze e vongole e risotto alla pescatora ed io scelgo la carne, del resto abbiamo preso il vino rosso, no? Quest’anno il vino è più dolce dell’anno precedente, ha in sé un che di speziato, un profumo contagioso e delicato, eppure impossibile da non cogliere, e penso a che cosa dirai quando lo assaporerai, se ti piacerà e quanto. Io credo di sì, che l’adorerai.

Finalmente arrivi. E sei bellissima. Come ti ricordavo. Ti siedi davanti a me e iniziamo a parlare. D’improvviso sparisce tutto il resto, la pioggia, il trambusto dei tavoli accanto, il via vai dei camerieri. Parliamo di noi, del futuro, del mondo, dei nostri progetti. Tu sorridi e poi resti in silenzio.

Arrivano le pietanze. Il cameriere mi versa il vino, sembra in difficoltà, mi chiede se debba tornare più tardi, dico di no. Tu continui a sorridere.

«Ti piace il vino che ho ordinato?» mi lascio scappare, curioso di conoscere la tua risposta. Afferri la mia mano come ami fare da sempre: «Zuccone, certo che mi piace, tu li conosci i miei gusti», sorridi ed io mi sciolgo, ancora, come tutte le volte.

Restiamo un po’ in silenzio, ti osservo, conosco a memoria ogni tratto del tuo viso, al punto che potrei disegnarlo ad occhi chiusi. Hai messo gli orecchini che ti ha regalato la mamma, ho sempre pensato che ci stessi benissimo. Cala la malinconia. I nostri occhi ora sono tristi.

In cucina il cuoco vedendo ritornare piatti intoccati, si preoccupa e chiede al cameriere se ci siano problemi, se il cliente in questione non gradisca la sua cucina, il cameriere abbassa il capo avvilito: «E’ quel tavolo, Chef – indica attraverso la finestrella-oblò che dà sulla sala – vengono dal tavolo laggiù, dove siede quel signore, da solo».

Vincitore sezione "fotografia": Gloria Nicotera

CANESTRO

Foto del vincitore:
Gloria Nicotera
Domenico Sciacca

Vincitore sezione "poesia": Domenico Sciacca

TU,IO E…LA SLA

U sai chi ti dicu, Pà?
stasira mi sa tantu ca non nesciu,
pinsavu di ciccariti ‘nta dda strata ca facisti,
su tanti i scaffi ca non visti!
È veru, nuatri n’ama iutu mai d’accoddu,
dd’aria to ammatunata e annicchia tristi
troppu prestu sdirrubbau i to’ carizzi;
ppi non scugnari poi i nostri discussi:
bummi ca ruzzuliaunu pa
Sai cosa ti dico, Papà? Stasera mi sa tanto che non esco,
pensavo di cercarti in quella strada che percorresti, sono tante le buche che non vidi!
È vero, noi non siamo andati mai d’accordo, quell’aria tua ammattonata e un po’ triste
troppo presto
dirupò le tue carezze;
per non cavare poi i nostri dialoghi:
mo carusanza
unni a to raggia ‘ntruppicava ‘nsichitanza.
Di sti cosi però, chiù non tegnu cuntu,
picchì a rizzittai a cìniri ca l’anima to ha ianguniatu,
hannu i to’ spaddi e u to curaggiu
i risposti a ddi dumanni ca non m’ava ancora fattu.
U sai Pà ca…
ddu spinnìcchiu miu di pàttiri ppi ‘n viaggiu
assumìgghia accussì tantu a ‘n stracanàcchiu,
sapènnnuti ‘nzitatu – senza uci – ‘nta ‘stu lettu?
E ‘stu tubu prisintusu ca scoci attisi rantu rantu ô vavvaròzzu,
quanta fozza, quanti vuli ha ‘mpurtusàtu?
Iù no rinesciu propriu a pirdunàri!
Ti vogghiu diri ca…
assai di tia mi leggiu intra,
supra a giostra i puttai i to’ gesti,
bombe che ruzzolavano per la mia adolescenza dove la tua rabbia incespicava senza sosta. Di queste cose però, più non tengo conto,
perché l’ho rassettata la cenere che l’anima tua ha masticato, hanno le tue spalle e il tuo coraggio
le risposte a quelle domande che non mi ero ancora posto.
Lo sai Papà che…
quella voglia mia di partire per un viaggio assomiglia così tanto ad un dispetto, sapendoti innestato – senza voce – in questo letto?
E questo tubo presuntuoso che scuoce attese attorno al mento,
quanta forza, quanti voli ha imbucato?
Io non lo riesco proprio a perdonare!
e non m’a scoddu dda frasi ca dicìsti:
«C’è sempri ‘n modu ppi nesciri de’ ‘mprasti».
Ma u chiù duci ‘nsignamèntu ca mi dasti
è ‘st’amuri ppi mo matri sempri friscu,
e u sai Pà?
M’abbastava sulu chistu.
Ti voglio dire che…
molto di te mi leggo dentro,
sulla giostra li ho portati i tuoi gesti
e non me la dimentico quella frase che dicesti: “C’è sempre un modo per uscire dai pasticci».
Ma il più dolce insegnamento che mi hai dato è questo amore per mia madre sempre fresco, e lo sai Papà?
Mi bastava solo questo.